Mentre il commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra si prepara all’audizione al Parlamento europeo per riprendere il suo ruolo nei prossimi cinque anni, più di cento organizzazioni della società civile gli hanno scritto per chiedergli di non portare i lobbisti dei combustibili fossili ai colloqui sul clima delle Nazioni Unite come parte della delegazione dell’UE.

La presenza di lobbisti dei combustibili fossili nella delegazione europea alla COP29 solleverebbe serie preoccupazioni sulle credenziali climatiche dell’UE e di Hoekstra stesso, visto il suo passato controverso e il suo attuale ruolo di guida della delegazione (Hoekstra in passato ha lavorato per Shell, N.d.R.).

Ai negoziati sul clima dello scorso anno, la COP28, l’UE e i suoi Stati membri hanno portato più di 130 lobbisti dei combustibili fossili, secondo una ricerca della campagna “Kick Big Polluters Out”. Il team di Hoekstra ha coinvolto alti dirigenti di Eni e BP, oltre al capo lobbista della ExxonMobil a Bruxelles.

Gli attivisti vogliono che i colloqui sul clima di quest’anno a Baku si impegnino per un’eliminazione dei combustibili fossili rapida, equa, completa e finanziata, ma ci sono timori legittimi che le lobby del petrolio e del gas blocchino questi sforzi per proteggere i loro profitti.

Nella lettera inviata al Commissario Hoekstra, le organizzazioni hanno espresso forti preoccupazioni per il predominio dell’industria dei combustibili fossili nelle discussioni per fermare il riscaldamento globale e hanno chiesto a Hoekstra di sostenere misure che proteggano il processo decisionale dall’influenza dell’industria del petrolio e del gas, come avviene per l’industria del tabacco nelle politiche sanitarie.

«Portare i lobbisti dei combustibili fossili alla COP29 è come invitare l’industria del tabacco a una conferenza sulla salute pubblica. È un palese conflitto di interessi che mina l’integrità dei colloqui sul clima. Nei colloqui sul clima non c’è spazio per chi inquina ed è per questo che abbiamo bisogno di una barriera di protezione, come per il tabacco», ha dichiarato Nathan Stewart, coordinatore di Fossil Free Politics.

La lettera, coordinata dalla campagna Fossil Free Politics da parte di 112 organizzazioni in Europa e nel mondo, chiede di trattare i lobbisti dei combustibili fossili in modo simile a quelli del tabacco, banditi dalle delegazioni dei Paesi che hanno firmato la Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco. Ciò include la Commissione Europea e tutti gli Stati membri dell’UE.

Un messaggio simile è stato trasmesso ai ministri nazionali di nove Paesi europei, ai cui gruppi è stato chiesto di non portare i lobbisti dei combustibili fossili alla COP29.

Giovedì 7 novembre, il Commissario Hoekstra si presenterà al Parlamento Europeo per essere interrogato dagli eurodeputati sulla sua idoneità a mantenere il suo incarico per i prossimi cinque anni. Si tratta di un’opportunità cruciale per gli eurodeputati di ottenere da lui l’impegno a proteggere la politica climatica dell’UE e delle Nazioni Unite da un’indebita influenza dell’industria.

Pascoe Sabido, ricercatore e attivista del Corporate Europe Observatory, conclude: «Non possiamo permetterci di ripetere gli errori dell’anno scorso. Gli eurodeputati devono ottenere un chiaro impegno da parte del commissario Hoekstra a tenere le lobby dei combustibili fossili fuori dalla COP29, altrimenti sarà messa a repentaglio la credibilità del programma dell’UE».

Più di 64.000 persone in tutta Europa hanno già chiesto all’UE di implementare una barriera tra l’industria dei combustibili fossili e i decisori politici, come ha fatto per i lobbisti del tabacco.

WeMove Europe, che ha coordinato la petizione con Fossil Free Politics, ha chiesto a tutti coloro che hanno firmato la petizione iniziale di inviare un’e-mail a Hoekstra e al suo gabinetto per dirgli di non portare i lobbisti dei combustibili fossili alla COP29.

Traduzione dall’inglese di Mariasole Cailotto.

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