“Come una semplice parola può nascondere nel suo seno tanti ricordi terribili? Quanto terrore, odio, violenza e morte si possono sintetizzare in una sola parola?”
Questa è la domanda che si pone Carmen Meléndez, sindaca di Caracas, nel prologo del libro “Guarimbas, i gestori del caos”, presentato durante la 15ª Fiera del Libro di Caracas. Il testo, opera dello scrittore e giornalista cubano Raúl Antonio Capote – nonché rivoluzionario ed ex agente doppiogiochista infiltrato nella CIA – è edito da Fundarte (Fondazione per la Cultura e le Arti) e da La Iguana Ediciones.
In Venezuela dire “guarimbas” è ricordare al popolo i tristi massacri che gli oppositori del chavismo – spesso fascisti e paramilitari – hanno disegnato per portare il Paese all’implosione, permettendo l’entrata degli Stati Uniti nel territorio nazionale sotto mentite spoglie.
Questa criminale forma di violenza fascista è solo uno dei volti della “guerra non-convenzionale” che il governo USA ha sferrato – sotto ogni amministrazione democratica o repubblicana – contro il Venezuela e la Rivoluzione Bolivariana. Si tratta, in tutti i lati, di strategie per cambiare sistemi attraverso la semina di penurie e scoraggiamento all’interno dei popoli che non si sono piegati a Washington.
Il letterato Miguel Ángel Pérez Pirela ha dichiarato: “È un libro concepito in modo impeccabile, dove si vede lo scrittore, il giornalista, lo storico e d’altra parte l’esperienza di aver vissuto nelle viscere del nemico; è molto attuale, è un diario attuale sul caos creato per anni dal nemico, è un libro marziano e bolivariano, è uno strumento di resistenza, di sovranità, di verità, ma anche di bellezza perché è scritto molto bene”.
Nelle sue parole di gratitudine, Raúl Capote ha riflettuto sui piani di distruggere qualsiasi progetto e governo che vada contro gli interessi imperiali; per questo Guarimbas deve raggiungere tutto il pubblico per smascherare il fascismo.
“È un progetto per generare caos ed essere in grado di dominare il loro cortile, come lo chiamano, e in questo modo affrontare l’esistenza di potenze come Cina, Russia e la resistenza di paesi come Cuba, Nicaragua, Venezuela, dove non hanno funzionato” ha spiegato Capote. “Quando vedi come sono organizzati questi atti destabilizzanti, vedi lo stesso odio, gli stessi linguaggi, quando li vedi nelle strade, vedi molte somiglianze, uniscono ragazzi e adolescenti che non si sono mai interessati alla politica, usano gruppi da WhatsApp, li pagano per connettersi a Internet e poi per uccidere persone, attaccare istituzioni; generano questo caos sullo sfondo senza correre rischi, trasmettendo dai social network, dirigendo queste operazioni.”
Infine ha ribadito: “Sistematizzare le origini di queste operazioni, svelare queste verità, è l’obiettivo centrale di questo libro che deve servire da strumento di battaglia ”.
“Siamo liberi e indipendenti ed è nostra responsabilità difendere la sovranità nazionale e non essere colonie di nessun impero” – ha affermato la sindaca Meléndez, che ha catalogato queste pagine come riferimento per comprendere la realtà e il contesto che sta vivendo il Venezuela, costretto ad affrontare attacchi costanti per creare caos e sovvertire l’ordine costituzionalmente istituito.
“Voglio esprimere il mio apprezzamento al professor Capote per questo libro che servirà per lo studio, le lezioni che dobbiamo conoscere e imparare, in questo momento di resistenza in Venezuela in cui abbiamo visto il volto del fascismo; ciò che chiediamo per il nostro Paese è vivere in pace” ha sottolineato la sindaca.
Capote ha spiegato al pubblico che partecipava alla Fiera a Caracas che il volume tocca il tema «della guerra che ci fanno (a Cuba, Venezuela e Bolivia) da vari anni. Una guerra imperialista che ci vuole sconfiggere». Dalla scomparsa fisica del comandante Chávez l’imperialismo ha trovato un’occasione d’oro per porre fine alla Rivoluzione Bolivariana. Il libro difende con forza l’idea che quando si parla di “guerre non convenzionali in America Latina” si debba fare dei giusti distinguo rispetto a come avviene questo stesso tipo di conflitto in Europa.
“Quasi tutte le analisi sono molto europee; bisogna riferire quello che è successo lì perché i primi colpi morbidi, cioè questa storia di colpi di Stato preparati dalla CIA, sono avvenuti nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, bersaglio iniziale di questo tipo di rivoluzioni colorate” ha affermato in un’intervista a Cuba en Resumen. Secondo Capote in Europa si diffusero nuove teorie neoliberiste pronte a difendere la stessa guerra imperialista di sempre, adattata alle nuove condizioni del mondo. L’essenza di tutto ciò era come continuare il sistema di aggressione e dominio utilizzando nuovi metodi, ottenendo risultati migliori con minori costi.
Con il “Manuale per una rivoluzione senza violenza” o “Rovesciare una dittatura”, il filosofo Gene Sharp elaborò un manuale di 50 strategie su come rovesciare un governo (come “abbattere una dittatura”, come si suol dire), incorporando nuove tattiche relativamente “soft” di colpo di Stato.
Secondo Capote dobbiamo studiare cosa è successo nel mondo arabo e in Europa perché ci dà la misura di come l’imperialismo si è sviluppato, di come ha imparato da ciascuno dei luoghi in cui ha condotto questo tipo di guerra e di come l’ha perfezionato. Esattamente come è stata preparata e sviluppata la famosa “Primavera Araba”, per poi arrivare a quello che accadde contro la Libia di Gheddafi; in seguito si sono create altre “rivoluzioni colorate” di vario tipo e il Venezuela è un nuovo laboratorio per perfezionare i tentativi di colpo di stato in America Latina.
Fonti:
https://it.granma.cu/cultura/2024-09-27/guarimbas-i-gestori-del-caos
https://www.granma.cu/file/pdf/2024/09/25/G_2024092506.pdf
https://www.radiorebelde.cu/presentan-en-caracas-guarimbas-los-gestores-del-caos-23092024/
https://cubaenresumen.org/2024/04/19/los-gestores-del-caos-en-venezuela/