Oggi, alle 4.30 del mattino, è iniziato lo sgombero dell’occupazione forestale di Gallarate. Da più di 60 giorni, numerose persone stanno presidiando il parco per evitarne l’abbattimento. È una lotta ambientale e sociale: il comitato sta proteggendo anche il sistema scolastico territoriale opponendosi al progetto Grow 29 che prevede la costruzione di una scuola centralizzata con la chiusura di quattro piccole scuole di quartiere.

Arrivata la notizia dello sgombero, si è andato a formare un presidio solidale spontaneo per sostenere le persone all’interno del parco. “Questo presidio è stato fin da subito intimidito dall’atteggiamento della Digos e della polizia”, riportano le persone presenti. “è stato strappato di mano e rotto un telefono ad una delle persone che stava riprendendo l’accaduto“. Il dispiegamento delle forze dell’ordine sul posto è ingente, con tanto di elicottero che sta sorvegliando da ore la situazione a terra. “La polizia sta tentando di salire sulle piattaforme senza avere l’attrezzatura adeguata e le conoscenze per farlo in sicurezza, mettendo a rischio loro stessi e le persone che vorranno portare via” riportano ancora alcune delle persone che si trovano sugli alberi. Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno permesso agli operai di procedere con l’abbattimento degli alberi all’interno del parco, nonostante molti di questi siano collegati da corde orizzontali per il passaggio delle persone tra una piattaforma e l’altra, mettendo quindi a rischio la loro sicurezza. Nonostante l’operazione di sgombero estremamente delicata, non è presente alcun mezzo di soccorso. “Il 112 è stato chiamato più volte, ma non stanno intervenendo per ordine della polizia” riportano alcune delle persone presenti. “Gli operatori addetti lo sgombero, dopo essere stati intimati a non mettere in pericolo le persone con l’abbattimento degli alberi, hanno risposto: “è questo il bello, che vi cadono addosso”. Queste operazioni stanno mettendo a rischio la vita delle persone e devono interrompersi immediatamente: la vita umana vale più del profitto!”

In questi giorni di mobilitazione, numerosi comitati cittadini e territoriali sono accorsi a difesa della resistenza del bosco di via Curtatone, riconoscendo lo schema di attacco agli spazi verdi e selvatici a cui nel Varesotto (e in tutta la Lombardia) si è tristemente abituati, e che nei prossimi anni continuerà ad interessare la zona: dal progetto dell’ospedale unico di Gallarate e Busto Arsizio, fino all’espansione dell’aeroporto di Malpensa nella brughiera protetta.

Mentre l’Italia è devastata da alluvioni e siccità che schiacciano intere comunità e imprese, coloro che si battono con determinazione per difendere gli ecosistemi si trovano ancora una volta a subire minacce e intimidazioni. “Saremo sempre di più. Questo sgombero non fermerà quello che è stato creato in questi mesi. Ci batteremo fino all’ultimo centimetro di una terra che minaccia di essere distrutta” concludono i comitati.

Drive con Video

https://drive.google.com/drive/folders/1ErD8PuMBzYmQq6SPiHyeVPTBOGTBf9qA?usp=sharing

Comitati e movimenti in difesa del Bosco di Via Curtatone