Un numero di lobbisti del fossile che supera quello dei delegati delle dieci nazioni più vulnerabili al cambiamento climatico, avverte Wired [1]. È la COP29, conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Baku, 52 mila partecipanti. Presieduta da Mukhtar Babayev, da decenni ai vertici della compagnia petrolifera statale SOCAR viene ospitata in un paese, l’Azerbaijan, che deve il 90% dei proventi dell’export a gas e petrolio — più della metà di quest’ultimo è esportato in Italia [2] — e il cui Presidente, Ilham Aliyev, ripete che i fossili sono «un dono di Dio». Dopo l’Egitto (2022) e gli Emirati Arabi Uniti (2023), l’Azerbaijan è il terzo paese esportatore di gas e petrolio consecutivo a ospitare la conferenza sul clima. La stessa che dovrebbe fronteggiare quella crisi climatica planetaria causata principalmente proprio dai combustibili fossili.

Il retroterra

Gli undici giorni di incontri tra migliaia tra tecnici, politici e rappresentanti dell’industria fossile si terranno in un territorio che, poco lontano dalla sede dell’evento, dimostra tutti i limiti di un’economia nazionale basata quasi esclusivamente sull’estrazione di petrolio e gas: povertà, precarietà e disoccupazione, malattie da contaminazione del terreno e dell’aria [3] e un mare che dal 2010, in alcune zone, è arretrato fino a un chilometro, come mostrato in un eccellente reportage di Irpimedia [4]. I delegati tuttavia soggiorneranno nelle stanze di lusso del Sea Breeze Resort sul mar Caspio, con accesso a sette chilometri di spiagge e 60 piscine. E ovviamente potranno farsi fotografare mentre piantano alberelli nel nuovo parco del resort, creato proprio in questi giorni.

Il potere

L’Azerbaijan, secondo una classifica stilata dall’organizzazione per i diritti umani Freedom House, è lo stato più autoritario ad aver mai ospitato una COP [5]. Recentemente, nel settembre 2023, ha invaso il Nagorno-Karabakh, attuando di fatto una pulizia etnica nell’enclave armena: in seguito all’operazione militare più di 100 mila cristiani armeni sono fuggiti dal territorio conteso [6].

Secondo le organizzazioni Transparency International e Anti-Corruption Data Collective, la corruzione e la cleptocrazia minacciano i risultati della COP29. Nella presentazione di un rapporto pubblicato a ottobre affermano:«L’Azerbaijan, con il suo governo autocratico, il vasto settore dei combustibili fossili e i gravi livelli di corruzione nel settore pubblico, illustra chiaramente diversi rischi per l’integrità delle conferenze sul clima delle Nazioni Unite» [7].

La corruzione

Il Sea Breeze Resort, ad esempio, appartiene a Emin Agalarov, ex genero di Aliyev, che ha ricevuto dal governo 5 milioni di dollari per ospitare i delegati [8], ma di fatto molte delle aziende locali elencate tra i «partner ufficiali» sono dirette da un membro della famiglia di Aliyev o da qualcuno che ha legami con lui.

Secondo OCCRP — Organized Crime and Corruption Reporting Project, una delle più grandi piattaforme giornalistiche per la divulgazione della corruzione — tra i primi partner commerciali della COP29 vi sono l’azienda alimentare Azersun e la PASHA Holding, una società finanziaria con interessi nei settori bancario, assicurativo ed edile di proprietà delle due figlie di Aliyev; Leyla e Arzu. OCCRP afferma che la vicepresidente del consiglio di amministrazione dell’azienda, Mir Jamal Pashayev, è cugina di Mehriban Aliyeva, moglie di Aliyev e vicepresidente dell’Azerbaigian, mentre il nipote di Abdolbari Gozal, presidente di Azersun, è stato direttore di tre società costituite nelle Isole Vergini Britanniche a nome delle figlie di Aliyev nel 2008 [9].

L’analisi di OCCRP comprende altri due partner: l’operatore cargo Silk Way West Airlines e un’azienda tessile denominata GILTEX. OCCRP afferma che un’indagine del 2010 di Radio Free Europe ha mostrato che Arzu Aliyeva era una dei tre proprietari di Silk Way Bank, l’ex divisione finanziaria di Silk Way Group, di cui fa parte anche la compagnia aerea. OCCRP afferma anche che GILTEX, che controlla fino al 70% del mercato tessile locale, fino all’anno scorso faceva parte della Gilan Holding, finanziaria della quale le figlie di Alijev, tramite una società registrata negli Emirati Arabi Uniti, possedevano la quota di maggioranza insieme ai figli di Kamaladdin Heydarov, ministro delle situazioni di emergenza dell’Azerbaijan dal 2006 e membro del comitato organizzativo della COP29.

Sempre OCCRP, nel 2021, afferma:«Una fuga di documenti offshore noti come Pandora Papers ha aiutato a scoprire un impero immobiliare londinese del valore di quasi 700 milioni di dollari , accumulato dai figli di Aliyev, dal suocero e dai suoi soci tramite una rete di decine di società fittizie segrete. Le proprietà includevano attici, case a schiera, edifici commerciali e persino un intero fabbricato di 8 piani che era stato di proprietà, per anni, del figlio minorenne di Aliyev» [10].

L’oppressione

In un Azerbaijan piazzato al 164° posto su 180 paesi analizzati da Reporters Sans Frontières per libertà di stampa [11], sei corrispondenti di Abzas Media sarebbero stati imprigionati per aver pubblicato la notizia del finanziamento governativo senza gara d’appalto di cui ha usufruito Agalarov per il suo resort. E, mentre le carceri dell’Azerbaijan si riempivano di giornalisti e dissidenti, Aliyev, per migliorare l’immagine del suo Paese, otteneva che il suo Paese fosse sede di una serie di grandi eventi internazionali, tra cui l’ Eurovision Song Contest nel 2012, i primi Giochi europei nel 2015 e il Gran Premio d’Europa di Formula 1 nel 2016. Alcuni lo ricorderanno come nazione ospite del Salone del Libro di Torino nel 2018. E, adesso, la COP29 delle Nazioni Unite.

Chi trarrà un sicuro vantaggio dalla conferenza sul clima sarà dunque il Governo azero, uno dei regimi più repressivi e corrotti che, grazie all’evento, recupererà posizione e credibilità. Il Governo azero e la famiglia del Presidente Aliyev.

 

[1] https://www.wired.it/article/cop29-numero-lobbysti-petrolio-gas/
[2] https://ilmanifesto.it/da-baku-a-roma-fino-a-bruxelles-unamicizia-basata-sul-fossile
[3] https://www.rferl.org/a/azerbaijan-oil-environment/28786199.html
[4] https://irpimedia.irpi.eu/specialecop29-azerbaijan-paese-delle-trivelle/
[5] https://freedomhouse.org/country/azerbaijan/freedom-world/2024
[6] https://www.avvenire.it/mondo/pagine/la-pulizia-etnica-tre-quarti-degli-armeni-fuggit
[7] https://acdatacollective.org/work/cop-co-opted/
[8] https://abzas-org.translate.goog/az/2024/7/cop29-ucun-prezidentin-kecmisbf344d89-5/?_x_tr_sl=az&_x_tr_tl=it
[9] https://www.occrp.org/en/project/know-your-host/official-partners-of-azerbaijans-cop29-climate-summit-linked-to-ruling-aliyev-family-and-their-inner-circle
[10] https://www.occrp.org/en/feature/total-control-azerbaijans-jails-fill-with-journalists-and-dissidents-as-election-approaches
[11] https://rsf.org/en/index