Discorso pronunciato da Giovanny Blanco Mata all’inaugurazione della Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, che si è svolta nell’Aula Magna Kofi Annan dell’Università per la Pace.

La Costa Rica oggi è nuovamente protagonista mondiale nella promozione di una cultura di pace e nonviolenza, e lo sarà per poco più di tre mesi, fino al 5 gennaio del prossimo anno.

Ed è perché oggi, 2 ottobre 2024, siamo di fronte a un evento storico: per la prima volta una mobilitazione per la pace di scala planetaria avrà il suo punto di partenza e di arrivo in Costa Rica.

Il nostro Paese è benedetto per aver accolto oggi qui all’Università per la Pace questi attivisti che si sono mobilitati per iniziare da qui la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, ed essere in questo momento nei pensieri e nel cuore di tanti altri che stanno seguendo questa inaugurazione da molte parti del Pianeta.

Esattamente un anno fa, alla chiusura del Festival Viva la Paz 2023, ci è stato annunciato che saremmo stati il paese ospitante della partenza e dell’arrivo di questa Marcia. In quel momento abbiamo invitato le diverse organizzazioni, pacifisti, umanisti, difensori dei diritti umani, ecologisti, artisti, chiese, università, politici, così come tutte le persone e i gruppi che desiderano costruire un cambiamento nella direzione che attualmente sta prendendo l’umanità, con l’obiettivo di avanzare ed evolvere come specie verso una coscienza globale, in cui la nonviolenza attiva sia il modo in cui ci relazioniamo con noi stessi, con gli altri e con la nostra Madre Terra.

Oggi possiamo dire con soddisfazione che come attivisti volontari, con grandi questioni da migliorare, senza risorse né sponsorizzazioni, ma con grande dedizione e costanza, siamo riusciti a costruire grandi relazioni, alleanze preziose e a coinvolgere, solo qui in Costa Rica, fino a ora, più di 25 organizzazioni, istituzioni, comunità e persone impegnate nella Promozione di questa Marcia Mondiale. Alcuni di loro oggi sono qui con noi. Speriamo che alla chiusura della Marcia saremo molti di più, sia a livello nazionale che internazionale.

Ringraziamo l’Università per la Pace per il suo sostegno e l’onore di essere oggi co-organizzatori in questo grande evento. Ringraziamo l’UNED per averci dichiarato di interesse istituzionale e per aver diffuso il nostro messaggio in tutti i territori dove opera, tramite i Seminari sulla nonviolenza attiva. A entrambe le istituzioni universitarie, grazie anche per la possibilità che ci state dando di continuare a unire gli sforzi a favore della costruzione di una nuova cultura di pace e nonviolenza.

L’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo, ma solo se è impregnata dei valori della Pace e della Nonviolenza.

Ringraziamo anche i Comuni di Mora, San José e Montes de Oca per averci dichiarato di interesse comunale, così come il Ministero della Cultura per averci dichiarato di interesse culturale e il Primo Potere della Repubblica di Costa Rica per averci concesso ieri una mozione di sostegno, presentata da vari deputati e deputate.

Salutiamo tutte le organizzazioni, le religioni, le istituzioni, le comunità rappresentanti dei popoli indigeni e il pubblico presente per aver risposto all’appello di marciare oggi per la pace e la nonviolenza.

Di fronte alla cupa realtà in cui ci troviamo come umanità, con 56 conflitti attivi, in cui 92 Paesi sono coinvolti oltre i propri confini, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale, e in cui i dirigenti che tengono il mondo immerso nelle guerre sembrano non essere molto interessati a porvi fine, nonostante le migliaia di vite umane che si perdono e i gravi danni ecologici che causano, noi cittadini comuni dobbiamo fare qualcosa.

Coloro che vogliono mantenere le guerre nel mondo sono pochissimi; siamo di più noi che vogliamo la pace e la nonviolenza, dobbiamo solo unirci.

Cosa accadrebbe se con questa Marcia Mondiale, anche solo l’1% della popolazione mondiale si mettesse d’accordo per chiedere ai governanti di sedersi a negoziare una volta per tutte una soluzione pacifica ai conflitti? Saremo più di 80 milioni di persone nelle strade, unite per una causa.

La nostra forza morale è enorme, quindi non possiamo più rimanere indifferenti di fronte a tanta distruzione, ingiustizia, morte e di fronte alla minaccia imminente di una catastrofe nucleare.

Pertanto, questa Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza ci invita a unirci, per lavorare alla costruzione di una nuova cultura della nonviolenza attiva, sia a livello internazionale, che locale e personale, promuovendo un nuovo modo di relazionarci a questi tre livelli.

È quindi anche una marcia interiore, che ci spinge a prestare attenzione durante il giorno per osservare le nostre stesse violenze, per prendere coscienza del danno che ci causano o che infliggiamo agli altri. E nel campo delle relazioni con gli altri, la proposta è molto semplice ma preziosa, applicando la Regola d’Oro di molte religioni: “Tratta gli altri come vuoi essere trattato”.

Ci auguriamo che da oggi fino al 5 gennaio questa Marcia si diffonda in tutto il Pianeta, che il nostro appello raggiunga tutti gli abitanti di questa nostra casa comune e che lavoriamo insieme per il salto evolutivo di cui l’umanità ha bisogno, verso una nuova cultura della nonviolenza, in cui le guerre siano bandite e tutti i tipi di violenza siano denaturalizzati ed eliminati dalla faccia del nostro amato pianeta.