Giovedì scorso, Roberto Lovattini primo firmatario della petizione Proclamare uno sciopero dei produttori e dei consumatori contro la guerra[1] ha introdotto la conferenza stampa online per illustrare l’iniziativa.[2]

L’obiettivo della conferenza era quello di contestualizzare l’appello e sottolinearne l’importanza.

Come spiega Giansandro Barzaghi (Associazione NonUnodiMeno) nel suo intervento, la guerra è già dentro le nostre case, siamo di fronte ad una situazione straordinaria per cui sono necessarie iniziative straordinarie.

Flavio Lotti (Presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace) considera la grave azione dei governi che vogliono intenzionalmente demolire quell’architettura multilaterale nata dopo la Seconda guerra mondiale e che, con tutti i limiti del caso, ha evitato lo scoppio di un nuovo conflitto globale. Ciò va combattuto con un impegno diverso ed appellandosi alla responsabilità individuale e collettiva e l’appello va in questa direzione come va in questa direzione la mobilitazione per la pace convocata per il 26 ottobre[3].

Sono inoltre intervenuti Beppe Giulietti (Fondatore Articolo 21), Lauro Seriacopi (Vicepresidente Fondazione Don Milani), Luciana Bertinato (Maestra, collaboratrice Mario Lodi, Progetto “I Pacifici”), Mauro Annoni (Presidente Istituto di Storia Contemporanea Pesaro), Laila Simoncelli (Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII), Pietro Bartolo (ex medico Lampedusa, già parlamentare europeo), Giulio De Vivo (maestro e Formatore)

L’invito è quindi quello di firmare la petizione e diffondere l’iniziativa come una della attività capillari della base sociale per fermare questa corsa alla guerra totale.

 

 

[1] https://www.change.org/p/proclamare-uno-sciopero-dei-produttori-e-dei-consumatori-contro-la-guerra

[2] L’appello è già stato rilanciato da Pressenza.

[3] https://www.pressenza.com/it/2024/10/fermiamo-le-guerre-il-tempo-della-pace-e-ora/