Inizia domani, 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza, la sesta edizione del Festival della nonviolenza e della resisteza civile promosso dal Centro Studi Sereno Regis e organizzato in collaborazione con diverse associazioni locali e nazionali.

Nonostante la guerra sia ripudiata dalla nostra Costituzione e proibita dalla Carta delle Nazioni Unite viviamo in un contesto che sempre più la legittima come unica possibilità di difesa da un’aggressione e come scelta inevitabile nella regolazione dei conflitti e nella gestione della governance internazionale.

«Gli effetti combinati del dilagare delle guerre nel mondo e dell’aggravarsi della crisi climatica incidono pesantemente soprattutto sui paesi a basso reddito, costringendo intere popolazioni ad abbandonare i loro territori di vita» – dichiara Angela Dogliotti, vicepresidente del Centro Studi Sereno Regis -, che continua: «Il ripudio della violenza diretta della guerra è perciò la prima condizione per costruire una alternativa che possa portare dallo, stato di natura di tutti contro tutti dell’attuale sistema di guerra ad uno stato di civile convivenza».

Per questo il Festival si aprirà domani 2 ottobre, alle ore 15, con il convegno Prospettive nonviolente per una cultura di pace, con sede nell’Aula Magna dell’Istituto Avogadro, e proseguirà venerdì 4 sia in sedi decentrate con eventi organizzati da scuole del territorio per promuovere un’educazione alla pace tra le giovani generazioni, sia nella sede del Centro Studi Sereno Regis, in via Garibaldi, 13, con un ricco programma di interventi.

Alle 17,30 si aprirà la sessione introduttiva con analisi e proposte sui rischi e le opportunità del mondo emergente, con interventi di esperti del mondo accademico e dell’associazionismo;

durante la giornata di sabato 5, a partire dalle 9,30 saranno presentate esperienze e buone pratiche di costruzione della pace dal basso, e alle 17 sarà presentato un Reading sull’obiezione di coscienza di Pietro Pinna, con la partecipazione di Gianni Bissaca e Walter Cassani.

Il Festival si concluderà domenica 6, presso la Casa del quartiere San Salvario con due workshop organizzati da Ultima generazione e dal Centro Studi Sereno Regis sulla partecipazione attiva e sull’approccio nonviolento nei conflitti.

Lo sviluppo di una cultura della nonviolenza è infatti l’alternativa più radicale alla violenza culturale profondamente radicata nelle nostre società.

Al suo centro sta un concetto di conflitto inteso come realtà che fa parte della vita e che in quanto tale non va negato, ma trasformato in modo costruttivo, attraverso i principi della comunicazione nonviolenta, del dialogo, della lotta nonviolenta, in tutte le sue forme.