Riceviamo e pubblichiamo dalla Campagna ‘Palestina libera’
SANGUE SU UN ELICOTTERO DELLA LEONARDO s.p.a.
L’Italia è corresponsabile del genocidio del popolo palestinese
28.10.2024 – Vergiate (Varese). Questa mattina alle ore 9.45 tre attiviste aderenti alla campagna “Palestina Libera”, hanno lanciato tempera rossa lavabile contro un elicottero della Leonardo s.pa. –Divisione Elicotteri, esposto davanti l’ingresso dello stabilimento.
Le tre attiviste hanno poi esposto uno striscione con scritto “Palestina Libera”, ed hanno lasciato l’impronta rossa delle proprie mani sopra l’elicottero, sedendosi successivamente sull’asfalto.
Alle 10.15 sono arrivati i carabinieri, che hanno portato in caserma le tre attiviste.
Paola, 30 anni e geometra, ha dichiarato: “Ho scelto oggi partecipare ad un’azione nonviolenta della campagna ‘Palestina Libera’ per dire basta alla complicità italiana nel genocidio palestinese, e per dire basta alla Leonardo s.p.a., che a Varese produce i caccia M-346, che vengono utilizzati per addestrare i soldati italiani che da più di un anno stanno bombardando quasi quotidianamente persone innocenti in Palestina e ora anche in Libano”.
PROFITTI EXTRA PER LA LEONARDO s.p.a. CHE CONTINUA A FARE AFFARI CON ISRAELE
Con questa azione la campagna Palestina Libera ha l’obiettivo di fermare l’invio di armi italiane ad Israele.
Dal 7 ottobre ad oggi, più di 42500 persone (186 mila o più secondo una stima del Lancet), di cui circa 17 mila bambini e bambine, sono stati sterminati da Israele, ma l’invio di armamenti Made in Italy non è mai cessato.
Leonardo s.p.a. continua a stabilire nuovi accordi di vendita con Israele anche dopo ottobre 2023 attraverso la sua controllata statunitense, la Leonardo DRS.
La protesta mira ad esporre la Leonardo Spa, società partecipata al 30% dallo stato Italiano, che non ha mai smesso di rifornire Israele con armamenti italiani, che sono continuati anche negli ultimi mesi, dove abbiamo inviato pezzi di ricambio di M346.
I dati ISTAT, infatti, ci dicono che dalle sedi Leonardo s.p.a. della provincia di Varese, solo nel primo semestre del 2024 sono stati inviati ad Israele 9.207.738 milioni di euro in aereomobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi.
Questo ha concorso ad ottenere già nel primo trimestre 2024 profitti extra, grazie anche alla morte provocata a Gaza.
In un’indagine precedente, AltraEconomia aveva appurato che da ottobre a dicembre 2023 risultavano esportati dall’Italia a Israele 14.800.221 euro in materiali della stessa categoria.
Dall’inizio del genocidio quindi, sono partiti dall’Italia verso Israele almeno 24 milioni di euro in rifornimenti bellici. Non essendo i dati trasparenti, questi potrebbero essere molti di più.
Sara, 25 anni, ha dichiarato: “Basta davvero molto poco, come lanciare della vernice rossa lavabile, per dimostrare a questa azienda che noi non vogliamo essere complici di quello che ci sta succedendo. Il nostro è un invito a tutti quanti di scendere in strada e chiedere lo stop di invio di armi italiane a Israele”.
L’ITALIA COBELLIGERANTE NEL GENOCIDIO
In passato le ottime relazioni tra Italia e Israele hanno permesso la vendita di ben 30 caccia M-346 italiani a Israele.
Questi caccia sono stati e sono tuttora utilizzati per l’addestramento dei piloti israeliani, impegnati da più di un anno e più in bombardamenti a Gaza, e sono stati prodotti a Venegono Superiore, una delle sedi Leonardo a Varese.
I nostri rifornimenti vanno valutati non solo quantitativamente visto che l’utilizzo, la riparazione e la manutenzione dei nostri M-346 permette all’esercito israeliano di addestrare nuovi piloti per i loro caccia continuando però a bombardare ogni giorno Gaza e il Libano con i loro F35.
Oltre ai rifornimenti diretti l’Italia ha giocato un ruolo fondamentale per la logistica della guerra a Gaza.
Sono numerose le navi cisterna che hanno fatto rifornimento di carburante nei porti italiani per consentire di rifornire l’esercito israeliano.
Gli aeroporti di Brescia e Sigonella sono stati utilizzati come hub per voli americani israeliani e di velivoli senza pilota diretti o provenienti da Israele.
Perfino a livello istituzionale la stretta di mano fra Meloni ed Herzog di questa estate raffigura a pieno l’immagine di un’Italia totalmente schierata a fianco di un governo genocida.
Attraverso la legge 185/90, sappiamo che ogni autorizzazione riguardante import ed export di armi e armamenti riceve obbligatoriamente autorizzazione dal governo italiano.
Il nostro governo quindi è attivamente e consapevolmente coinvolto nel rifornimento di armamenti a Israele.
PALESTINA LIBERA ESISTE PER INTERROMPERE QUESTA COMPLICITA’
Riteniamo il governo italiano e la Leonardo s.p.a. direttamente responsabili. La campagna Palestina Libera chiede al governo di rispettare l’articolo 11 della costituzione italiana, che ripudia la guerra, e numerose altre risoluzioni ONU, fermando l’invio di armamenti ad Israele.