Continuano i processi ad Ultima Generazione. Questa settimana si sono tenute due udienze riferite ad altrettante azioni compiute negli ultimi due anni:
- La prima martedì 8 ottobre al tribunale di Milano, dove Simone Ficicchia era chiamato a rispondere a 5 denunce per violazione del foglio di via obbligatorio. A fine udienza il giudice ha assolto Simone perché il foglio di via era illegittimo, ma le questure continuano a darli.
- La seconda giovedì 10 ottobre a Roma, dove le persone di Ultima Generazione erano chiamate a rispondere per l’azione presso la sede Eni del 12 aprile 2022. Trattandosi di un’udienza comparizione predibattimentale, è stata rinviata al 20.02.2025 per un ritardo di notifica.
Davide ha dichiarato: “Io, Simone, Laura, Cecca e Daniele siamo a processo per aver protestato contro l’ENI presso la sua sede a Roma il 12 aprile 2022. Rischiamo da 1 mese a 8 anni di carcere e fino a € 30.000 di multa con le accuse di danneggiamento, porto d’armi illegittimo (avevamo dei martelli) e violazione del foglio di via. Sono passati più di 2 anni, ma non mi pento di quello che abbiamo fatto. ENI in questi 2 anni ha continuato ad estrarre gas e petrolio in Italia e all’estero, contribuendo ad alimentare il collasso climatico. L’Italia è il quinto paese del G20 per finanziamenti al fossile e, al contempo, è uno dei paesi più colpiti dalla crisi climatica. Nel 2023 ci sono stati 378 eventi estremi tra alluvioni, incendi, ondate di calore e siccità. Le persone sono abbandonate a loro stesse e, quando succede, ricevono rimborsi insignificanti, come dopo le alluvioni in Emilia. A fine settembre ero ad una manifestazione di contestazione al G7 Agricoltura a Siracusa e sono rimasto colpito dalle dichiarazioni di moltissime persone venute lì da tutta la Sicilia. Erano arrabbiate perché hanno l’acqua una volta a settimana. Per questo e per molto altro, dobbiamo continuare a lottare perché è in gioco la nostra sopravvivenza. Le conseguenze legali non ci fermeranno”.
Per la prossima settimana sono previste due udienze: il 14 ottobre ci sarà il processo in cui si deciderà se assegnare la sorveglianza speciale a Giacomo Baggio Zilio, per il quale è stato organizzato fuori dal Tribunale di Roma, in piazzale Clodio, un presidio di solidarietà. Ed il 17 ottobre, presso il tribunale di Roma si terrà l’udienza per l’azione al Senato del 23 maggio 2023.
Il mailbombing: chiedere alla Questura di ritirare la richiesta
Abbiamo lanciato il mailbombig per far capire a chi ha chiesto l’applicazione della misura che Giacomo non è solo, che i motivi che l’hanno portato a protestare pacificamente sono condivisi da molte persone, che quest’atto di accanimento poliziesco, che fa il paio con la recente approvazione alla Camera del ddl 1660, non è ciò che farà terminare le proteste. Fino a che il Governo non ascolterà realmente le ragioni della protesta portata avanti da Giacomo ed a tante altre persone e non deciderà di affrontare seriamente la crisi climatica e le devastazioni che già adesso colpiscono il nostro territorio e le persone che lo abitano, ci saranno sempre persone che pacificamente ma con tutta la rabbia e la speranza necessaria scenderanno in strada a protestare. Per gli stessi motivi, per la mattina del 14 ottobre è stato organizzato un presidio a piazzale Clodio, fuori dal Tribunale
Chiediamo un fondo riparazione
La nostra richiesta è di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari. Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi.