Pubblichiamo il comunicato-stampa dell’Associazione Nazionale Giuristi Democratici, la quale allarmata interviene nel dibattito di questi giorni sulle applicazioni delle garanzie processuali che hanno fatto invocare – da parte della seconda carica dello Stato – la necessità di modificare la costituzione per porre in essere un riequilibrio dei poteri, dando un maggior peso all’esecutivo, mettendo così a repentaglio il sistema ordinamentale dello stato di diritto[accì]
Quanto sta avvenendo in questi giorni intorno al sistema giustizia, alla messa in discussione non solo delle decisioni giudiziali, ma, in fondo, del potere di decidere ed a chi spetta (ai giudici? Al governo? Alla pancia del popolo?) è davvero inquietante.
Volutamente, non ci soffermiamo sulle espressioni imbarazzanti utilizzate da esponenti del governo in carica su singoli magistrati, ma registriamo preoccupati il disprezzo che si sta spargendo a piene mani sui principi basilari di uno stato di diritto, che sembrano diventati materia da sondaggio; l’invasività e la pretesa supremazia delle scelte politiche sull’osservanza delle regole di diritto interno e internazionale, anche se non soprattutto quando hanno a oggetto diritti fondamentali; la messa all’indice, fino a determinare pericolo per l’incolumità personale, di chi invece pretende di darne piena e doverosa applicazione.
La giustizia non rientra nello “spoil system” e i suoi principi fondamentali non variano in base ai desiderata dell’elettorato, come qualcuno afferma impunemente. Diversamente, l’onnipotenza della maggioranza sarebbe destinata a sopprimere lo stato di diritto.
La posta in gioco sono i diritti fondamentali. E se autonomia e indipendenza della giurisdizione vengono lese, a uscirne sconfitti sono tutti i soggetti che a vario titolo vi partecipano, siano essi magistrati o avvocati: un tema su cui dovrebbe riflettere, forse in primo luogo, anche chi sostiene l’attuale maggioranza di destra.
Come Giuristi Democratici confermiamo il nostro impegno a difendere con forza e in ogni sede le conquiste democratiche nel diritto, i principi di solidarietà e di difesa dei diritti umani, le garanzie processuali per tutte e tutti e a sostenere chi si ostina a farne corretta applicazione nelle aule di tribunale.