Condividiamo un appello urgente rivolto ai colleghi professionisti sanitari di tutto il mondo. Questa lettera è stata inviata a ottobre e non è stata pubblicata su due riviste mediche per vari motivi. Pensiamo che meriti un’ampia diffusione e abbiamo scelto di non inviarla ad altre riviste mediche, ma di condividerla ampiamente e apertamente sulle nostre reti.

Paola Manduca, Vittorio Agnoletto, Swee Ang, Alice Rotschild, Roberto Raso, Tiziana Traverso, Alan Meyers, Mazin Qumsiyeh, Luisa Memore, Marco Luppi, Giovanni Piccoli, Veronica Morea, Andrea Bellelli, Franco Camandona, Derek Summerfield.

Dieci mesi fa, è stato suggerito che l’attacco al personale sanitario e alle strutture di Gaza rappresentasse un intento genocida da parte dello stato di Israele (1). Oggi, 10 ottobre, la commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite lo conferma asserendo che Israele ha implementato una “politica concertata per distruggere il sistema sanitario di Gaza”, che equivale a un crimine di guerra, e che l’IDF ha “ucciso, detenuto e torturato deliberatamente il personale medico” (2). Ciò è accaduto in tutti i 36 ospedali della Striscia.

Nel Nord, il Kamal Adwan, l’ospedale Indonesian e l’ospedale Al-Awda, tutti precedentemente chiusi con la forza, e che avevano appena riaperto, hanno ricevuto un ordine di evacuazione l’8 ottobre (3). Ognuno ha specialità assenti nella zona e migliaia di pazienti (4).

Parallelamente, ai residenti dei quartieri di Gaza Nord Beit Hanoun, Jabalia, Beit Lahia è stato ordinato di spostarsi (5). Il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato la chiusura totale del Nord. Vale la pena ripetere: chiusura totale. Immediatamente, i magazzini di farina e il panificio di Jabalia sono stati bombardati. Gli ordini di evacuazione per gli ospedali fanno parte del tentativo di pulizia etnica del Nord di Gaza.

Molti dei pazienti del Kamal Adwan in terapia intensiva sono bambini, altri in dialisi; pazienti traumatizzati e morti continuano ad arrivare a centinaia. Dove andrebbero se gli ospedali chiudessero? L’IDF ha negato 7 volte il permesso all’OMS di trasferire i pazienti. Il dottor Abu Safiyeh, direttore del Kamal Adwan, si è rifiutato di rispettare gli ordini di espulsione potenzialmente mortali per i pazienti. Nel frattempo, il Kamal Adwan viene colpito, l’Indonesian è circondato dall’IDF. I paramedici che trasportavano alcuni neonati in un ospedale di Gaza City sono stati arrestati dall’IDF, nonostante il coordinamento.

Come e dove dovrebbero evacuare in sicurezza il personale e i pazienti? Le evacuazioni si sono sempre rivelate pericolose per i palestinesi e sulla strada indicata dall’IDF è stato documentato il fuoco sulle persone in evacuazione. I pazienti, malati e feriti, dovrebbero andare a piedi.

E però, l’effetto dell'”ordine” dell’IDF è che le persone “avvertite”, comprese quelle negli ospedali, diventano “combattenti nemici” e “obiettivi legittimi”. In effetti, il direttore dell’ospedale Kamal Adwan è stato minacciato di subire il destino di Shifa, ovvero distruzione e uccisioni su vasta scala. Le associazioni mediche di tutto il mondo avrebbero dovuto denunciare la negazione della salute da tempo, ma sorprendentemente si sente solo un forte silenzio.

Gli operatori sanitari e gli studenti di medicina chiedono il rispetto del giuramento professionale e del diritto umanitario e di agire secondo coscienza, mentre gli Ordini  professionali rimangono “complici” per inazione, ignorando la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del gennaio 2024, che chiede di agire per prevenire ed arrestare i crimini riconosciuti (6).

Niente ha fermato gli Ordini dalla complicità nel genocidio attraverso lo smantellamento forzato del sistema sanitario a Gaza. Ecco dunque alcune delle buone ragioni per cui dovrebbero svegliarsi e denunciare: L’uccisione di 1000 operatori sanitari, il rapimento di 300, le torture e 4 morti in detenzione. Migliaia di pazienti nelle fosse comuni degli ospedali spesso ancora attaccati alle loro linee endovenose, giustiziati con le mani legate. La denuncia di 44 medici internazionali volontari negli ospedali di Gaza, secondo cui i cecchini uccidono i bambini. L’OMS che denuncia il divieto di ingresso per forniture mediche, acqua e cibo.  L’allerta da parte di UNICEF, UNWRA e UNFPA sulla malnutrizione, sui rischi generalizzati per la salute e la diffusione di malattie. Gli scandali dei neonati che muoiono per mancanza di latte artificiale, le sparatorie dirette alle TIN, l’uccisione di 220 operatori umanitari delle Nazioni Unite e internazionali, le sedi  umanitarie delle Nazioni Unite bombardate.

È noto che il genocidio è un processo. Ora questo si sta deliberatamente portando a termine nel nord di Gaza.

Il “Medicidio” sta prosperando e si sta estendendo dentro Gaza e in Libano, dove almeno cinque ospedali e decine di cliniche sono state colpite direttamente e più di 100 operatori sanitari sono già stati uccisi.

Noi come professionisti della salute non dobbiamo accettare che il genocidio, incluso l’uso della distruzione del sistema sanitario per ottenerlo, sia in alcun modo un’”autodifesa” per un esercito occupante. È anche tempo che smettiamo di evitare il boicottaggio delle istituzioni professionali e accademiche di Israele per il ruolo che vi svolgono.

Riferimenti

  1. On the duty to protect the people of Gaza: how the collapse of the hospital health care system has reinforced genocidal intent. Paola Manduca et al. March 25, 2024 https://dx.doi.org/10.21037/jphe-24-11
  2. UN Independent International Commission of Enquiry on the Occupied Palestinan Territories, including East Jerusalem and Israel. October 10, 2024. https://www.ohchr.org/en/press-releases/2024/10/un-commission-finds-war-crimes-and-crimes-against-humanity-israeli-attacks
  3. The IDF has launched a broad military operation against terrorist organisations in northern Gaza and will intensify its activities across the entire area, where hospitals and international community facilities are located .For your safety  we urge to evacuate from the following location (the name of the hospital). .Al-Bahar and Salah al-Din streets serve as humanitarian corridors southward to the humanitarian zone where additional medical institutions are located. The IDF will continue to act against terrorist organisations wherever terrorist activities are conducted.
  4. https://www.middleeasteye.net/news/medical-staff-besieged-northern-gaza-hospital-say-situation-catastrophic
  5. To the residents of Beit Hanoun, Jabalia, Beit Lahia, and all residents in the evacuation area of: A1-3, B1-3, D2, D6. The IDF is operating extensively against the terror organizations in the area. For your safety, we urge all the residents to immediately evacuate to the adjusted humanitarian zone.
  6. Application of the Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide in the Gaza Strip (South Africa v. Israel) The Court indicates provisional measures https://www.icj-cij.org/sites/default/files/case-related/192/192-20240126-pre-01-00-en.pdf

Qualifiche degli autori

1 Department of Earth, Environmental and Life Sciences (DISTAV), University of Genoa, Genova, Italy

2 Scienze Sociali Per La Cooperazione, Lo Sviluppo E La Pace, University of Milan, Milan, Italy

3 Barts and the Royal London Hospital, London, UK

4 Harvard Medical School, Boston, MA, USA

5 Regional Epidemiology Reference Service for the Surveillance, Prevention and Control of Infectious Diseases, Local Health Unit of Alessandria, Italy

6 Functional Rehabilitation Unit, Clinical Scientific Institute Maugeri, Genova, Italy

7 Boston University School of Medicine, Boston, MA, USA

8  Bethlehem University, Palestine

9 Servizio Sanitario Nazionale, Torino, Italy

10 Dept. of Biomedical and Neuromotor Sciences, University of Bologna, Italy

11 Dept. Physiology, University of Trento, Italy

12 Institute of Molecular Biology and Pathology (IBPM), National Research Council of Italy (CNR)

13 Dept. Biochemical Sciences, University of Rome Sapienza, Italy

14 Dept. Gynecolgy and Obstetric, Galiera Hospital, Genoa, Italy

15 King’s College, University of London, UK

Aggiornamento al 9 novembre:

L’ospedale Indonesian è stato costretto a chiudere, il Kamal Radwan è parzialmente aperto, ma dopo essere stato invaso sono rimasti solo 2 pediatri, mentre oltre 40 membri del personale sono stati rapiti;  senza poterli curare sta però ricevendo centinaia di feriti e morti. Il figlio del direttore è stato giustiziato. I piani superiori e la TIN sono stati bombardati, così come i magazzini di medicinali e cibo. Ci sono stati bambini vittime dirette e altri a causa della mancanza di rifornimenti, e infermieri vittime di attacchi, all’OMS è stato negato il passaggio più di 7 volte ed è stata in grado di evacuare solo pochi pazienti.

Jabalia è stata dichiarata il 6 novembre dall’IDF “vuota di civili”, ma secondo l’ONU sono presenti circa 100.000 civili. Questi sono diventati “automaticamente”, secondo l’IDF, combattenti nemici quindi “uccidibili”, e cosi stanno facendo, ma negli ultimi bombardamenti le vittime erano per lo più donne e bambini sfollati nelle scuole. Dall’8 ottobre tutti sono senza cibo, acqua e medicine e i primi soccorritori sono presi di mira dall’IDF, costretti a lasciare i feriti morire a terra e i morti per strada.