La fame nel mondo si potrebbe eliminare riducendo le spese militari e impegnando a questo scopo le risorse liberate: è il messaggio al centro di una campagna di sensibilizzazione dell’associazione Peacelink, corredata di numeri e grafici.
L’occasione dell’iniziativa è la Giornata mondiale dell’alimentazione, che si celebra oggi. “Nel 2023 oltre 705.000 persone sono state classificate a rischio di morte per fame e questo è accaduto mentre aumentavano le spese militari” sottolinea Peacelink. “Il dato rappresenta una moltiplicazione per quattro rispetto al 2016 nonché il picco massimo nella storia dei rapporti del Global Report on Food Crises (Grfc)”. C’è stato parallelamente l’aumento delle spese militari. “Dal 2016 a oggi, a livello globale hanno registrato un significativo incremento” evidenzia Peacelink, pubblicando un’analisi realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
Secondo le stime rilanciate dall’associazione, nel 2016 la spesa militare globale era di circa 1.686 miliardi di dollari. Nel 2023, il dato avrebbe invece raggiunto il record di 2.443 miliardi di dollari, con un incremento del 6,8% rispetto all’anno precedente, il più alto dal 2009. In termini percentuali, stima Peacelink, tra il 2016 e il 2023 l’aumento è stato del 45 per cento.
Secondo l’associazione, “tagliando appena l’1% del bilancio militare del G7 si potrebbe eliminare la fame nel mondo”. La tesi è che questo potrebbe avvenire “senza compromettere la superiorità militare dell’Occidente” e della Nato nei confronti della Russia. “I Paesi del G7 insieme spendono 1.166 miliardi di dollari all’anno in armamenti”, sottolinea Peacelink, “mentre Mosca ne spende infatti 109 miliardi”.