Oggi mi alzo in piedi e sciopero!
Sciopero peri miei diritti di lavoratore e per la difesa della scuola pubblica.

Lo sciopero nella scuola (e nei servizi pubblici in generale) é da sempre, e oggi più che mai, un’arma spuntata.
Danneggia i cittadini e non un governo ultraneoliberista a cui nulla importa se le scuole sono chiuse o aperte, anzi… meglio se sono chiuse e, “care cittadine e cittadini, se non vi sta bene potete iscrivere i vostri figli alle scuole private”.

Don Lorenzo Milani polemizzò aspramente con gli insegnanti e le insegnanti che facevano sindacato: scrisse perché invece di levare un giorno di scuola ai figli del popolo non bloccate gli scrutini, quando vi impongono si fare i giudici?

Fu una splendida idea che i comitati di base nella scuola attuarono finché fu possibile, ma ora non lo é più.

Toccherà inventarsi altri modi meno rituali, inutili e stantii di lottare, toccherà far capire che la scuola, la sanità ed i servizi pubblici appartengono a tutte e tutti i cittadini e solo uno sciopero generale prolungato  ripetuto potrebbe davvero incidere.

Allora?
Mi chiede R. “Maestro Mauro perché domani non vieni a scuola?”
“Domani c’è sciopero.”
G.: “Sì, ma perché tu scioperi?”.

Silenzio… Non mi sottraggo mai alle domande, ma non sempre trovo le risposte.
“Bambini non sciopero di certo per togliere ore di lezione a voi, che tanto a scuola potete venire lo stesso.
Lo sciopero non è un giorno di festa, e a me leveranno quasi cento euro per aver scioperato, anzi di più… Ma non è questo il punto”.

F. “A me fa piacere se scioperi così sto a casa a giocare con la play e non mi danneggi per niente e poi a miei genitori vanno lo stesso a lavorare e mi lasciano a casa da solo.”
Z. : “Domani mamma mi viene a prendere prima, quando avresti tu lezione.”
J.: “Io vado da nonna”.
A.: “Ci dai oggi i compiti?”.

F.: “Io non ho capito ancora, perché scioperi maestro Mauro?”
“Lo sciopero é un’arma delle lavoratrici e dei lavoratori per difendere i propri diritti. Io sciopero quindi per avere una paga migliore. Tutti quelli che lavorano devono avere una paga giusta.”
E.: “Mio papà dice che lo pagano poco e glielo dice pure la mamma”.
H.: “Mio papà ora non lavora, solo ogni tanto lo chiamano e guadagna poco e la mamma gli dice: invece di comprarti le sigarette e lamentarti, smetti di fumare così almeno risparmiamo”.
D. : “Mia mamma lavora in ospedale e dice sempre: Quando c’era il COVID ci chiamavano gli angeli, così non c’è bisogno di pagarci, perché gli angeli non mangiano”.
S., che é un piccolo genio del genere comico satirico dice: “Domani è Halloween e io mi vestirò da bolletta della luce per terrorizzare i miei genitori.”
Tutti ridono e pure io che non mi capacito di come facciano a venirgli in mente queste battute.

Y: “Però io non ho  ancora capito perché tu domani scioperi?”
“Sciopero per andare a manifestare in piazza per fare capire a tutti che lo Stato, la Repubblica deve spendere più soldi per la scuola e, ad esempio, meno soldi per le armi. Sciopero per fare capire a tutti che i salari degli insegnanti sono troppo bassi per vivere.”

R.: “Maestro Mauro, non vorrei offenderti, ma che siete un po’, diciamo “malmessi economicamente” me n’ero già accorto”.
“Bravo, ma ricordati che lavorare ed essere “povero”, diciamo pure così, non è una colpa.
Semmai una colpa è non lavorare ed essere ricchi”.
R.: “Come i mafiosi.”

Suona la campanella. Per mia fortuna e loro gioia.
“Portate il libro di geografia a casa. Ci vediamo lunedì e vi interrogo tutti. Buone feste.”
“Buono sciopero Maestro Mauro” mi dice R.  simpaticissimo bambino, italo albanese, di religione islamica della Macedonia del Nord, un piccolo intellettuale educato e gentile, dal cuore grande e generoso e dall’umorismo raffinato… La nostra futura umanità.