Dal 4 al 6 ottobre si svolgerà a Firenze la IV edizione de Il Coraggio della Pace. La cornice sarà, come lo scorso anno, quella del teatro dell’Affratellamento. Il tema:“La casa brucia. Come l’Occidente si sta autodistruggendo”.

Nelle diverse sessioni affronteremo il nesso che c’è tra crisi e guerra: crisi di un Occidente ormai in declino, che con la guerra contro il resto del mondo spera di salvarsi, mentre al contrario abdica totalmente ai valore della pace, della democrazia, della uguaglianza e della giustizia sociale, che hanno ispirato la parte migliore della sua storia. Crisi di un capitalismo che ha bisogno della guerra per riprodursi, come già avvenuto in altri momenti drammatici della vicenda umana.

Saranno quindi giornate di riflessione, approfondimento, ma anche di proposte per decidere insieme – domenica 6 in Assemblea – che cosa fare per far sentire – più forte di quanto non sia accaduto finora – la voce di chi è contrario alla folle corsa verso la 3a Guerra Mondiale.

La verità però è che purtroppo torniamo a Firenze con testa e cuore più pesanti di allora perché nel corso di quest’anno la Pace, invece di avvicinarsi, si è allontanata e il mondo è sempre più in pericolo. Ora stiamo cadendo.

Quando ci siamo incontrati a Firenze l’anno scorso eravamo allarmati perché la guerra scatenata dopo l’invasione Russa dell’Ucraina lasciava intravedere un conflitto di dimensione ben più ampie di uno scontro tra i due Paesi. Dopo pochi giorni dalla nostra iniziativa, con il terribile attentato di Hamas del 7 ottobre, si riaccendeva il conflitto Israelo-palestinese, con una recrudescenza che non si vedeva da decenni.

Oggi, voglio ripeterlo, dopo un anno la situazione è gravemente peggiorata: ci troviamo in un contesto gravissimo e per entrambe le guerre non si intravede una via d’uscita.

Sulla guerra in Ucraina: NATO, Governo Nordamericano, Gran Bretagna e Unione Europea spingono Zelensky ad una guerra senza via d’uscita, con l’unico obiettivo di sconfiggere la Russia e far saltare Putin.

Sta di fatto che la guerra sul campo la sta vincendo la Russia.

Nonostante gli infiniti pacchetti di sanzioni l’economia russa cresce (quella europea cala…) e il consenso di Putin non è mai stato così alto non solo in Russia, ma in buona parte del mondo, quello non obnubilato dalle veline che partono da Washington. Questa è la cruda realtà dei fatti, se li vogliamo vedere.

Se ci spostiamo sul Medio Oriente la situazione è ancor più grave.

Qui abbiamo a che fare con un governo di criminali, quello israeliano, che sta sterminando un intero popolo. Siamo di fronte ad una mattanza indiscriminata che si svolge davanti al mondo intero, rispetto la quale nessuno potrà dire: NON SAPEVO. Ospedali, scuole, case, rase al suolo. 20.000 bambine e bambini uccisi senza pietà. Migliaia di feriti, mutilati lasciati senza cure, “operati” senza medicinali. Milioni di persone che si muovono nella più totale disperazione, senza casa, senza sapere dove andare, in preda a malattie e difficoltà di ogni tipo. 200 giornalisti assassinati.

Nessuno può entrare a Gaza per testimoniare quanto accade. Se lo fa può essere ucciso. Il territorio più densamente popolato del mondo, la striscia di Gaza, già prima del 7 ottobre considerato un lager a cielo aperto, è stato raso al suolo, senza più case, senza più animali, senza più alberi, senza più un luogo sicuro in cui vivere, dove oltre 1 milione e mezzo di persone “vive” una condizione che nessuno di noi può immaginare.

Ecco: mentre accade tutto questo, e a fronte di due conflitti che possono degenerare in un conflitto mondiale, la “politica” si occupa prevalentemente di altro. Noi non possiamo accettarlo.

Quando LA CASA BRUCIA non ha senso pensare ad altro: prima di tutto bisogna spegnere l’incendio. Ma l’Occidente, nell’incendiare la casa altrui, sta distruggendo anche la propria. E l’immagine che come sempre generosamente Vauro ha creato per noi, dice proprio questo. È infatti Vauro stesso, autore del disegno, che incendia il foglio su cui ha disegnato! Ecco, è di questi temi che discuteremo a Firenze con tante delle personalità che, con straordinario coraggio, in questi due anni, hanno detto la verità su quel che accade e su queste guerre.

E sarà anche una occasione per chiamare a raccolta – domenica 6 ottobre – le tante associazioni e i movimenti che operano contro la guerra affinché si provi a trovare il modo di coordinarsi per dare uno sbocco politico a questo impegno.

 

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