Ancora bombardamenti su Beirut e sulle città e villaggi del sud del Libano. 11 attacchi in poche ore. È stata la notte più dura. Nella giornata di ieri sono state uccise 34 persone.

Esattamente come a Gaza, anche in Libano vengono presi di mira il personale sanitario, le ambulanze e le strutture mediche. In un solo attacco secondo la Croce Rossa libanese sono stati assassinati 4 infermieri operativi sulle ambulanze. “I mezzi erano segnalati sul tetto e sulle fiancate e chi ha sparato i missili sapeva cosa stava facendo. Non è stato casuale”.

Il Ministro della Sanità libanese ha informato che in tre giorni le bombe israeliane hanno ucciso 40 medici e infermieri e colpito 20 ospedali e ambulatori; alcuni sono stati danneggiati seriamente e messi fuori servizio.

Secondo l’OMS il sistema sanitario libanese è al collasso a causa degli attacchi mirati. Inoltre non è possibile fornire al Libano materiale sanitario a causa dell’embargo israeliano imposto allo spazio aereo e alle coste libanesi.

Situazione umanitaria a Gaza

L’UNRWA ha descritto la vita della popolazione di Gaza come uno “spaventoso orrore, perpetrato dall’esercito occupante in un modo perpetuo”.

Si aggrava la situazione alimentare nel nord della Striscia, ermeticamente chiusa dall’esercito di occupazione. 300 mila persone sono sull’orlo della morte per fame. L’esercito vieta l’ingresso di qualsiasi aiuto umanitario. A nord del Wadi, la valle denominata dagli israeliani Netzarim è stata dichiarata “zona militare chiusa” e tutta la popolazione sarà costretta alla deportazione.