Volentieri diffondiamo la lettera che il compagno Francesco Loria, di cui avevamo narrato la vicenda dell’ingiustificato licenziamento, indirizza dopo il suo reintegro a chi lo ha sostenuto.

Il mio licenziamento è stato ritirato e sono stato reintegrato con effetto immediato.

Non si tratta di un semplice armistizio o di una vittoria nel senso tradizionale del termine. È qualcosa di più profondo, che va oltre il significato comune.

Si vincono le partite di calcio, le partite a carte e, purtroppo, anche le guerre. Ma nel mio caso, si tratta dell’affermazione di un’idea e di una lotta non violenta per riconoscerne il valore. Questa vittoria è più significativa perché non si basa sulla sconfitta di un avversario, ma sull’affermazione di valori e ideali che trascendono il conflitto.

È una vittoria che deve portare a un cambiamento positivo e duraturo, influenzando le persone e la società in modo costruttivo in un mondo spesso distruttivo. Deve scuotere le coscienze in un mondo del lavoro sempre più frammentato, dove i costi competitivi si scaricano sui lavoratori e dove la sicurezza viene sacrificata per il profitto.

Dedico questa lotta non violenta e il suo meraviglioso epilogo a tutte le lavoratrici e i lavoratori come un dono prezioso, un monito a dire “NO” e a mantenere la schiena dritta di fronte all’arroganza e alla negazione di un lavoro dignitoso.

Come siamo arrivati così velocemente a questo risultato eccezionale? Semplice, non ero solo. Al mio fianco ho avuto sempre la mia Organizzazione Sindacale e tutti i Lavoratori del Collettivo “100 passi nella Logistica”. Inizio i miei ringraziamenti proprio da loro. Un infinito grazie alla mia CGIL e alla mia Categoria, la FILT CGIL. Un affettuoso grazie a tutte le Segretarie e i Segretari delle 12 Categorie della CGIL per aver seguito la mia vicenda personale e avermi sostenuto anche con la loro presenza al presidio di protesta.

Grazie a tutte le Compagne e i Compagni che mi hanno inondato di telefonate e visite, manifestando una solidarietà profonda. Grazie a chi ha portato avanti con determinazione i tavoli di trattativa per il mio reintegro e non posso dimenticare l’impegno e l’affetto dei Compagni che hanno condotto la mediazione con estrema professionalità.

Grazie a tutti i miei Compagni di Lavoro che, con indiscutibile impegno, hanno svolto un ruolo importante affinché io fossi reintegrato, trasformandosi in una leva di forza nei luoghi di lavoro. È un grande motivo d’orgoglio per me. Grazie! Tutto il mio affetto e riconoscenza va alla meravigliosa area programmatica della CGIL “Le radici del sindacato”.

Scusate se i miei ringraziamenti continueranno a dilungarsi, tanta è stata la dimostrazione di solidarietà e affetto che il minimo che possa fare è scrivere di tutti loro come in un infinito oceano. Grazie alle diverse forze politiche del mio territorio, che hanno sentito il dovere di starmi vicino esprimendo solidarietà e sostegno.

Grazie ai Sindaci di Capaci, Carini e Terrasini e a tutte le loro comunità, che si sono unite in un unico coro di solidarietà e sostegno. Un immenso grazie va a tutta la Comunità Partinicese che si è stretta a me e alla mia famiglia in un grande abbraccio solidale. Grazie alle forze politiche della mia Partinico intervenute a sostegno morale e non solo.

Peccato non poter dire lo stesso del primo cittadino e della sua intera compagine politica che amministra questo paese. Il mio rammarico per la silente posizione assunta davanti a un caso così grave, in cui un lavoratore, sindacalista, figlio di Partinico perde il suo posto di lavoro per aver difeso altri lavoratori, molti dei quali Partinicesi, non è un dispiacere, ma una marcata constatazione dell’animo divisivo che la costituisce.

Ringrazio di cuore tutte le associazioni che hanno manifestato solidarietà nei miei confronti e, tra queste, tengo a ringraziare in maniera particolare Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. La storia di Peppino e l’impegno di chi gestisce l’organizzazione che lo ricorda sono per noi lavoratori Newcoop una luce in un cammino incerto e, per tutti i lavoratori impiegati nella logistica, un motivo di ricerca del riscatto fuori dalle logiche di sottomissione.

Siete il coraggio di far sentire la voce, siete e sarete sempre un punto di riferimento di una lotta che deve uscire dal cono d’ombra della paura. Quelle idee continueranno a solcare la nostra Terra, la nostra Casa.

Infine, e spero di non dimenticare nessuno di coloro che mi sono stati accanto, sorreggendomi in questa tempesta, voglio ringraziare la mia famiglia. A loro va il mio totale amore incondizionato, la mia totale riconoscenza. A mia moglie, che mi è stata vicino nelle notti insonni dandomi coraggio, che è riuscita non solo a farmi da spalla, ma a sorreggermi quando sembrava cedere tutto. Ai miei figli, che guardandomi negli occhi mi incoraggiavano ad andare avanti, che mi chiedevano di non rinunciare a questa idea.

Forse non è stato un caso, ed io voglio convincermi di questo: durante la definizione dell’atto di conciliazione, ricorreva il 118mo anno dalla nascita della CGIL.

Buon compleanno CGIL!

qui il testo integrale

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