Per la prima volta nella storia della Seconda Repubblica, un partito di destra (Partito della Libertà dell’Austria, FPÖ) è diventato il gruppo politico più forte nel Parlamento. È un momento decisivo: i risultati delle elezioni del 2024 mostrano un chiaro cambiamento nel panorama politico austriaco. Con il 29,2% dei voti, l’FPÖ ha ottenuto il suo più grande successo fino ad oggi, diventando la prima forza in Parlamento. L’ÖVP (Partito Popolare Austriaco), che aveva dominato le ultime elezioni, ha subito un calo significativo con il 26,48%, mentre l’SPÖ (Partito Socialdemocratico Austriaco) è scivolato al terzo posto con il 21,05%.
Nonostante la vittoria elettorale, l’FPÖ non ha la maggioranza assoluta in Parlamento, il che rende difficile la formazione di un governo stabile. Sono necessari dei partner di coalizione, ma il futuro politico rimane incerto, poiché molti partiti si sono chiaramente opposti alla cooperazione con l’FPÖ durante la campagna elettorale. Questo rifiuto è il risultato diretto delle controverse posizioni politiche del partito e del suo candidato principale Herbert Kickl.
L’ascesa dell’FPÖ è avvenuta nonostante le massicce critiche e resistenze di istituzioni, partiti, sindacati, organizzazioni per i diritti umani e attori della società civile, che si sono mobilitati all’unisono contro le politiche populiste e di estrema destra dell’FPÖ. Uno dei punti centrali della campagna elettorale dell’FPÖ è stato il tema dell’immigrazione. Kickl ha chiesto la cosiddetta “remigrazione” – il ritorno dei richiedenti asilo in Paesi di origine presumibilmente sicuri – e una rigorosa restrizione del diritto di asilo in Austria. Nella sua retorica, Kickl ha dipinto un quadro desolante dell’immigrazione e ha parlato di una “nuova migrazione di popoli” e della presunta minaccia dell’“importazione dell’islam”.
La strategia dell’FPÖ di fomentare le paure della popolazione si è rivelata efficace, ma ha polarizzato profondamente il Paese. Questioni come l’immigrazione, la perdita di sicurezza e di identità sono state drammaticamente ingigantite per mobilitare gli elettori.
Spetta ora agli altri partiti prendere una posizione chiara contro l’FPÖ. La domanda centrale è: riusciranno le forze democratiche a formare una coalizione senza l’FPÖ? Numerose organizzazioni e gruppi per i diritti umani chiedono la formazione di un governo senza il partito di estrema destra. Essi avvertono che un’eventuale collaborazione con un partito che in passato ha messo in discussione i diritti umani, la protezione del clima e la libertà di stampa potrebbe mettere a repentaglio i valori democratici fondamentali dell’Austria.
In questo momento critico, anche l’organizzazione della società civile #aufstehn (“Alzarsi”) si batte per la tutela dell’umanità e della coesione sociale. Ha lanciato una petizione contro una possibile coalizione con l’FPÖ, che ha raccolto oltre 71.000 firme in pochissimo tempo. La petizione invita tutti i partiti a prendere una posizione chiara contro la collaboazione con l’FPÖ, poiché sebbene il partito abbia ricevuto il maggior numero di voti con il 29,2%, non ha la maggioranza assoluta e quindi non farà necessariamente parte del governo.
Le prossime settimane saranno decisive. Resta da vedere se le forze democratiche saranno abbastanza forti da tracciare una linea chiara contro l’ascesa del populismo di destra.
Appello urgente: nessuna coalizione con l’FPÖ!
Traduzione dal tedesco di Thomas Schmid.
Revisione di Anna Polo