Domenica 29 settembre 2024 si è tenuto a Roma, presso la Casa del Popolo di Torpignattara, storico quartiere popolare e ora uno dei luoghi più multietnici della capitale, un incontro organizzato dal Partito della Rifondazione Comunista, con le compagne e i compagni del JVP, il Fronte della Liberazione del Popolo dello Sri Lanka. Formato a Roma dalle lavoratrici e dai lavoratori che da anni vivono qui, molti lo conoscono per la costante ed assidua partecipazione alle manifestazioni in difesa della libertà dei popoli oppressi e dei diritti di immigrati e italiani.
L’occasione veramente storica é stata la vittoria in Sri Lanka del National People’s Power che ha eletto alla presidenza dell’isola Anura Dissanayake, del locale fronte comunista, che si definisce tuttora marxista-leninista. L’internazionalismo e l’antimperialismo sono principi irrinunciabili che fanno parte della loro identità di comuniste e di comunisti, ma anche di ogni sincero democratico convinto che la sinistra non possa più essere tale se continua a essere eurocentrica.
Circa duecento persone, soprattutto lavoratrici e lavoratori immigrati dello Sri Lanka, spesso profughi politici, ma anche le loro figlie e figli nati in Italia, oltre a tanti cittadine e cittadini italiani, sono venute a festeggiare una splendida vittoria del popolo dello Sri Lanka e di noi tutti.
Plaudiamo al grande impegno e all’intelligenza con cui le nostre compagne e i nostri compagni hanno resistito, a partire dalla fondazione del loro movimento nel 1965, a colpi di stato militari avvenuti su ordine di potenze straniere, provocando centinaia di migliaia di militanti arrestati, incarcerati per anni, torturati, costretti alla clandestinità, all’esilio o addirittura uccisi dalle forze di sicurezza dello Stato.
Un’incrollabile fede nella possibilità di costruire una umanità futura formata da persone libere, uguali e solidali non è mai venuta loro meno, anzi si è rafforzata grazie al sacrificio e all’esempio dei loro martiri.
Con il ritorno di una democrazia pur limitata e fragile, il Fronte, tornato alle legalità, grazie ad un intenso lavoro di base nei quartieri e in tutti i villaggi, è passato, soprattutto per la partecipazione attiva delle donne e dei giovani, in pochissimi anni e in solamente tre tornate elettorali, da 100.000 voti con un solo deputato eletto, al 3% e a tre eletti in Parlamento, fino alla strabiliante vittoria elettorale del candidato presidente, che ha stravinto con oltre il 42% dei voti, conquistato solo grazie all’entusiasmo di decine di migliaia di militanti.
“Abbiamo conquistato la Presidenza, che per l’attuale sistema antidemocratico significa il potere esecutivo pressoché assoluto, ma vogliamo cambiare la Costituzione per costruire una Repubblica Parlamentare e autenticamente democratica” ha sostenuto Sudath Adikari, responsabile romano del Fronte. “Ora noi abbiamo il governo del Paese, ma vogliamo portare il popolo al potere.
Per vincere abbiamo saputo parlare con tutti dei problemi reali di lavoratrici e i lavoratori e abbiamo conquistato simpatie e voti in tutti i settori della società, comprese le forze armate, le forze di sicurezza, con cui abbiamo aperto, alla base ovviamente, canali di dialogo perfino durante gli anni più bui della repressione.
Allora stesso modo abbiamo dialogato, anche se molti di noi si considerano atei, con tutte le comunità religiose, convinti che alla base di tutte vi siano valori sociali e umani condivisibili. Non è un mistero che molti monaci buddisti siano tra i nostri più attivi e convinti sostenitori.
Quando il nostro presidente è stato eletto, come da tradizione, si è recato a rendere omaggio al maggior tempio buddista, ma subito dopo anche alla principale moschea e alla chiesa cattolica della capitale.
Intendiamo innanzitutto unire tutto il popolo dello Sri Lanka, che per decenni è stato diviso da sanguinose lotte intestine, di carattere etnico e religioso, come ci insegna la questione dei tamil, per ciniche ragioni di potere talvolta alimentate da potenze straniere.
Sulla politica estera professiamo la nostra neutralità e perseguiremo una politica di pace e fratellanza con tutti i popoli del mondo, a partire da quelli ancora oppressi, come i palestinesi, per fedeltà ai nostri ideali internazionalisti.”
Interessantissimo il dibattito, con l’intervento tra gli altri di una giovane militante che ha spiegato come la vittoria del fronte sia stata determinata in particolare dal voto delle donne, che si sono riconosciute nel programma di liberazione ed emancipazione femminile.
Il Segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo ha ricordato i legami esistenti da decenni tra i comunisti e le comuniste italiane e le loro compagne e compagni dello Sri Lanka. Un legame non soltanto di solidarietà, ma anche di collaborazione e di reciproca contaminazione nell’elaborazione culturale.
Per vincere bisogna avere forti valori e convinzioni, frutto di un impianto ideologico seriamente marxista per saper interpretare il mondo, ma è necessario anche saper parlare con tutti per conquistare l’egemonia culturale nella società, sconfiggendo lo sterile settarismo.
Al termine non poteva mancare un piacevole momento conviviale con piatti tradizionali dello Sri Lanka, pizzette italiane e con l’ottimo the di Ceylon.
Foto di Mauro Zanella e Jorge Ceriani