Amnesty International ha chiesto a tutte le parti in conflitto in Sudan di porre fine agli attacchi contro i civili, alla luce dell’escalation di violenza nelle città e nei villaggi dello stato di Gezira.

Familiari di vittime, intervistati da remoto da Amnesty International, hanno riferito che le Forze di supporto rapido hanno attaccato Tamboul, Rufaa, Al-Hilaliya, Al- Seriha e Al-Uzibah, nel Gezira orientale, uccidendo persone nelle loro abitazioni, nei mercati e in strada e rubando prodotti dai mercati e dagli ospedali. Secondo le Nazioni Unite, migliaia di persone sono state costrette alla fuga.

“Le notizie di forme estreme di violenza che stanno arrivando dallo stato di Gezira sono allarmanti. Amnesty International chiede alle Forze di supporto rapido e alle Forze armate sudanesi di porre fine a tutti gli attacchi indiscriminati e intenzionali contro i civili. Tutte le parti in conflitto devono inoltre garantire percorsi sicuri per i civili in fuga dal conflitto e assicurare che gli aiuti umanitari giungano, senza limitazioni, ostacoli e discriminazioni, a tutte le persone che ne necessitano”, ha dichiarato Tigere Chagutah, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale.

“Tutti gli stati che stanno alimentando questo brutale conflitto devono porre termine immediatamente alle forniture, dirette o indirette, di armi e munizioni a entrambe le parti in conflitto e rispettare e applicare l’embargo sulle armi dirette al Darfur stabilito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, ha aggiunto Chagutah.

Un parente stretto di alcune delle vittime, che si trova attualmente nella città di Kassala, ha raccontato: “Il 20 ottobre mio cugino e tre altri familiari sono stati uccisi dalle Forze di supporto rapido a Tamboul. Mio cugino è stato ucciso all’interno della sua abitazione, gli altri al mercato”.

Altre tre persone che hanno avuto familiari coinvolti negli attacchi nello stato di Gezira hanno denunciato che alcuni dei loro parenti risultano scomparsi. Uno di loro ha dichiarato: “Mio padre, mia zia, la mia madrina, due miei zii, mio fratello minore e mia nonna non si trovano più. Vivevano a Tamboul, attaccata dalle Forze di supporto rapido il 20 ottobre e da quel giorno non abbiamo più loro notizie. Non sappiamo se siano vivi o morti, siamo completamente devastati”.

Ulteriori informazioni

Dopo la defezione di Abu Aqla Keikel, un ex comandante locale delle Forze di supporto rapido passato alle Forze armate sudanesi, il primo gruppo ha lanciato una rappresaglia contro le città e i villaggi della zona orientale dello stato di Gezira. Secondo le Nazioni Unite, in diversi villaggi della zona di Sharq al-Jazira si sono verificati almeno 25 casi di violenza sessuale.