Mentre fioccano condoni più o meno tombali, ravvedimenti speciali e concordati preventivi biennali, per la gioia di evasori ed elusori, l’economia non osservata cresce di 17,6 miliardi (Anno 2022), segnando un aumento del 9,6% rispetto all’anno precedente.
L’economia sommersa (ovvero al netto delle attività illegali) si attesta a poco meno di 182 miliardi di euro, in crescita di 16,3 miliardi rispetto all’anno precedente, mentre le attività illegali sfiorano i 20 miliardi. Restano invece stabili le unità di lavoro irregolari: 2 milioni 986mila.
Sono i dati che in questi giorni ha pubblicato l’Istat sull’economia non osservata.
Un report che frena l’ottimismo governativo che aveva accompagnato qualche giorno fa la presentazione del “Rapporto sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva” del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che registrava nel 2021 un calo dell’economia non osservata. (https://www.mef.gov.it/export/sites/MEF/documenti-allegati/2024/Relazione-2024.pdf)
I settori dove il peso del sommerso economico è maggiore sono gli Altri servizi alle persone, dove esso costituisce il 30,5% del valore aggiunto del comparto, il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (18,5%) e le Costruzioni (17,5%).
Si osserva invece un’incidenza minore per gli Altri servizi alle imprese (5,3%), la Produzione di beni d’investimento (3,7%) e la Produzione di beni intermedi (1,4%).
Si riscontra una riduzione del peso del sommerso per Agricoltura (-1,0 punti percentuali), Costruzioni (-0,8), Produzione di beni alimentari e di consumo (-0,6) e Altri servizi alla persona (-0,5), mentre si osserva di converso un suo incremento per il comparto dell’Istruzione, sanità e assistenza sociale (+0,5 punti percentuali) e per i Servizi professionali (+0,2).
Il ricorso al lavoro irregolare da parte di imprese e famiglie è purtroppo una caratteristica peculiare del mercato del lavoro italiano: nel 2022 sono 2 milioni e 986mila le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) in condizione di non regolarità, occupate in prevalenza come dipendenti (circa 2 milioni e 168mila unità).
Rispetto al 2021, il lavoro irregolare è rimasto sostanzialmente stabile, segnando un incremento pari a +0,1% (poco meno di 3mila Ula).
Entrambe le componenti dipendenti e indipendenti hanno registrato la stessa dinamica con un aumento dello 0,1%, pari, rispettivamente, a 1,6mila Ula e 1,2mila Ula.
In generale, l’incidenza del lavoro irregolare resta più rilevante nel terziario (14,6%) e raggiunge livelli particolarmente elevati nel comparto degli Altri servizi alle persone (39,3%), dove si concentra la domanda di prestazioni lavorative non regolari da parte delle famiglie.
Molto significativa risulta la presenza di lavoratori irregolari in Agricoltura (17,4%), nelle Costruzioni (12,4%) e nel Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (14,5%).
Nel 2022 le attività illegali hanno generato un valore aggiunto pari a 19,8 miliardi di euro, con un impatto dell’1,1% sul Pil; tale valore include l’indotto, ossia il valore dei beni e servizi legali utilizzati nei processi produttivi illegali.
Rispetto al 2021, il valore aggiunto dell’economia illegale è cresciuto di 1,2 miliardi di euro, accelerando la dinamica positiva già riscontrata l’anno precedente (+6,7% contro il +5,6%).
I consumi finali di beni e servizi illegali sono cresciuti di 1,6 miliardi di euro, attestandosi a 22,8 miliardi, corrispondenti all’1,9% del valore complessivo della spesa per consumi finali. L’aumento è stato determinato per lo più dall’aggiornamento dell’indagine IPSAD (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs, di fonte CNR) che, per il 2022, ha segnalato un aumento delle prevalenze di utilizzo di eroina.
La crescita delle attività illegali nel 2022 è stata determinata per larga parte dalla dinamica del traffico di stupefacenti: il valore aggiunto ha raggiunto 15,1 miliardi di euro (+1 miliardo rispetto al 2021), mentre la spesa per consumi finali si è attestata a 17,2 miliardi di euro (+1,3 miliardi).
Nello stesso periodo si è registrata anche una crescita dei servizi di prostituzione: nel 2022 il valore aggiunto e i consumi finali sono aumentati, rispettivamente, del 4,3% e del 4,0%, portandosi a 4,0 e 4,7 miliardi di euro.
L’attività di contrabbando di sigarette nel 2022 rimane marginale, rappresentando una quota – sul complesso delle attività illegali – del 3,4% del valore aggiunto (0,7 miliardi di euro) e del 3,6% dei consumi delle famiglie (0,8 miliardi di euro).
Nel periodo 2019-2022, l’indotto connesso alle attività illegali, principalmente riconducibile al settore dei trasporti e del magazzinaggio, è passato da un valore aggiunto di 1,4 miliardi di euro a 1,6 miliardi.
Qui il report dell’ISTAT sull’economia non osservata – Anno 2022: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/10/Report-Economia-non-osservata_2022-1.pdf.