Oggi è vitalmente necessaria in Italia una nuova Resistenza, perché è in atto un colpo di Stato strisciante in un contesto mondiale di violenza senza limiti, come mostra ogni giorno il genocidio di Gaza.

Un decreto governativo già approvato dalla Camera – Il DL 1660 – ne è il segnale più vistoso (cui si può anche aggiungere il cosiddetto Decreto flussi che peggiora ulteriormente le condizioni dei migranti di mare e di terra in movimento verso o nel nostro paese).

Il DL 1660 riduce gravemente, di fatto elimina, la possibilità di praticare e manifestare pubblicamente dissenso nei confronto del governo.

È del tutto evidente che è in corso un processo politico che mira ridurre al minimo e tendenzialmente a eliminare ogni possibilità di dissenso, in un contesto di distruzione di quel che rimane dello Stato sociale – ad esempio la sanità pubblica – di aumento vertiginoso delle differenze di reddito e della povertà, cui va aggiunta una strisciante riforma scolastica in senso autoritario.

Ciò è tanto più grave in quanto avviene in una diffusa indifferenza.

L’impegno di Linea D’Ombra con i migranti in transito (e comunque in difficoltà) che dura ormai da quasi cinque anni è sempre stato concepito come una forma di resistenza (pur nei limiti di un aiuto allo scorrimento dei flussi che ha fatto comodo alle istituzioni).

Ora è partita anche l’ordinanza del sindaco di chiusura alle ore 23 degli esercizi di piazza Libertà che vendono cibo e bevande, che renderà più difficile per noi fornire cibo a chi arriverà dopo quell’ora.

Possiamo, inoltre, immaginare che, quando sarà definitivamente approvato il DL 1660, il sindaco abbia un’opportunità in più per sgomberare finalmente la piazza della stazione, dato che anche la resistenza passiva sarà punibile col carcere.

Noi continueremo a resistere in ogni caso facendo appello anche agli amici della rete di solidarietà senza di cui LDO non potrebbe esistere.

Invitiamo questi amici e tutti coloro che dissentono seriamente da questo governo antisociale e dai suoi decreti a venire frequentemente in Piazza del Mondo, a fare di questa piazza un luogo di incontro, di resistenza e di lotta.