A seguito del ricorso delle associazioni Federazione Nazionale Pro Natura, LEAL e OIPA, il TAR del Piemonte ha sospeso il Calendario Venatorio regionale per la stagione 2024/2025 comprensivo degli allegati A, B, C relativi alle istruzioni operative supplementari, fermando la caccia in tutta la regione.
Il giudice ha accolto la richiesta urgente di sospensiva riconoscendo la situazione di “eccezionale gravità e urgenza”, rimandando ulteriori valutazioni in merito al “fumus boni juris”.
All’origine del provvedimento vi è sicuramente la mancanza di trasparenza della Giunta Regionale. Il calendario venatorio per essere approvato e pubblicato richiede il parere obbligatorio, ma non vincolante di ISPRA, organo tecnico consultivo di Stato e Regioni. Il calendario venatorio regionale si discosta in modo significativo dal parere ISPRA, criticando pesantemente questo organo tecnico quasi fosse costituito da incompetenti non aggiornati. Tuttavia, l’allegato C del Calendario venatorio contenente le controdeduzioni al parere ISPRA veniva tenuto nascosto e non pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regionale. Non solo, ma la successiva richiesta della Federazione Nazionale Pro Natura di acquisirne copia veniva pretestuosamente negata.
La sospensione è stata inoltre sicuramente motivata da diverse irregolarità riscontrate nel processo di approvazione del calendario
La mancanza di adeguato aggiornamento del Piano faunistico venatorio che non tiene conto delle modificazione ambientali e del clima mette a rischio la presenza di specie in grave declino e rischio di estinzione come la moretta, la pernice bianca, la coturnice, il fagiano di monte, l’allodola.
La fauna selvatica piemontese merita amministratori pubblici più attenti alla conservazione della natura e meno propensi a sostenere l’estremismo venatorio di una minoranza della popolazione che depaupera un bene prezioso e patrimonio collettivo.
Roberto Piana
Consigliere della Federazione Nazionale Pro Natura
Vicepresidente di PAN Pro Natura Animali