I ragazzi italiani non si sentono coinvolti nelle decisioni, soprattutto in quelle che vengono prese a livello politico. Da un’indagine compiuta su un campione di 72 rappresentanti delle consulte studentesche è emerso che solo il 18,3% si sente abbastanza o molto coinvolto nelle decisioni prese a livello istituzionale, mentre in un campione di 107 giovani tra i 14 e i 17 anni impegnati nel Terzo settore o in altre forme di partecipazione cittadina la percentuale sale al 28,3%. A rivelarlo è un documento di studio e proposta presentato a Roma dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Una pubblicazione, intitolata “Ragazze, ragazzi e adulti nei processi partecipativi. Pratiche e strategie”, che contiene una serie di raccomandazioni, le prime delle quali rivolte proprio alla politica.
Il documento dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza sottolinea innanzitutto come “il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e adolescenza, nelle proprie Osservazioni conclusive sul Quinto e Sesto rapporto periodico dell’Italia – rivolte al nostro Paese nel 2019 – abbia riconosciuto non solo la carenza relativa a una mancata raccolta di dati efficace sui temi della tutela dei diritti delle persone minori d’età, ma anche specificamente una insufficienza rispetto all’attuazione degli obblighi previsti dall’articolo 12 della CRC, invitando pertanto lo Stato a: introdurre una misura legislativa onnicomprensiva che stabilisca il diritto del minore di età a essere ascoltato senza alcuna discriminazione fondata su età, disabilità o qualsiasi altra circostanza […]; – promuovere la significativa e rafforzata partecipazione di tutte le persone di minore età all’interno della famiglia, delle comunità e delle scuole e includerle nel processo decisionale relativo a tutte le questioni che li riguardano, anche in materia ambientale; sviluppare strumenti per la consultazione pubblica sullo sviluppo della politica nazionale per istituzionalizzare tale consultazione ad alti livelli di inclusione e partecipazione, compresa la consultazione con gli infradiciottenni su questioni che li riguardano.”
Alle famiglie è stata rivolta dall’Autorità garante la raccomandazione di valorizzare e garantire ascolto e partecipazione dei figli minorenni in ogni decisione familiare di loro interesse. Troppo spesso i ragazzi non si sentono ascoltati perché considerati dagli adulti come mancanti delle capacità e delle abilità necessarie alla comprensione delle questioni che li riguardano, ciò esclusivamente in ragione della loro età anagrafica. Una particolare attenzione è stata dedicata anche all’ascolto e alla partecipazione dei minori stranieri non accompagnati. Per essi l’Autorità chiede a enti locali e al terzo settore di garantire spazi sicuri e adeguati di socializzazione anche al di fuori delle comunità di accoglienza. Ai ministeri che hanno competenze su infanzia e adolescenza e alle Regioni, l’Autorità chiede invece di promuovere spazi adeguati di informazione, partecipazione, ascolto e consultazione, valorizzando le buone pratiche esistenti anche al fine di creare un ‘sistema’ che consenta ai ragazzi di sentirsi parte attiva nei diversi contesti: dalla scuola allo sport, dall’associazionismo alla famiglia.
Infine, come proposto dall’Autorità garante Carla Garlatti: “Servirebbe introdurre nell’ordinamento una legge che preveda la consultazione dei minorenni come un passaggio obbligatorio dell’iter per l’adozione di atti amministrativi e normativi nelle materie che direttamente o indirettamente li riguardano. E andrebbe anche attribuito alle persone di minore età un potere di iniziativa e proposta in materia.”
Nel corso dell’evento l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha presentato anche una guida pratica per partecipare, rivolta direttamente ai minorenni. La “Guida alla partecipazione attiva di ragazze e ragazzi. Una bussola per orientarsi” offre in 39 pagine la risposta a una serie di domande come “Cosa significa partecipare?”, “Quali sono gli ostacoli alla partecipazione?”, “Perché́ la mia partecipazione è importante?”, “Come deve essere la partecipazione?”, “Dove posso partecipare?” e “Da dove iniziare?”
“Partendo dalla prospettiva dei minorenni – racconta l’Autorità garante Carla Garlatti – abbiamo voluto realizzare uno strumento agile, che spiega con un linguaggio diretto come, dove e perché partecipare. L’idea è quella di offrire una sorta di manuale, di facile consultazione, che possa contribuire a creare le condizioni per rendere più semplice a bambini e adolescenti trovare il proprio modo di partecipare e diventare protagonisti del proprio percorso di vita”. La “Guida” contiene anche i cinque punti del Manifesto sulla partecipazione dei minorenni lanciato dall’Autorità garante in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia del 2021. Vale a dire: 1. bambini e ragazzi devono essere coinvolti dalle istituzioni in tutte le scelte che li riguardano; 2. il Parlamento deve approvare una legge che regolamenti e sostenga la partecipazione attiva dei minorenni; 3. lo Stato deve mettere a disposizione una piattaforma online per consultare i minorenni; 4. la partecipazione deve essere inserita nelle ore di educazione civica a scuola; 5. va istituita una giornata nazionale della partecipazione delle persone di minore età.
Qui il documento di studio e proposte: https://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/2024-09/guida-partecipazione.pdf.
Qui la Guida: https://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/2024-09/guida-partecipazione.pdf.