Hanno preso gli ultimi voli per Istanbul e Tibilisi, lasciando il loro Paese, l’Iran, un istante prima che fossero chiusi aeroporti e frontiere per l’atteso attacco e sono venuti a raccontare le loro storie di gente povera e violata, di chi finisce in galera o viene emarginato perché è diverso o perché non si piega alla legge morale degli ayatollah.
Ci hanno parlato di bambini e di donne coraggiose che hanno resistito all’Isis, mostrandoci madri e infermiere che, ricordando le eroine incarnate da Anna Magnani, hanno sfidato uomini armati per salvare piccoli angeli indifesi, oggi che i bambini mediorientali cadono a centinaia sotto i colpi di un Erode infame, protetto da noi e dalla nostra ignavia.
Stanno girando l’Italia, seguendo le rotte oblique del Caffè Sospeso, per incontrare amici e stringere mani aperte ad abbracci frettolosi, per parlare di un mondo che verrà (e che deve assolutamente venire) dove i bambini saranno veramente bambini e potranno giocare, non scappare dalle bombe.
Per questo vorremmo che in ogni città che li accoglierà, chi li incontrerà sappia che il loro sorriso non è di felicità, ma soprattutto di speranza che il buio di queste dittature, di questa politica disumana, finisca presto e che i poeti, i pittori, i creatori di fiabe e di sogni possano tornare a volare in alto, liberi e lontani da missili e droni, tenendo per mano i bambini protagonisti dei loro racconti, facendo volare gli uccellini prigionieri nelle gabbie e lasciando cadere nella sabbia i veli che cingono i capelli delle madri e delle sorelle.
Grazie Khashayar, che ti commuovi fino alle lacrime per un fotogramma di vita vissuta e pure tu, Mehrdad, che sembri impenetrabile alla nostalgia e guardi il nostro mondo silenziosamente. Non sapete quanto ci avete insegnato, raccontandoci quello che i vostri film non potevano dire ad alta voce, le storie segrete dei vostri personaggi.
E ci avete convinto, stringendo le nostre mani perplesse, che valeva la pena offrire a voi il nostro Caffè Sospeso.
Fate buon viaggio nella nostra Italia smarrita e regalateci un po’ della vostra ingenuità gelosamente protetta. Regalateci un po’ di vita autentica.