Il 9 ottobre, l’equipe base della 3MM ha visitato la Casa della Memoria Storica a Città del Guatemala, chiamata «Kaji Tulam», che in K’iche’ significa “quattro punti cosmici”, «quattro elementi” o “quattro colori”.
Inizialmente, Fabiola García, coordinatrice del Centro, ha raccontato alla equipe base come l’obiettivo di questa casa sia quello di insegnare ai giovani ciò che i libri di storia non hanno trasmesso. Sotto il motto “per non dimenticare”, la Casa della Memoria è un centro destinato principalmente alla riflessione dei giovani, affinché possano conoscere la storia della lotta e della resistenza degli antenati, per ottenere una visione più obiettiva della realtà attuale del Guatemala.
Successivamente, è stato dato spazio alla partecipazione di vari membri della equipe base: Rafael de la Rubia ha trasmesso un messaggio riguardo alla necessità di imparare a superare la violenza come specie umana. «Se impariamo a convivere, vivremo meglio», ha affermato.
Inoltre, Juan Gómez, membro del Equipe Base del Cile, ha spiegato che il senso delle Marce Mondiali per la Pace e la Nonviolenza è creare consapevolezza sulla necessità della nonviolenza in tutti i suoi aspetti e tipi.
Alberto Vásquez, coordinatore della Marcia in Guatemala, ha espresso parole di gratitudine alla Casa della Memoria e ha illustrato il percorso che la Marcia Mondiale segue dal momento della sua partenza in Costa Rica fino al suo ritorno nello stesso punto il 5 gennaio 2025.
Rafael López, membro del Equipe Base del Costa Rica, ha approfittato dell’occasione per invitare alla chiusura della 3MM, per la quale si sta preparando una grande accoglienza per i partecipanti alla conclusione dell’evento.
La visita si è conclusa con una guida turistica condotta dalle volontarie del centro, che ha fatto percorrere sale tematiche: dalla civiltà maya, al passaggio degli spagnoli, la crudeltà della conquista, l’indipendenza dalla Spagna, il passaggio al controllo dei criollos e di altri gruppi che hanno mantenuto e prolungato la discriminazione e lo sfruttamento dei popoli originari. Le lotte civili, innumerevoli massacri e sparizioni, la rivoluzione del 20 ottobre 1944, i martiri e i grandi libertari, fino al conflitto armato che ha lasciato oltre 200 mila vittime in Guatemala tra il 1960 e il 1996.
La visita si è conclusa lasciando tra i partecipanti un’atmosfera di riflessione sulla necessità di conoscere la storia, per non ripetere gli abusi e tutti i tipi di violenza del passato, e sulla riconciliazione necessaria per avanzare verso un futuro migliore.