Il Festival del 2024 è dedicato a un uomo di pace e di lotta che nasceva a Sesana un secolo fa, Danilo Dolci. E sua figlia Daniela sarà con noi e ci guiderà attraverso il racconto della sua vita irrequieta, vissuta senza un attimo di tregua, alla ricerca della giustizia e dell’eguaglianza tra gli uomini.

Partendo da Danilo, il nostro Festival vuole spiegare ai giovani come si diventa Operatori di Pace, seguendo i percorsi formativi della cooperazione internazionale, degli Atenei di Pace, degli Istituti di ricerca e anche delle Scuole di strada, dove si apprende con umiltà una cultura nuova, che passa attraverso il faticoso cammino dell’uguaglianza, dei diritti e della convivenza multiculturale.

“Costruiamo una cultura di pace” è il titolo dell’edizione che lunedì 11 novembre aprirà i battenti della Biblioteca Annalisa Durante e del Palazzo Corigliano (sede dell’Università Orientale) per accogliere il cinema politico e sociale delle resistenze umane, delle minoranze, dei migranti e di chi tutela i diritti umani, di chi rifiuta questo modello di sviluppo che consuma l’ambiente e ci porta ad accettare guerre e stragi per appropriarci delle materie prime, dell’energia, dell’acqua.

E poi racconteremo le storie di successo di tanti giovani di cui si parla poco e che intraprendono professioni spesso ignote, che richiedono grandi competenze e doti umane di coraggio ed equilibrio: le professioni della pace.

È importante farle conoscere e spiegare che l’esempio di Danilo Dolci oggi è un fenomeno culturale aperto e disponibile, che può dare occupazione dignitosa, che può seminare idee e progetti per contrastare la diffusione dei conflitti e il proliferare dell’intolleranza.

La pace è anche una professione, un lavoro, una scienza da coltivare con passione. La stessa che animava Mario Paciolla, ed è al suo esempio che il XVI Festival guarderà per illuminare un percorso di crescita che può aiutarci a cambiare la storia, giorno dopo giorno, con l’umiltà di chi mette le sue energie al servizio dell’umanità e della pacifica convivenza tra i popoli.

È questa la storia che vogliamo raccontarvi quest’anno, la strada che illumineremo con l’aiuto dei nostri ospiti che vengono dalla Palestina, da Israele, dalla Svezia e dalle Nazioni Unite, per aprire gli orizzonti di questa nuova vita che non può più tardare a venire, di cui avvertiamo un urgente bisogno, che dobbiamo indicare ai nostri ragazzi se non vogliamo che la competizione, la corsa al potere e la guerra si impossessino delle nostre esistenze.

Il nostro cinema vi aspetta dall’11 al 22 novembre a Napoli e su queste pagine, tra pochi giorni, troverete il programma di due settimane di incontri, confronti e proiezioni.

Per conoscere meglio la pace e sapere che non è solo una speranza, ma possiamo costruirla e viverla con l’impegno della ricerca, con il nostro lavoro quotidiano, come una professione.