Dopo la manifestazione nazionale tenutasi a Roma lo scorso 5 ottobre, in concomitanza con le giornate di azione lanciate a livello globale alla vigilia del 7 ottobre e caratterizzate, soprattutto in Italia, da un clima di crescente militarizzazione e repressione di carattere governativo, nel tardo pomeriggio di oggi 8 ottobre numerosi cittadini, attivisti per i diritti umani e membri di movimenti studenteschi si sono riuniti nel quartiere romano dell’EUR diretti al Centro Congressi “La Nuvola” al grido “Sabotiamo il genocidio. Disertiamo la guerra e chi ne guadagna” contro l’industria degli armamenti e la speculazione sul genocidio in corso in Palestina. Sempre a Roma si sta tenendo, infatti, la giornata inaugurale dell’evento annuale di riferimento a livello europeo nel campo della sicurezza informatica “Cybertech Europe 2024” promosso dalla piattaforma globale del settore della cybersecurity “Cybertech” che riunisce esponenti di rilievo dell’industria degli armamenti e influenti rappresentanti della società israeliana.
L’altro elemento scatenante è il ruolo specifico del complesso Leonardo S.p.A., controversa azienda italiana a partecipazione pubblica ed erede del conglomerato industriale Finmeccanica, che risulta la prima azienda dell’Unione europea per ricavi dalla vendita di armi stando alla classifica mondiale prodotta dall’istituto di ricerca indipendente svedese SIPRI è un istituto indipendente impegnato in attività di analisi e monitoraggio relative a conflitti, armi, controllo delle armi e disarmo. Il gruppo Leonardo S.p.A. vanta, inoltre, una lunga e consolidata collaborazione con Israele nonché forti legami con Israele e con altri regimi repressivi come quello egiziano e saudita.
Le mobilitazioni in corso da mesi nelle università e nelle piazze di tutta Italia e del resto del mondo chiedono sistematicamente e a gran voce che i governi e le università interrompano i rapporti con l’industria della guerra, in particolare le collaborazioni con Leonardo S.p.A. che nelle presentazioni aziendali si definisce “leader industriale e tecnologico nei settori Aerospazio, Difesa e Sicurezza” vantando una massiccia presenza in Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Polonia e Israele. Quest’ultimo non è solo un cliente per Leonardo S.p.A., ma un partner governativo di primo livello con il quale sono gestiti anche stabilimenti produttivi. Nel luglio 2022, Leonardo S.p.A. ha anche acquisito RADA Electronic Industries Ltd., una nota azienda israeliana specializzata nella produzione di radar tattici militari avanzati del sistema “Iron Fist”, montati sui nuovi ‘armoured fighting vehicles’ (AFV, mezzo corazzato da combattimento) delle Israel Defence Forces (IDF) per essere utilizzati e testati sul campo nella repressione della popolazione palestinese proprio a Gaza. Inoltre, Leonardo S.p.A. ha venduto elicotteri da combattimento all’esercito israeliano e i missili che stanno attualmente bombardando la striscia di Gaza includono componenti fabbricate in Italia, oltre a essere responsabile, attraverso la società controllata OTO Melata con sede a La Spezia, della produzione dei cannoni navali 76/62 Super Rapido MF, in grado di sparare fino a 120 colpi al minuto, che armano le nuove corvette della classe “Sa’ar 6” realizzate dalla società tedesca ThyssenKrupp Marine Systems e impiegate da Israele per gli attacchi via mare, e dei caccia da addestramento per l’aviazione israeliana.
L’evento contestato oggi pomeriggio è stata dunque una circostanza importante per portare le proteste in luoghi meno centrali della capitale ma che costituiscono, al tempo stesso, il cuore dell’industria degli armamenti europea e internazionale. La stessa convention “Cybertech Europa 2024” si sta svolgendo indisturbata tra i prestigiosi cristalli della nuvola di Fuksas come vetrina per l’industria delle armi, del controllo e dello spionaggio, volto a rafforzare i legami tra aziende e organizzazioni del settore e la normalizzazione di queste tecnologie utilizzate per la repressione. Ai dibattiti organizzati in tale contesto stanno intervenendo, tra gli altri, il Prof. Roberto Cingolani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo S.p.A., l’Ingegner Lorenzo Mariani, Condirettore Generale di Leonardo S.p.A., Mario Beccia, Deputy Chief Information Officer (CIO) for Cybersecurity della NATO e rappresentanti di imprese israeliane come Netanel Amar, direttore operativo e cofondatore dell’azienda Cynet Security, Gil Shwed, fondatore e amministratore delegato dell’impresa Check Point Software Technologies, e Yossi Vardi, presidente di Cybertech Conferences nonché fondatore di decine di aziende israeliane. Saranno, inoltre, presenti, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, il direttore generale dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, Bruno Frattasi, il segretario generale dell’Organizzazione Europea per la Cyber Security (ECSO), Luigi Rebuffi, il direttore del Servizio di polizia postale, Ivano Gabrielli, il responsabile del Dipartimento per l’Innovazione tecnologica del ministero di Giustizia, Ettore Sala, il direttore dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), ente di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Agricoltura, Fabio Vitale e il direttore dei sistemi operativi del dipartimento della Protezione Civile, Umberto Rosini.
Il raggiungimento della sede della convention è stato impedito dal massiccio dispiegamento di forze dell’ordine e i manifestanti riuniti dietro lo striscione “Dalle scuole alle università alle strade della nostra città: Palestina libera” e dalla speranza “Che su di noi nemmeno sia una nuvola”, con riferimento al Centro Congressi noto come “Nuvola di Fuksas” dal nome dell’ambizioso architetto, si sono lasciati alle spalle gli arcobaleni spuntati sul laghetto dell’EUR per dirigersi e fermarsi in Largo Giuseppe Pella.
Il corteo si è svolto in maniera assolutamente pacifica fino alla riapertura delle linee metropolitane che sono state chiuse nel corso del pomeriggio e si è concluso con cori nella stazione metropolitana di EUR Fermi rilanciando gli appuntamenti in programma soprattutto nelle università romane nel corso della settimana per proseguire il dialogo e l’informazione attiva sui conflitti in corso e sulle responsabilità specifiche del governo italiano nel genocidio in corso in Palestina.