“San Damiano” di Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes, è un potentissimo e raro documento cinematografico, su una società ai margini delle grandi metropoli europee – in questo caso Roma – della quale nei fatti sappiamo e vogliamo vedere pochissimo perché ci fa paura e, in fondo, ci mette anche in discussione: il mondo dei senzatetto. Un gruppo di emarginati con regole proprie tipiche dei tempi di Victor Hugo, anche se su Wikipedia la definizione “Corte dei Miracoli” risulta obsoleta, quasi fosse un fenomeno scomparso. Ma agli inizi del terzo millennio, con i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, con una competizione economica che conta più della vita umana, chi non riesce a inserirsi nel ciclo produttivo diventa un cascame affidato, se ha fortuna, alla carità cristiana. Un vulnus per la nostra civiltà esattamente come alcuni secoli orsono.

Il documentario “San Damiano” di Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes è maturato nei due anni trascorsi dai registi con la comunità di Sant’Egidio, durante i quali hanno distribuito pasti ai senzatetto della principale stazione ferroviaria della capitale. Avendo conosciuto Damian –  giovane polacco con una curiosa inflessione calabrese, personalità carismatica ricca di energia contagiosa – hanno stabilito un legame empatico e deciso di dormire insieme per strada, anche se Damian si vantava di aver ricavato una stanza in una torre diroccata delle Mura Aureliane. Così è partito il loro viaggio nell’oscura terra dei reietti e da tale condivisione vengono gli accenti di coinvolgente verità del film.

Damian, ragazzo senza famiglia arrivato in Italia con il sogno di realizzarsi come cantante, si definisce “San Damiano”, ma la mente va per associazione al ritratto di San Sebastiano trafitto dalle frecce e diventa simbolo della dilapidazione di vite umane nella ricca Europa. Simbolo delle tante persone non sorrette nella fase di formazione, che oggi si trascinano sperando che tutto questo abbia una fine. Attorno a Damian c’è una comunità di diseredati che affogano nell’alcol la fatica di stare al mondo, consumando i giorni che gli è dato sopravvivere. Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes, grazie all’indubbio naturale talento, ritraggono realtà che raramente sono state riprese e che arrivano allo spettatore come un salutare pugno nello stomaco perché di questa tragedia, da cui fuggiamo con raccapriccio o indifferenza, in fondo siamo tutti responsabili.

Data di uscita: N.D.
Genere: Documentario
Anno: 2024
Regia: Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes
Paese: Italia
Durata: 86 minuti
Sceneggiatura: Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes
Fotografia: Gregorio Sassoli
Montaggio: Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes, Cecilia Zanuso
Musiche: Cosimo Damiano
Produzione: Red Sparrow