Alla vigilia della Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (COP29) che si terrà dall’11 novembre a Baku, in Azerbaigian, il nuovo rapporto di Oxfam “Carbon Inequality Kills‘’ svela una realtà allarmante: le emissioni dei super-ricchi sono un peso insostenibile per il pianeta e aggravano fame e disuguaglianze.

Nel frattempo, milioni di persone nei Paesi più poveri subiscono le peggiori conseguenze della crisi climatica in corso.

Con gli attuali livelli di emissioni, il “bilancio di carbonio” – ovvero l’ammontare massimo di emissioni globali cumulative nette di CO2 in atmosfera che permette di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C rispetto all’era preindustriale – si esaurirebbe entro 4 anni.

Lo scenario attuale, già preoccupante, diventerebbe catastrofico se il “bilancio di carbonio” venisse “prosciugato” in soli 5 mesi, nel caso in cui le emissioni pro-capite raggiungessero i livelli attuali dell’1% più ricco del mondo.

Se tutti i cittadini del pianeta utilizzassero jet e yacht privati come quelli dei miliardari analizzati nel rapporto, il bilancio di carbonio sarebbe esaurito in appena 2 giorni.

L’analisi di Oxfam rivela dati sconcertanti sull’impatto ambientale degli stili di vita dei miliardari, mostrando come il loro utilizzo di jet privati e super-yacht generi emissioni di CO₂ su scala esorbitante rispetto alla media.

Nel 2023, un miliardario tra i 23 più ricchi al mondo ha volato in media 184 volte su jet privati, trascorrendo complessivamente 425 ore in volo e generando una quantità di emissioni pari a quella che un cittadino medio produrrebbe in 300 anni.

Analogamente, gli yacht di 18 di questi super-ricchi hanno rilasciato in un anno una quantità di CO₂ pari alle emissioni accumulate in 860 anni da un cittadino medio.
Le emissioni dovute allo stile di vita dei super-ricchi sono fuori controllo, ma le emissioni associate ai loro investimenti sono ancora più elevate.
L’impronta di carbonio media del portafoglio finanziario di un miliardario analizzato nel rapporto è circa 340 volte superiore all’emissione media dei suoi jet privati e super-yacht.

Quasi il 40% degli investimenti dei miliardari analizzati riguarda infatti industrie altamente inquinanti: petrolio, miniere, trasporti marittimi e cemento.

Se investissero in fondi a bassa intensità di carbonio, le loro emissioni da investimento sarebbero 13 volte inferiori a quelle attuali.

Il rapporto evidenzia come le emissioni prodotte dall’1 % più ricco del mondo, a partire dal 1990, abbiano avuto conseguenze devastanti.
Le emissioni attribuibili all’1 % più ricco del mondo hanno prodotto infatti un calo del PIL globale per 2.900 miliardi di dollari dal 1990 ad oggi.

Se la tendenza persiste, l’impatto maggiore si avrà nei Paesi meno responsabili per il dissesto climatico.
Mentre le economie avanzate saranno interessate al più da perdite contenute, i Paesi a basso e medio-basso reddito vedranno il proprio PIL aggregato contrarsi di circa il 2,5% nel 2050 rispetto al livello del 1990.

L’Asia meridionale perderà il 3%, il Sud-Est asiatico e l’Africa subsahariana il 2,4%.

Non solo, le emissioni dell’1 % più ricco hanno causato, tra il 1990 e il 2023, perdite di raccolti che avrebbero potuto fornire cibo sufficiente a sfamare 14,5 milioni di persone all’anno.
Tra il 2023 e il 2050 il numero di persone a rischio di malnutrizione cronica salirà a 46 milioni all’anno, con la regione dell’America Latina e dei Caraibi a subire gli effetti più duri (9 milioni di persone a rischio fame all’anno fino al 2050).

E si stima che il 78% dei decessi in eccesso causati dal caldo entro il 2120 si verificherà nei Paesi a basso e medio-basso reddito.

Il Rapporto di Oxfam passa in rassegna alcuni casi emblematici che evidenziano l’enorme impatto delle emissioni legate allo stile di vita dei super-ricchi: in soli 12 mesi, i due jet privati di Jeff Bezos hanno accumulato quasi 25 giorni di volo, emettendo una quantità di CO₂ pari a quella che un dipendente medio di Amazon negli Stati Uniti produrrebbe in 207 anni; Carlos Slim, uno degli uomini più ricchi del mondo, ha effettuato 92 viaggi con il suo jet privato, coprendo una distanza pari a cinque volte il giro del mondo; la famiglia Walton, erede della catena di negozi Walmart, possiede tre super yacht che in un anno hanno prodotto una quantità di CO2 equivalente a quella di cui sono responsabili circa 1.714 lavoratori di Walmart.

Qui il rapporto di Oxfam: https://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2024/11/bp-carbon-inequality-kills-281024-en.pdf.