È un quadro di luci e ombre quello che emerge dalla Relazione annuale del CNEL sui servizi pubblici (che il CNEL, ai sensi della legge 936/1986, deve inviare annualmente al Parlamento e al Governo) presentata di recente a Roma, presso Villa Lubin. Molte buone pratiche, importanti miglioramenti, ma anche tante sfaccettature che riflettono antiche fragilità e significativi divari territoriali e sociali. Bene gli indicatori di benessere relativi alle speranze di vita (83,1 anni) e alla salute degli anziani (37,8% in buona salute). In aumento il livello di risorse finanziarie per la protezione sociale, la prevenzione sanitaria e i servizi all’infanzia. Migliora il livello di istruzione della popolazione. Si innalza la percentuale di raccolta differenziata e di riciclaggio. Ma non mancano le lacune. Spesso il livello di impegno economico è al di sotto della media europea. Vi sono criticità nel trasporto pubblico. I servizi per la prima infanzia sono inferiori ai principali paesi UE. Persiste il fenomeno della perdita di acqua per gli usi domestici. Vi sono marcate differenze di performance dei servizi a livello regionale e permangono disuguaglianze che penalizzano i soggetti con maggiori problemi economici e sociali.

Della Relazione appare particolarmente interessante la performance della PA con un focus sulle funzioni fondamentali dei Comuni: amministrazione, polizia locale, istruzione, viabilità, gestione del territorio, rifiuti, servizi sociali, asili nido (anno 2021, valori medi). Per quanto riguarda l’”Amministrazione”, si certificano 2,4 dipendenti amministrativi ogni 1.000 abitanti, con una spesa media di 162 euro pro capite. Per la “Polizia locale” si spendono invece 54,2 euro pro capite e per ogni 1.000 abitanti i Vigili urbani gestiscono 3,4 incidenti stradali, elevano 464 contravvenzioni (261 con mezzi automatici come autovelox) e rimuovono 4,3 veicoli. In ordine all’”Istruzione”, si spendono 800 euro per ciascun residente dai 3 ai 14 anni. La fascia di popolazione raggiunta dai servizi di mensa scolastica è il 23,9%, dai centri estivi, il 9,1%, dal trasporto, il 9,6% e dal trasporto persone disabili l0 0,2%. Per la “Viabilità” i Comuni spendono in media 784 euro per km di strada comunale per manutenzione e gestione delle attività amministrative connesse, mentre si spendono 386 euro per tonnellata di rifiuto raccolto e smaltito (la produzione complessiva di rifiuti è stata pari a 506 kg per abitante, con la  raccolta differenziata pari al 65,4%). Per il “Sociale” la spesa è di 120 euro pro capite, con 54,4 utenti dei servizi sociali ogni 100 abitanti, di cui 18 utenti per problemi relativi alle condizioni familiari e dei minori, 12,4 anziani, 12,6, a fronte di condizioni di povertà, disagio e senza dimora, 5,8 disabili, 5,4 immigrati o nomadi, 0,2 tossicodipendenti o con problemi di salute mentale; 21,1 utenti che beneficiano di contributi economici, di cui la metà sono famiglie e minori. Il taso di copertura della domanda potenziale raggiunta attraverso i nidi comunali è ferma al 16,4%

La Relazione a proposito di divari territoriali parla di “Fattore Sud” che “si manifesta in due modalità distinte. La prima riguarda la situazione in cui a costi più elevati corrispondono livelli inferiori di servizio. Questo scenario si osserva in particolare nei servizi di gestione del territorio e della viabilità, nella gestione dei rifiuti e nei servizi di asilo nido. La seconda modalità riguarda un’allocazione ridotta di risorse, che si traduce in una minore offerta di servizi. Questo fenomeno è evidente nei servizi di polizia locale, nel supporto all’istruzione e nei servizi sociali, dove la limitata disponibilità di risorse risulta direttamente correlata a una minore quantità e qualità dei servizi erogati.” E gli esempi non mancano: la copertura della domanda potenziale per la mensa scolastica nei Comuni è al 33,3% in Toscana e solo al 9,6% in Campania;  il Sud spende circa il 37% in più del Nord-Ovest e il 50% in più del Nord-Est ma ha una raccolta differenziata di 11,9 punti in meno rispetto al Nord-Ovest e di 17,4 punti rispetto al Nord-Est; sul fronte dei servizi sociali, al Sud i livelli di impegno finanziario (95 euro pro capite) sono sempre più bassi di qualsiasi altro territorio (124 euro Nord-Est, 129 euro Centro, 134 euro Nord-Ovest), a fronte di un contesto in cui il tasso di deprivazione socio-economica è molto più elevato; anche i servizi per il nido sono particolarmente arretrati al Sud, con tassi di copertura ben al disotto della media (pari al 7%, contro l’18,5% del Nord-Ovest, il 21% del Nord-Est e il 22% del Centro).

Qui la Relazione integrale  del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro sui servizi pubblici: https://www.cnel.it/Portals/0/CNEL/Comunicazione/relazione%20CNEL%20PA%202024/Relazione%20sui%20servizi%20pubblici%202024_con%20allegati.pdf?ver=2024-10-14-114923-070&timestamp=1728906652313