Ossigeno per l’informazione, importante associazione a sostegno della libertà di stampa che opera in collaborazione con Media Defence, ha deciso di assistere in giudizio Linda Maggiori, giornalista, blogger e attivista ambientale di Faenza querelata per diffamazione dal consigliere comunale di maggioranza Andrea Luccaroni e dal suo studio di architetti, dove il consigliere tuttora lavora. Il “casus belli” riguarda un post pubblicato sulla pagina Faenza Eco-logica, il 7 giugno 2023, nell’immediato post-alluvione, in cui l’attivista criticava il progetto del quartiere Fornace del Bersaglio costruito a pochi metri dal Marzeno, con 33 villette a pian terreno e seminterrato, e progettato proprio dallo studio di architetti Lelli & associati, nel 2005, dove lavorava già all’epoca Luccaroni (non ancora consigliere, ma poi diventato assessore dal 2010 al 2015). Quartiere che fu autorizzato dal servizio tecnico bacini della Regione e dall’amministrazione di allora, nonostante le grosse criticità idrauliche e in deroga anche alla stessa Legge Galasso. Il progetto vinse pure alcuni premi europei per architettura sostenibile. La vecchia fornace presente, vincolata dalla Sovrintendenza e che doveva essere ristrutturata (come compensazione) restò ai rovi e la ditta edile Bramante fallì nel 2019.

Nel post “incriminato” il progetto è stato definito come “una trappola mortale in caso di esondazione”, e in effetti le 33 villette sono state alluvionate per ben tre volte negli ultimi mesi, con l’acqua fino al tetto e la gente evacuata per 4 volte. Chi vive lì, ad oggi, si può salvare dall’esondazione del Marzeno, torrente pericolosissimo e senza vie di fuga, solo scappando. Non c’è infatti possibilità di ripararsi nei piani alti, visto che non ci sono. Secondo il sindaco Massimo Isola, che ieri in consiglio comunale ha risposto all’interpellanza di Bertozzi, ancora non è chiaro come sarà messo in sicurezza quel villaggio, e si aspetta il piano generale.

“Tutti possono sbagliare, ma almeno si devono ammettere gli errori” sono le parole del post ritenuto diffamatorio risalente al giugno 2023, ironicamente citando la fantozziana “boiata pazzesca” riferendosi al progetto. Il post continuava virgolettando quello che a nostro parere avrebbe dovuto dire il consigliere: “Con il senno di poi lì avremmo dovuto fare una cassa di espansione non un quartiere, mi scuso con quei poveretti che ci sono andati a vivere e ora hanno perso tutto”.

Ma anziché scusarsi con i residenti, il consigliere ha querelato la giornalista. Il consigliere Luccaroni peraltro, all’inizio del 2024 votò a favore della lottizzazione (sempre in zona alluvionata) dell’orto della Ghilana, addirittura spaccando la maggioranza. Quindi si potrebbe dire che non abbia appreso la lezione, che vicino ai fiumi non si deve costruire.

Ossigeno ritiene che “Linda Maggiori abbia espresso la propria opinione con competenza e con un linguaggio misurato su una questione pubblica attualissima. lo ha fatto mentre tutti ne discutevano. Di fronte a un’emergenza ambientale, ha messo in luce la sottovalutazione storica di alcuni rischi idrogeologici, ricordando la responsabilità che spetta agli amministratori pubblici e ai progettisti degli insediamenti abitativi. Ha ricostruito scelte urbanistiche discutibili mentre, a distanza di anni, stavano producendo gravi danni. Il dibattito pubblico è essenziale in ogni società democratica. E’ fatto di affermazioni, di lodi, di critiche e di repliche. Purtroppo, spesso, si ricorre a una querela (ovvero a una denuncia penale), invece di rispondere nel merito della questione. Sono troppe in Italia le querele usate al posto delle repliche, sono migliaia ogni anno le critiche considerate diffamatorie anche se non lo sono” continua la nota di Ossigeno commentando il caso di Linda Maggiori. “Molte sono frutto di ignoranza della legge, ma in gran parte queste querele sono promosse consapevolmente, a scopo dissuasivo, per silenziare chi diffonde informazioni sgradite e costringerlo ad affrontare le spese legali necessarie per dimostrare la propria correttezza. Quasi sempre il querelante è economicamente il più forte e invece per il querelato le spese legali sono molto o troppo costose”.

Per questo Ossigeno ha creato il suo Sportello di assistenza legale che opera con il sostegno di Media Defence in tutta Italia.

“Sono infinitamente grata a questa associazione e invito tutti a sostenerla. -dichiara Linda Maggiori- anziché rispondere a critiche precise, amministratori, imprenditori e comandanti preferiscono querelare l’attivista di turno. Io ho già 4 querele sul capo e devo ringraziare Ossigeno e Front Line Defenders che mi stanno aiutando moltissimo. Ringrazio anche il mio avvocato Andrea Di Pietro del Foro di Roma. Queste querele non mi intimidiscono ma mi rendono ancora più determinata a continuare. La libertà di stampa e di critica sono beni preziosi da difendere”.

Ufficio stampa Ossigeno per l’informazione

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