Il concerto organizzato da Trieste Pro Patria sabato 26 ottobre per il 70° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia prevede l’esibizione, da quello che siamo riusciti a sapere, di due gruppi musicali nazi-rock. Nei testi di questi gruppi brillano versi del più cupo repertorio antisemita (che dire della raffinata bellezza di un verso come “ministri compiacenti, servi dei rabbini”?) e nazifascista. L’esaltazione di figuri agghiaccianti come Erich Priebke (protagonista dell’eccidio delle Fosse Ardeatine) che si può ascoltare nel brano di uno di questi gruppi, risuonerebbe nella città della Risiera di San Sabba dove i criminali nazisti, con l’ausilio entusiasta delle italianissime camicie nere, trucidarono migliaia di antifascisti, italiani e sloveni soprattutto, e avviarono ai campi di sterminio moltissimi ebrei e altri “sottouomini”.
Un’iniziativa di questo genere, che si svolgerà all’ippodromo di Trieste di proprietà comunale, è un oltraggio in un’Italia che proprio con la Liberazione dal nazifascismo e la lotta successiva contro squadrismo, terrorismo e stragi di Stato e mafia si è dotata di una coscienza condivisa, questa sì, contro le aberrazioni di ogni politica basata sulla violenza.
Non capiamo, infine, come si possa “celebrare” il ritorno di Trieste all’Italia quando questi gruppi, e l’organizzazione che li ha invitati, sono risolutamente anti-italiani: non dicono una parola di condanna sul nazifascismo, vero responsabile dei disastri e dei crimini avvenuti al “confine orientale”, né dell’occupazione nazista di Trieste e territori limitrofi: quanti italianissimi collaborarono con l’occupazione nazista (cioè “straniera”, crediamo) di Trieste e ai crimini a questa connessi? Sul nazifascismo è pieno di omissioni, peraltro, il dimenticabile articolo della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, pubblicato sul “Piccolo” del 26.10: tutto, per Meloni, comincia il 1° Maggio del 1945, come in tutti i più mediocri articoli fascisti e nazionalisti scritti negli ultimi decenni, con sprezzo del ridicolo e della Storia. Il passaggio della Presidente del Consiglio per cui “l’Italia continuerà a lavorare affinché il processo di riunificazione dei Balcani occidentali all’Europa [non all’Unione Europea, ndr] possa proseguire, con slancio e determinazione”, poi, si manifesta per essere una larvata allusione a un’annessione di fatto, già perseguita del Regno d’Italia e dal regime fascista, con i risultati che tutti sappiamo. Ci faremo anche carico direttamente delle prigioni per migranti appaltate all’Albania?
A questo proposito ricordiamo, alla Presidente del Consiglio e ai suoi seguaci, che la Costituzione della Repubblica italiana è dichiaratamente antifascista e ripudia l’antisemitismo, come ogni altro “razzismo”: quell’antifascismo e quella lotta all’antisemitismo che noi comuniste/i non abbiamo strumentalmente scoperto appena ieri, come è accaduto -tra incertezze tentennamenti- a molti esponenti dell’attuale maggioranza di governo, nazionale e locale.
Per quanto sopra scritto, ribadiamo che non è opportuno concedere spazi di agibilità a gruppi che esaltano sopraffazione e supremazia razziale. Le autorità preposte, che invitiamo a ricredersi riguardo alla concessione dell’ippodromo o di altri luoghi pubblici o di proprietà pubblica, stanno aprendo pericolosi varchi alla legittimazione di ideologie che la coscienza civile comune ha ripudiato con la lotta di Liberazione nazionale, con la scelta democratica e con l’elaborazione e la difesa della Costituzione. Una volta per sempre. A meno che, per l’attuale maggioranza in Consiglio comunale, la Liberazione dal nazifascismo sia da considerare un crimine: ma questo aprirebbe scenari interessanti, a cominciare dall’appartenenza all’arco democratico e costituzionale, e alla presenza in Risiera proprio per celebrare il 25 Aprile. A nostro parere, le autorità che spalancano la porta a gruppi nazionalisti o apertamente nazifascisti e antisemiti non ha diritto di mettere piede in Risiera, il 25 Aprile come negli altri giorni dell’anno.
Gianluca Paciucci
Partito della Rifondazione Comunista (Trieste)