Cose importanti della vita sono per gli adolescenti italiani la famiglia (90%) e l’amicizia (86%); ma gli under 18 confidano anche nelle passioni personali e nell’amore.
All’ultimo posto l’impegno politico. È uno dei dati emersi da due indagini promosse dall’impresa sociale Con i Bambini e realizzate nei giorni scorsi dall’Istituto Demopolis, con un percorso di ascolto comparativo di un campione nazionale di adolescenti e di un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.
La prima rilevazione (La prospettiva degli under 18) è stata effettuata su un campione nazionale di 1.080 giovani intervistati di età compresa tra i 14 e i 17 anni.
La seconda indagine demoscopica (Gli adolescenti italiani nello sguardo degli adulti) è stata condotta su un campione nazionale stratificato di 2.820 intervistati, statisticamente rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne.
Un lavoro di ricerca che ha cercato di incrociare lo sguardo del mondo adulto con quello degli adolescenti e che rivela uno spaccato diverso e parallelo con i giovani più ottimisti e molto attenti alla dimensione relazionale della loro vita e gli adulti molto più distratti, per loro stessa ammissione, ma consapevoli che occorre prestare ascolto alle nuove generazioni.
La difficoltà di dialogo rappresenta uno dei punti più controversi del rapporto tra genitori e adolescenti italiani, dei propri problemi, gli under 18, parlano preferibilmente con gli amici, poiché sono convinti che gli adulti non comprendano le loro idee e passioni, i desideri e i sentimenti.
I ragazzi si confrontano parecchio fra di loro. Parlano preferibilmente con gli amici, più limitatamente si raccontano agli adulti: ai genitori si rivolgerebbe appena il 43% di chi ha un problema, con un dato che scende al 39% tra le ragazze. Solo il 3% parlerebbe di un proprio problema con un insegnante.
Ai genitori e agli adulti, gli adolescenti intervistati da Demopolis rimproverano per lo più il loro non mettersi in discussione, i continui paragoni con i tempi passati, l’eccessiva importanza attribuita ai voti scolastici. Ma anche la distrazione.
Su un dato, le due generazioni di fatto concordano: “gli adulti non capiscono i ragazzi”. Ne è convinto il 54% degli adolescenti e il 45% dei genitori.
Emergono, dall’indagine Demopolis-Con i Bambini, alcune ragioni di incomprensione generazionali: per il 62% dei ragazzi gli adulti non capiscono quanto differente sia la contemporaneità, a partire dalla variabile “Rete e Social”. È troppo diverso, dicono, l’attuale contesto da quello in cui i genitori furono adolescenti.
Ma, quasi 4 ragazzi su 10, affermano che gli adulti non comprendano le loro passioni, i desideri e i sentimenti.
Mentre l’ottimismo dei figli sul proprio futuro resta maggioritario al 53%, il 65% dei genitori è pessimista sul futuro degli adolescenti: un dato decisamente più alto di quello espresso dai diretti interessati. Ed in questo contesto, il 48% degli italiani ritiene che gli adulti non abbiano oggi strumenti adeguati ad affrontare il disagio crescente dei più giovani nel nostro Paese.
Il quadro cambia se si chiede ai ragazzi di indicare i timori che provano durante il tempo libero fuori casa. Il 38% racconta la paura di essere vittima di episodi di violenza o bullismo, dato che fra le ragazze supera la maggioranza assoluta di citazioni (55%).
Lo stesso timore è espresso dai genitori di figli adolescenti, ma con dati assai più marcati: è del 73% la percentuale di quanti temono che i figli possano subire violenza; il 64% degli adulti esprime paura per possibili incidenti stradali, ma fra i ragazzi questa preoccupazione riguarda il 27% del campione.
Sono tanti gli aspetti non compresi dagli adulti secondo i ragazzi. In particolare, non capiscono che vivono in un periodo diverso dal loro (49%), non capiscono quello che pensano e le loro idee (46%), le loro priorità (43%), il rapporto con la rete (41%).
Di certo, la variabile “Internet e Social” è misteriosa per i non “nativi digitali” e dilata le distanze di pensiero fra le generazioni: per l’84% dei genitori, quella da “web, smartphone e tablet” è una pericolosa dipendenza. Di segno contrario il giudizio degli adolescenti: solo il 22% dei ragazzi ravvede un rischio.
La maggioranza assoluta dei genitori sostiene di sapere che cosa facciano i figli online, ma vengono smentiti dal 70% degli adolescenti, secondo i quali – inoltre – appena un quarto dei genitori è informato sul loro eventuale consumo di alcol fuori casa.
Tre adolescenti su 10 trascorrono online più di 10 ore al giorno (mentre secondo i genitori il tempo trascorso online sarebbe meno della metà, quasi il 40% dichiara fra 5 e 10 ore) ma il 62% degli adolescenti prediligerebbe le relazioni in presenza nei rapporti con i coetanei.
A patto, però, di poterle praticare. Infatti, oggi l’eventualità che i 14-17enni facciano attività extrascolastiche, che sono anche il motore fondamentale delle relazioni con i pari, non è scontata e risulta talora residuale: 4 su 10 non praticano affatto attività fisiche o sportive; addirittura meno di un quinto svolge attività musicali (19%), artistiche o teatrali (16%).
Qui l’indagine demoscopica promossa da Con i Bambini e condotta dall’Istituto Demopolis “Adolescenti in Italia: che cosa pensano gli under 18 e cosa dicono gli adulti”: https://www.conibambini.org/2024/11/20/adolescenti-in-italia-cosa-pensano-gli-under-18-e-cosa-dicono-gli-adulti/