Libera ha presentato il dossier “Linea Libera. Estorsione, usura e corruzione. Conoscere per contrastarle”, frutto di un’indagine condotta in collaborazione con il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino e supportato dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, che analizza le risposte di 412 operatori economici di Torino, Firenze e Napoli intervistati da volontari e volontarie che hanno condotto un’inchiesta “su strada”, incontrando complessivamente 1.356 persone.

La ricerca offre una visione complessa delle condizioni di legalità e delle preoccupazioni degli operatori economici riguardo a mafia e corruzione: gli intervistati esprimono serie preoccupazioni per il rischio criminalità, con una netta percezione delle condizioni di sicurezza nel loro quartiere. Sorprendentemente, Firenze si distingue per la maggiore insoddisfazione, con il 69% degli operatori economici che valutano le condizioni di sicurezza come poco o per nulla soddisfacenti, rispetto al 54% di Torino e al 51% di Napoli.

La connessione tra economia e presenza mafiosa è avvertita in tutte e tre le città, ma risulta particolarmente dannosa a Firenze e Torino, mentre a Napoli quasi un operatore su cinque non si pronuncia sulla questione. La situazione diventa ancora più critica per quanto riguarda estorsione e usura: a Napoli, oltre il 50% degli intervistati riporta di essere colpito da questi fenomeni, mentre a Firenze e Torino il problema si manifesta per un intervistato su cinque e un operatore su tre, rispettivamente per l’usura. La corruzione emerge come un tema di forte preoccupazione in tutte le città, con una predominanza del versante politico a Napoli e una leggera prevalenza del versante economico a Firenze e Torino. 

Il report mette in luce le difficoltà incontrate dagli operatori economici nell’ottenere prestiti bancari per sostenere le loro attività. Il 52,22% degli intervistati ha risposto negativamente alla domanda sulla possibilità di ottenere un prestito in caso di necessità, con una situazione particolarmente difficile a Napoli, dove il 60,82% ha dichiarato che non sarebbe facile accedere al credito. Di contro, Firenze si mostra leggermente più ottimista, con il 50,52% degli operatori che ritiene possibile ottenere un finanziamento.  Tra le ragioni per cui è difficile accedere al credito, emergono soprattutto i tassi di interesse troppo elevati, indicati dal 18,18% degli operatori di Torino e dal 8,56% di Napoli. Anche il rifiuto del prestito da parte delle banche è segnalato come un problema critico, soprattutto a Napoli, dove il 6,95% degli intervistati ha riportato di essersi visto negare un finanziamento. Dai dati pare emergere che a Napoli vi sia maggior difficoltà a trovare riferimenti utili per l’accesso al credito, sia nelle reti familiari/amicali, sia presso le istituzioni bancarie. La percezione di condizioni contrattuali inaccettabili è meno rilevante, ma comunque presente, in particolare a Torino (3,74%).

Un’altra parte importante del report riguarda la presenza di fenomeni illegali nel quartiere. I fenomeni più segnalati nel campione complessivo sono furti nei negozi (63,83%), spaccio di stupefacenti (53,88%) e scippi (48,30%). Corruzione, usura ed estorsione, fenomeni al centro di questa indagine, risultano essere i meno percepiti come presenti nel quartiere. La ragione è verosimilmente ascrivibile al tipo di reato, meno visibile e quindi che desta minor allarme sociale. Il fenomeno del pizzo, o estorsione, appare con un’intensità variabile tra Torino, Firenze e Napoli, evidenziando importanti differenze territoriali. Alla domanda se esista un problema di pizzo nelle rispettive città, il 44,33% dei rispondenti a Napoli ha indicato che il problema è “abbastanza” serio, seguito dal 9,28% che lo considera “molto” grave. A Torino e Firenze, i dati mostrano un quadro meno allarmante, con il 17,89% e il 16,84% rispettivamente che ritiene il pizzo “abbastanza” diffuso, e solo l’1,83% e il 2,11% che lo giudica un problema “molto” rilevante. Per quanto riguarda le modalità attraverso cui si impone il pizzo, la richiesta di denaro è considerata la forma più comune, con percentuali simili tra le città: 45,65% a Napoli, 53,19% a Firenze e 51,83% a Torino. Tuttavia, a Napoli emerge con maggior evidenza la conoscenza di altre forme di imposizione, come l’obbligo a fornire prodotti o servizi gratuitamente (6,52%) o l’imposizione di forniture di macchinari o servizi (23,91%), suggerendo una maggiore varietà di strumenti di controllo economico rispetto alle città settentrionali. Il fenomeno dell’usura, invece, pur meno visibile rispetto al pizzo, appare più pervasivo e presenta caratteristiche preoccupanti. A Napoli, il 40,21% dei rispondenti ritiene che l’usura sia “abbastanza” diffusa, e un ulteriore 16,49% la considera “molto” presente, facendo della città partenopea il luogo in cui questo fenomeno è percepito con maggiore intensità. A confronto, solo il 3,21% dei torinesi e l’1,06% dei fiorentini ritengono che l’usura sia un problema “molto” serio nelle loro città. Infine, quando si chiede agli operatori se sia possibile sconfiggere la mafia, oltre il 36% esprime fiducia nella vittoria, mentre un altro 36% si dichiara possibilista. Napoli risulta la città più ottimista, seguita da Firenze. Tuttavia, non si può trascurare il 12,20% di intervistati che esprime pessimismo, con un picco del 18,81% a Torino.

Nelle prossime settimane, Libera avvierà una campagna di sensibilizzazione su usura, racket e corruzione, promuovendo il numero verde Linea Libera (800.582.727).  Un servizio cruciale che supporta le vittime nel loro percorso di denuncia; un canale sicuro e anonimo per ottenere assistenza legale, psicologica e pratica, che rappresenta una mano tesa per chi si trova intrappolato nella morsa della criminalità.

Qui il dossier: https://www.libera.it/documenti/schede/2024_dossier_linealibera_web.pdf