Le organizzazioni della società civile internazionale riunite nel Civil 7 (C7), spazio di dialogo ufficiale con il G7, esortano ad impegni più consistenti di cooperazione allo sviluppo, come già sottolineato nel C7 Communiqué consegnato ai G7 lo scorso maggio e ribadito nello Statement indirizzato ai Ministri G7 dello Sviluppo nei giorni immediatamente precedenti alla Riunione Ministeriale di Pescara.

Apprezziamo la rinnovata condanna dell’aggressione russa all’Ucraina e l’appello dei Ministri G7 a rendere possibile l’intervento umanitario nelle zone di crisi, di cui molte organizzazioni della società civile sono protagoniste, oggi impedito in diversi scenari di guerra da alcune delle parti in causa, come a Gaza e in Sudan. Riteniamo tuttavia che la grave e persistente violazione del Diritto Internazionale Umanitario necessiti di azioni promosse dai governi del G7, includendo la richiesta di convocazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su questo tema, insieme a coraggiose e immediate iniziative della Comunità internazionale che aprano al dialogo fra le parti. È questo un imperativo di fronte alle guerre dilaganti e agli attacchi indiscriminati ai civili e agli operatori umanitari.

Osserviamo con attenzione la definizione della iniziativa AFSI (Apulia Food Systems Initiative) con l’intenzione di assicurare la coerenza tra promozione di sistemi alimentari e politiche climatiche sostenibili, con il protagonismo dei piccoli agricoltori, e un’attenzione ai processi trasformativi di genere. Il ruolo delle Agenzie delle Nazioni Unite, pur affermato nel Communiqué dei Ministri G7, deve essere, con gli attori locali, istituzionali e sociali, di concreto protagonismo nel disegno delle politiche e per nessun motivo ridimensionato da luoghi di confronto e decisionali paralleli.

Esprimiamo una generale preoccupazione sulla governance finanziaria delle diverse politiche su cui si sono espressi i Ministri G7 dello Sviluppo, sia dal punto di vista delle regole sia dal punto di vista della portata delle risorse erogate. Nel Communiqué non vi è alcun riferimento alla regolazione dei mercati finanziari e a meccanismi di protezione di fenomeni speculativi che rendono volatili i prezzi delle materie prime, in particolare quelli alimentari, che mettono a grave rischio i redditi del mondo contadino e il diritto universale al cibo delle fasce più povere della popolazione.

Il rafforzamento della iniziativa sugli investimenti PGII (Partnership for Global Infrastructure and Investment) richiede una partecipazione formale delle comunità locali, incluse quelle indigene, ai meccanismi di definizione delle scelte politico-programmatiche, poiché queste sono le maggiormente interessate dai benefici e potenziali rischi di queste scelte.

Non si vedono impegni chiari e senza equivoci a definire le risorse messe a disposizione per l’aiuto allo sviluppo, raggiungendo l’impegno assunto dai governi dello 0,70 del Reddito Nazionale Lordo, e nemmeno azioni efficaci riguardo l’eliminazione del peso del debito, che richiederebbe invece impegni concreti che vadano dalla cancellazione a possibili conversioni.

Chiarezza e concretezza sono necessari anche sull’effettivo finanziamento degli interventi sul clima, con impegni presi dai governi e tuttora disattesi, sull’istruzione, per la quale occorrono più forti investimenti globali e dei paesi membri del G7, sulla salute globale al cui riguardo rinnoviamo l’appello a estendere le possibilità di produzione di terapie, vaccini e prodotti diagnostici nel Sud del mondo e un più flessibile ed efficace utilizzo degli accordi TRIPS e della Dichiarazione di Doha per rimuovere ostacoli legati alla proprietà intellettuale. Continua a mancare infine un riconoscimento della violenza di genere in tutte le sue forme come problematica strutturale, la cui lotta è componente essenziale e prerequisito dello sviluppo sostenibile.

Più generale la preoccupazione è per le iniziative che vedono il coinvolgimento del settore privato. Questo può essere un attore rilevante per la realizzazione di interventi (servizi, infrastrutture), ma non può essere autore e implementatore delle politiche, ruolo che rimane fermamente nella dimensione pubblica, dei cittadini e delle istituzioni che questi rappresentano. Molte partnership si sono troppo spesso trasformate in opportunità per ristretti gruppi di privati che con minimi investimenti hanno beneficiato di grandi risorse pubbliche. Trasparenza e affermazione delle politiche pubbliche sono condizioni necessarie affinché gli investimenti privati abbiano un reale effetto leva e benefici a cascata per la collettività.

 

Ufficio Stampa Civil7