E’ uscito il Rapporto dell’Ecri (European Commission against Racism and Intolerance) sull’Italia adottato il 2 luglio e pubblicato il 22 ottobre 2024, ribadendo un fatto conosciuto da molto tempo: la presenza di odio razziale e intolleranza da parte delle forze dell’ordine verso Rom e persone di orgine africana.

“Durante la sua visita in Italia, la delegazione dell’ECRI è venuta a conoscenza di molte testimonianze sulla profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine in particolare verso la comunità Rom e le persone di origine africana. Queste testimonianze di frequenti fermi e controlli basati sull’origine etnica sono confermate anche dai rapporti delle organizzazioni della società civile e di altri organismi di monitoraggio internazionali specializzati.” – afferma il rapporto.

Secondo l’Ecri: “Tuttavia, le autorità non raccolgono dati adeguatamente disaggregati sulle attività di fermo e di controllo della polizia, né sembrano essere consapevoli dell’entità del problema, e non considerano la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale. La profilazione razziale ha effetti notevolmente negativi, in quanto genera un senso di umiliazione ed ingiustizia per i gruppi coinvolti provocando stigmatizzazione e alienazione. È inoltre dannosa per la sicurezza generale in quanto diminuisce la fiducia nella polizia e contribuisce a non denunciare reati.”

“L’ECRI raccomanda, in via prioritaria, che le autorità commissionino prontamente uno studio completo e indipendente con l’obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine che riguardi in particolare i Rom e le persone di origine africana, alla luce della Raccomandazione di Politica Generale dell’ECRI n. 11 sulla lotta al razzismo e alla discriminazione razziale nell’ambito delle attività di polizia e della Raccomandazione Generale n. 36 del Comitato delle Nazioni Unite
sull’eliminazione della discriminazione razziale in materia di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine.

Per quanto riguarda invece la politica, il documento evidenzia che “purtroppo un certo numero di dichiarazioni e commenti considerati dispregiativi e carichi di odio provengono da politici e funzionari pubblici di alto profilo, soprattutto durante i periodi elettorali”. E tra “gli esempi recenti di dichiarazioni razziste e Lgbti-fobiche nella vita pubblica”, l’Ecri cita “le osservazioni fatte in un libro pubblicato nel 2023 da un generale delle forze armate italiane”, ossia Roberto Vannacci (che pure non viene mai citato per nome), su gay e italiani di colore. Tra gli esempi non virtuosi la commissione denuncia “critiche indebite che mirano a minare l’autorità dei singoli giudici che decidono sui casi di migrazione”, quando invece la magistratura deve essere “rispettata, protetta e promossa”.

L’Ecri – a quanto si apprende da fonti del Consiglio d’Europa – ha inviato il rapporto alle autorità nazionali prima della pubblicazione e ha inserito alla fine “il punto di vista del governo” su quanto è affermato nel documento; nelle sei pagine inviate da Roma sono commentate varie parti del rapporto, compreso il paragrafo, il novantunesimo, in cui l’Ecri denuncia la profilazione razziale operata dalle forze dell’ordine. E i commenti delle autorità italiane non contengono alcuna critica di questa denuncia. Tuttavia, in relazione ad un altro paragrafo, Roma scrive che “l’osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (che dipende dal ministero dell’Interno) ha introdotto dal 2014 un focus specifico”, nell’ambito delle attività di formazione, sui rischi connessi alla “profilazione discriminatoria” da parte della polizia.

Al posto di prendere nota di questa constatazione, la classe dirigente ha negato il fenomeno. Lo “stupore” di Mattarella fa notare il totale distacco della classe politica riapetto alla realtà, come se non avesse mai sentito parlare di episodi di razzismo da parte delle forze armate in tutti questi anni. Al posto di prendere atto e invitare ad una sensibilizzazione culturale contro il razzismo, Mattarella ha espresso in una telefonata “stima e vicinanza” tout court al responsabile della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani.

La premier Giorgia Meloni ha invece negato la presenza di questi sentimenti razzisto e romanofobici, ha negato le valutazioni dell’Ecri: “Le nostre forze sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni, meritando rispetto, non simili ingiurie”. Ancora più netto il leader della Lega Matteo Salvini, secondo il quale “donne e uomini in divisa sono stati attaccati vergognosamente da un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani”. “Se a questi signori piacciono tanto rom e clandestini – ha aggiunto il vicepremier – se li portino tutti a casa loro a Strasburgo”. Critico anche l’altro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Non condivido una parola di ciò che è stato scritto, escludo che ci siano agenti, carabinieri, poliziotti o finanzieri razzisti”.

Se è vero che la classe dirigente deve dare l’esempio, le sue reazioni ad un documento constatatorio non fanno altro che esprimere indifferenza verso il fenomeno ed avallare razzismo e romanofobia nelle forze armate.

Fonte:

https://rm.coe.int/sixth-report-on-italy-translation-in-italian-/1680b205f7

ERRC (2022): 50-59.
CERD ONU (2017): §§ 27-28; CERD ONU (2023): §§ 34-35.