Ha votato solo il 45,96% degli elettori, una percentuale ancora più bassa di quella delle passate elezioni. Era ben prevedibile. E’ da almeno 40 anni che le destre e l’ex-sinistra puntano sull’astensionismo perché tutti i partiti hanno interesse alla riduzione dell’elettorato per avere meno clientele da coltivare, meno voti da comprare e controllare, meno favori da distribuire. Così con una minoranza di voti degli aventi diritto si può governare e fare e sfare quello che si vuole. Nel frattempo, l’elettorato soprattutto quello della sinistra di una volta, è talmente disgustato che non vota più, a parte qualche ignobile che è passato a destra.
La Liguria è stata una delle prime regioni a sperimentare questa pratica politica che ha spianato la strada al fascismo “democratico”: il governo Meloni è stato eletto con circa il 27% degli aventi diritto al voto. Nelle passate elezioni, Toti e Bucci sono stati eletti col 21-22%, lo stesso in Lazio, Emilia-Romagna ecc.
Un operaio di Genova all’uscita dalla fabbrica dopo le passate elezioni, quasi piangendo disse: “E’ terribile, ma per chi dovevo votare? Non c’è più la sinistra”. In Liguria è soprattutto l’elettorato della sinistra storica che non vota da circa 40 anni perché l’inciucio fra destre, ex-sinistra e Opusdei è diventato sfacciato: è stato il trionfo di questa troika dei mastrussi. Sono stati unanimi su tutto ciò che interessa solo le grandi imprese, cioè le grandi opere, la speculazione sulla sanità mentre i malati non si possono più curare, i favori alle banche, peggiorando invece le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza della popolazione oltre che dell’assetto ecologico e dei rischi di malattie da contaminazioni tossiche.
Il Pd era convinto di farcela dopo lo scandalo che ha travolto Toti perché da sempre sodale di Bucci. Ma perché mai improvvisamente gli astensionisti avrebbero dovuto tornare alle urne?
Sansa e la sua lista AVS ce l’hanno messa tutta, ma non si inverte una tendenza ultradecennale in una campagna elettorale in cui peraltro il candidato Orlando non ha mai rinnegato quel passato in cui il PD al governo regionale praticava quello che ha spudoratamente ha fatto Toti. Non ha mai rinnegato il potere della troika Opusdei/destre/ex-sinistra.
Di fatto le destre hanno raccolto per Bucci i voti del loro elettorato sicuro che appunto conta circa il 20% degli aventi diritto al voto mentre la lista Orlando + Cinquestelle e lista Sansa ha avuto quasi lo stesso risultato ma non ha recuperato alcun astensionista di questi ultimi 30-40 anni. Qualcuno dirà che Morra e Rollando (Rifondazione+Potere al Popolo+PCI) con lo 0,87% e 0,85% non hanno fatto vincere Orlando, ma a parte il fatto che questo 1,72% di elettori non è affatto certo che avrebbero votato Orlando, che vittoria avrebbe conquistato questi se non la vittoria di una minoranza degli aventi diritto al voto?
Tuttavia, questa minoranza basterà alle destre per governare la regione e fare e sfare quello che vogliono sempre in intesa con l’Opusdei e magari recuperando qualcuno dei ranghi del PD oltre che Renzi subito pronto a dichiarare il suo sostegno a Bucci.
Ciò non toglie che la lista di bandiera di questa sinistra con candidato Rollando è l’ennesimo fallimento della solita improvvisazione che insiste a rifiutare la necessità di ricostruire ex-novo la sinistra su tempi medio lunghi … forse ci vorranno anni e anni, forse come col ventennio fascista …
La minoranza degli aventi diritto al voto che ha eletto Bucci supera di un po’ più di 8.500 voti la lista di Orlando, due minoranze che insieme fanno circa il 42% degli aventi diritto al voto. Perciò Bucci governerà con il 21% degli elettori. Questa è la parodia della pseudo-democrazia che permette il potere della minoranza che ormai s’è imposta dappertutto. La maggioranza è solo disarmata, pervasa dal senso di impotenza, esterrefatta dall’arroganza della minoranza che (S)governa provocando danni che forse non saranno più sanabili neanche dopo 20 anni come fu col fascismo mussoliniano.
Inutile dire che occorre prepararsi a una Resistenza di lunga durata in Liguria, in Italia, in Europa e a livello mondiale di fronte alla congiuntura che sembra la più nera conosciuta dopo la seconda guerra mondiale. Guerre permanenti, genocidi, brutalità, supersfruttamento e persino lasciar morire e far morire (la tanatopolitica) contro i dannati della terra, innanzitutto gli immigrati, e contro chi non vuole subire questa sorte infame.