Dopo la recente approvazione alla Camera, in questi giorni ha avuto inizio al Senato l’iter del ddl Sicurezza, un provvedimento normativo che ha la finalità di colpire tutte le pratiche di lotta che in questi anni sono state utilizzate dai movimenti in difesa dell’ambiente, contro le Grandi Opere, per i diritti sociali e civili, per il diritto alla casa, e dalle persone detenute che hanno alzato la testa ribellandosi alla disumanità di carceri e centri di permanenza per il rimpatrio.
Il ddl 1660, infatti, rappresenta un vero e proprio salto di qualità nelle strategie repressive del Governo ed è evidente il tentativo di rimuovere il conflitto, e finanche il semplice dissenso, dalle dinamiche sociali.
Con l’approvazione della nuova norma sarà il corpo stesso delle persone ad essere considerato un’arma e ciò consentirà di inasprire fortemente le pene per chi intende resistere alla devastazione dei territori e al processo di impoverimento ormai generalizzato.
Si dice che non vengono messe in pericolo le forme pacifiche di protesta, ma non è così. Ciò che viene concesso è solo la semplice testimonianza, mentre si nega la possibilità di esercitare il diritto di decidere per gli abitanti dei territori, per i lavoratori, per gli studenti in lotta.
Si vuole che esista solo l’esecutivo e che spariscano la società e le soggettività che in essa si organizzavano, ma la libertà dei popoli si è sempre espressa attraverso la capacità di disobbedire. E’ di questo spazio pubblico che il Governo ha paura ed è per questo che si attiva per cancellarlo.
Nei nostri territori il ddl Sicurezza assume una particolare rilevanza per sua applicazione nell’ambito della lotta contro il ponte sullo Stretto. Contro un movimento che manifesta da decenni, e che ha già annunciato che continuerà a farlo anche in caso di apertura dei cantieri, vengono minacciati anni di carcere e imponenti pene pecuniarie. Anche il semplice annuncio della volontà di opporsi all’attività delle ruspe diventerebbe reato.
E’ palese che si tratta del tentativo di mettere a tacere la voce degli abitanti dello Stretto che da anni si battono contro un’infrastruttura devastante e inutile. L’intento è terrorizzare la comunità, incutere timore, fare risuonare la voce della minaccia contro i cortei gioiosi e determinati dei no ponte.
Dappertutto si stanno moltiplicando le iniziative contro un provvedimento di tale gravità. Anche Messina si è già mobilitata e si accinge a dare vita ad una manifestazione che serva ad estendere la lotta e partecipare ad un movimento che abbia l’ambizione di bloccare il ddl.
SABATO 26 OTTOBRE
SCENDIAMO IN PIAZZA CONTRO CHI CI VUOLE IMPEDIRE DI FARLO IN FUTURO!
NO AL DDL SICUREZZA!