Microfono aperto al presidio della CGIL davanti al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma.

Pubblica Istruzione, almeno così recita la scritta sul portico dell’ingresso in viale Trastevere, nella giornata dello sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici del mondo della conoscenza, unito e solidale tra pubblico e privato.

Presenti anche i e le studenti della scuola. Al microfono passa l’elenco delle numerose scuole romane oggi chiuse grazie anche all’adesione del personale ATA tutto. È solo l’inizio, con lo sciopero generale di categoria oggi e l’8 dei trasporti, in vista dello sciopero generale del 29 novembre.

Si chiedono a gran voce investimenti nel mondo dell’istruzione, essendoci le risorse. E invece si continuano a fare tagli di personale. Istruzione e sanità, non si smetterà mai di ripeterlo, sono i settori in cui uno stato democratico deve investire.

E ancora l’ennesima condanna dell’autonomia differenziata non farà altro che creare disparità salariali. Non servono nuovi concorsi, ci sono uomini e donne che riempiono le graduatorie che aspettano di essere assunti. Servono ulteriori organici, anche dei collaboratori scolastici, che non sono inadempienti, si fa sapere al ministro, sono pochi.

E si continuerà a fare presidi, ad essere nei territori devastati dal dimensionamento scolastico, qui a Roma come nel resto d’Italia, nei quartieri popolari: pagano sempre le famiglie più deboli. Così, per esempio, al Quarticciolo, dove oggi la scuola sciopera chiudendo uno dei suoi plessi.

Ridicole le percentuali di idonei assunti, che scorrano le graduatorie di chi ha superato un concorso! Serve una riforma del sistema di reclutamento che punta solo a dividere e a mettere l’uno contro l’altro i colleghi e non garantisce alcuna continuità didattica.
Così il portavoce degli idonei 2020.

Ci sarà con loro e con chi ha superato il PNNR un nuovo presidio il 15 novembre, insieme agli e alle studenti, per unire le rivendicazioni e la lotta.

E, con lo sciopero dei privati, oggi qui sono chiusi anche numerosi nidi, nonostante la grande difficoltà del personale del settore a scioperare per le tipologie di contratti spesso anacronistici.

Anche l’università prende la parola con la voce di una precaria che ricorda la situazione di insicurezza sia nella formazione pubblica sia in quella privata.

Stanchi – tutti – di bugie, di risparmio sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici per spendere le risorse su quella dei poveri cristi mandati in Albania.

Intanto, parla la rappresentante dei e delle docenti di sostegno, nel suo costume da strega, e ribadisce la contrarietà al ddl 71, un brutto scherzetto che dà l’illusione alle famiglie di scegliere il docente che è sempre e comunque insegnante della classe, ma che in realtà alla fine verrà deciso dal dirigente creando così disparità tra lavoratori e lavoratrici.

Da più parti si avverte: non aderire allo sciopero significa essere d’accordo con queste schifezze!

Raggiunge il presidio la Filcam in solidarietà ai lavoratori della conoscenza.

E ancora si allunga l’elenco delle scuole chiuse.

Parlano ancora i e le docenti.
È terribile che oggi essere un docente a tempo indeterminato debba considerarsi un privilegio, mentre il governo continua a trovare i soldi per le spese militari, per le scuole private, per finanziare il debito.
E allora – si ripete da più parti – che si trovino le risorse, tagliando le spese anzidette, per tutti e tutte le lavoratrici del mondo dell’istruzione.

Serve incontrarsi per discutere un piano di lotta in vista dello sciopero generale che unisca tutti con l’obiettivo di cacciare il governo e i suoi ministri. Non bombe ma diritti e salari per tutt3.

A seguire, il mondo della ricerca ringrazia il mondo degli studenti oggi qui presenti. Le colleghe vestite da streghe ricordano le prime ricercatrici bruciate sul rogo per la sola colpa di essere donne.

Serve un modello di sviluppo alternativo non bonus e mance, si ribadisce. Così anche la scelta di tenere i dipendenti in una situazione di precariato è una scelta politica e non economica, un precario non costa meno di un lavoratore a tempo indeterminato!

Solidarietà di diverse sigle sindacali dal mondo, anche dal Giappone.

Una preside fa notare che i dirigenti scolastici non hanno potuto scioperare oggi perché precettati dal comitato di garanzia.

Appuntamento al 15 novembre, dunque!