Il Comitato Nazionale di Un Ponte Per ritiene importante raccogliere l’appello della Comunità Palestinese e degli Studenti palestinesi a scendere in piazza a Roma il 12 ottobre per fermare il genocidio in atto a Gaza e per fermare il massacro del popolo libanese.

La manifestazione del 12 ottobre può diventare una tappa importante nel percorso che porta alla mobilitazione nazionale del 26 di ottobre. È necessario infatti, indipendentemente dalla piattaforma di convocazione che, pur nella sua parzialità, Un Ponte Per condivide, che le forze democratiche, della società civile, dell’associazionismo e del movimento per la pace italiano non lascino soli i palestinesi e le palestinesi. È necessario, anche di fronte al tentativo di criminalizzare il dissenso alla guerra, che ci sia un atto di generosità per estendere a settori sempre più larghi della società, l’indignazione e l’opposizione a ciò che sta avvenendo in Medio Oriente.

Un Ponte Per rinnova la propria solidarietà e vicinanza ai familiari dei civili israeliani e palestinesi vittime, durante il 7 ottobre 2023 e prima e dopo quella data, di crimini di guerra e contro l’umanità.

Un Ponte Per prosegue le sue campagne – “ACQUA PER GAZA” e “EMERGENZA LIBANO” – in raccordo con le società civili palestinese e libanese per portare sostegno umanitario alle popolazioni colpite dai bombardamenti, dalla sete, dalla fame e dalla privazione di medicinali e di luoghi di accoglienza sicuri.

Ritiene che sia fondamentale il CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E PERMANENTE, per consentire l’apertura di tutti i valichi per portare soccorso a Gaza e al contempo, in Libano, consentire il ritorno in sicurezza nelle loro case e villaggi del 1 milione e 200mila sfollati.

Ai punti della piattaforma d’indizione della manifestazione del 12 ottobre a Roma Un Ponte Per intende aggiungere altre buone ragioni per scendere in tanti e in tante in piazza sabato prossimo. In particolare chiediamo al Governo italiano e a quelli dell’Unione Europea di:

  • attivarsi per far rispettare gli obblighi delle prescrizioni deliberate dalla Corte Internazionale di Giustizia in merito alle potenziali violazioni della Convenzione contro il genocidio;
  • chiedere la cancellazione immediata delle annessioni proclamate dalla Knesset e dal governo israeliano dei territori della Cisgiordania e di sanzionare tutti i coloni per violazione del diritto internazionale;
  • pretendere la fine dei rastrellamenti, delle torture e degli arresti arbitrari operati da Israele così come il rinnovo della richiesta ed operare per la liberazione di tutti gli ostaggi ancora trattenuti da Hamas;
  •  chiedere la revoca di tutte le restrizioni e i respingimenti operati da Israele contro i membri delle organizzazioni internazionali umanitarie, gli osservatori dei diritti umani, i cooperanti delle Ong;
  • pretendere l’ingresso nella Striscia di Gaza della stampa internazionale e il rispetto dell’incolumità dei giornalisti. Siamo già a 175 giornalisti, tutti palestinesi, assassinati dal 7 di ottobre ad oggi. Un Ponte Per sostiene la richiesta di dedicare il premio Sacharov del parlamento europeo ai giornalisti palestinesi assassinati mentre svolgevano il proprio lavoro a Gaza;
  • sostenere in ogni votazione alle Nazioni Unite e nel parlamento europeo e nazionale, il riconoscimento dello Stato di Palestina e cessare di assumere atteggiamenti “pilateschi” e ignobili per un Paese democratico, come il continuo ricorso al voto di astensione.

Un Ponte Per ricorda che quella in corso non è una guerra tra religioni, ma una guerra coloniale, razzista e suprematista tesa a sottrarre terra e vita ai nativi della Palestina. Per questo sosteniamo il BDS come strumento nonviolento di lotta in grado di mobilitare e responsabilizzare la cittadinanza del loro “potere” d’incidere sulle scelte di guerra portate avanti da Israele. Sosteniamo gli obiettori di coscienza israeliani che si rifiutano d’imbracciare le armi e di essere strumenti di occupazione, così come riteniamo preziosa e importante l’emergere, negli Usa e non solo, di una generazione di giovani ebrei che hanno rotto con il sionismo e sono protagonisti della lotta contro l’occupazione e per fermare il genocidio.

Anche per queste ragioni il 12 ottobre saremo in piazza a Roma e invitiamo tutti e tutte ad essere con noi.