L’articolo di Eugenio Ferrara del 14 ottobre sul NO delle Ferrovie ad un paio di proposte del Comune, in particolare quella della “bretella Fortezza-Panciatichi” che avrebbe alleggerito il traffico nell’intero quartiere di Rifredi, mette subito in risalto come il sottoattraversamento TAV sia e sarà un problema per Firenze; avviene già adesso che è stata scavata la metà della metà della metà delle gallerie.

Spesso gli ambientalisti, e anche questo comitato, criticano il Comune per i progetti che prevedono asfalto, occupazione di suolo, danni al verde urbano, sostegno al trasporto privato; il caso di questa infrastruttura invece prevede solo il riutilizzo di quello che adesso è il “corridoio attrezzato”, un percorso utilizzato per il trasporto dei materiali da e per il cantiere ai Macelli.

Nelle osservazioni al piano strutturale le Ferrovie dicono NO perché in quello spazio ci sarebbe da sistemare il futuro people mover, il collegamento tra la stazione AV e Santa Maria Novella.

Già prima di essere realizzato, il sottoattraversamento si dimostra un progetto che crea problemi alla città, impedendo che si realizzi qualcosa che, se ben realizzato, risponderebbe ad una necessità reale. Fin dall’inizio questo comitato aveva denunciato come il progetto TAV avrebbe condizionato lo sviluppo futuro della città occupando spazi importanti e l’intero sottosuolo di Firenze.

Per ironia della sorte questo fantomatico people mover, di cui non esiste al momento nemmeno un progetto, non nasce per oggettive necessità, ma per rimediare, se il sottoattraversamento fosse ultimato, al disastro trasportistico che si creerebbe con due stazioni lontane e difficili da collegare tra loro. Nessuno vuol ricordare che, a Firenze, la messa in opera della stazione Foster sarebbe un danno enorme; solo una spessa coltre di retorica e propaganda può far dimenticare questa evidenza.

Anche il gruppo di tecnici dell’Università di Firenze, coordinati dal professor Alberto Ziparo nel lontano 2007, propose una cosa simile alla bretella proposta dal Comune con, in più, dei collegamenti sotto la sede ferroviaria per collegare viale Redi con via del Romito. Alleghiamo una foto di quel progetto, dovuto ai professori Giorgio Pizziolo e Roberto Budini Gattai, dove abbiamo malamente evidenziato in blu il percorso della “bretella” che avrebbe una funzione utilissima per alleggerire il traffico nei quartieri circostanti e anche la zona della Fortezza da Basso che, al momento, è diventata una grande rotonda di smistamento del traffico privato e pubblico. Da notare la zona, dove adesso esiste la voragine del cantiere Foster, che era stata immaginata come una grande area verde.

Questo progetto di tunnel a Firenze è invece un vero elefante bianco, un pachiderma infrastrutturale inserito in una città fragile, con spazi ridotti, un dono non richiesto del partito del cemento; sarà un peso difficilmente sostenibile.

Comitato No Tunnel TAV Firenze