Gli alti indici della sicurezza sociale in Venezuela sono la conseguenza di due governi sensibili alle necessità della popolazione e all’applicazione di un modello grazie al quale i profitti del petrolio restano nel paese.
Il Venezuela, incarnato dal presidente Nicolás Maduro, resiste ai brutali attacchi subiti e continuerà a resistere, proprio come aveva fatto Hugo Chávez Frías. Per Maduro sarebbe stato più facile allearsi con i saccheggiatori, consegnando la ricchezza e la sua ideologia ai nefasti interessi neoliberali, ma avrebbe condannato il suo popolo a indegnità, disonore, fame e miseria.
La dignità e la sovranità dei popoli non possono essere salvate dalle implorazioni lamentose dei vassalli. Questo fu ciò che fecero i politici dispotici e arrendevoli, oligarchici e neoliberali che hanno privato il Perù di decoro, libertà e immense ricchezze, lasciando al Paese le briciole offerte dalle grandi compagnie transnazionali e dai paesi occidentali.
In passato le entrate petrolifere in Venezuela sono state saccheggiate e portate fuori dal paese. Molto prima, appartenevano alla corona spagnola. Nel dicembre del 1998, Hugo Chavez F. vinse le elezioni presidenziali. Nel 2006, ha dichiarato illegali i 32 accordi petroliferi firmati tra il 1990 e il 1997 e li ha rinegoziati tra le compagnie transnazionali e la PDVSA, (la compagnia petrolifera pubblica venezuelana), creando società miste dove la PDVSA detiene il 60% della proprietà, per una maggiore riscossione delle imposte sul petrolio.
Grazie a Chavez la Costituzione venezuelana stabilisce che lo Stato mantiene, per convenienza nazionale, il controllo delle attività petrolifere e di altre industrie, nonché di aziende, servizi e beni di interesse pubblico e di carattere strategico. Lo Stato mantiene inoltre il 50% (in precedenza era il 35%) nelle nuove società miste, oltre a sviluppare attività di esplorazione, estrazione, raccolta, trasporto e stoccaggio, e sono state quindi emanate una serie di leggi per aumentare la raccolta di entrate petrolifere del Venezuela.
Questo è l’opposto della vergogna che accade in Perù. Qui vengono prelevati milioni in oro, argento, gas, petrolio, senza che sia pagato nulla, a causa della corruzione e del riciclaggio di denaro. Hugo Chávez, al contrario, rivoluzionò le strutture di un’economia subordinata e saccheggiata e si ebbero profondi miglioramenti in favore del popolo. Vediamo quali.
Popolazione denutrita?
Il Venezuela ha una percentuale inferiore al 5% (FAO, IFAD e “Programma alimentare mondiale”, 2014), al pari di paesi sviluppati, come Stati Uniti, Germania, Giappone, Francia e persino Cuba. Ha un tasso migliore rispetto alle regioni in via di sviluppo, con una percentuale del 13,5%, e dei paesi sottosviluppati, con una popolazione sottonutrita del 27,5%. Il reddito petrolifero resta in Venezuela rendendo possibile il nutrimento della popolazione.
Disponibilità di energia alimentare (in Kcal/giorno a persona)
Il Venezuela dispone di 2.949 Kcal/giorno per persona. Il Perù 2.721. Ciò significa che il Venezuela consuma 228 Kcal/giorno in più rispetto al Perù (ECLAC – 2015)
Tasso di mortalità infantile
Il Venezuela ha una percentuale del 14%, la Colombia e il Perù del 15%, il che significa che la mortalità infantile in Venezuela è inferiore del 7,1% rispetto ai due paesi vicini. Cuba si distingue con una percentuale del 4% (UNESCO-2015). La mortalità infantile, prima di Hugo Chávez, era del 21,4%.
Rachitismo
Il Venezuela ha una percentuale del 16%, mentre il Perù del 18% e il Guatemala del 48% (UNESCO-2015). Grazie al programma di Alimentazione Scolastica introdotto da Chávez, vengono forniti pasti gratuiti e di qualità a colazione e a pranzo. Inizialmente vennero coinvolti 250.000 studenti mentre nel 2008 il numero è arrivato a 4 milioni, con una crescita del 1.500%. I pasti forniti consistono in succhi di arancia, merendine, prosciutto e formaggio, e durante l’intervallo gli studenti ricevono confezioni di latte. L’80% dell’istruzione venezuelana è pubblica e gratuita.
L’ammissione all’Università è un diritto, non è previsto l’esame di ammissione
Tra il 1999 e il 2007, il numero di medici di base nel settore pubblico è aumentato di oltre 12 volte, da 1.628 a 19.571, il che equivale a una crescita del 1.102%, portando così assistenza medica a milioni di venezuelani in povertà che in precedenza non avevano accesso ai servizi sanitari. Nel 1998, il paese aveva 417 punti di pronto soccorso, 74 centri di riabilitazione e 1.628 centri di cure primarie. Nel 2007, si è ampliato a 721 punti di pronto soccorso, 445 centri di riabilitazione e 8.621 centri di assistenza primaria, tra cui 2.500 cliniche pubbliche nei quartieri dove le risorse scarseggiano.
Il Venezuela è stato dichiarato Territorio Libero dall’Analfabetismo, con un tasso oggi inferiore al 4%. Nel suo rapporto del 2013, il paese si è classificato al secondo posto in America Latina e al quinto posto nel mondo per il più alto numero di studenti universitari in relazione alla popolazione totale (UNESCO). In Perù, l’analfabetismo tra le donne raggiunge il 7,5%, negli uomini il 2,7%, nelle aree rurali è il 19,3% per le donne e a Huánuco arriva al 21,3%.
Nonostante gli spietati boicottaggi, i sei milioni di venezuelani che si trovano nelle condizioni peggiori ricevono i loro cesti alimentari di base ogni 21 giorni dai CLAP (Comitati locali di approvvigionamento e produzione. Secondo Ángeles Maestro, ogni cesto alimentare di base, al prezzo di 0,5 dollari, comprende 2 kg di lenticchie, 3 kg di riso, 2 kg di farina di mais, 2 kg di latte in polvere, 3 kg di pasta, 1 kg di fagioli neri, 1 kg di zucchero, 1 lattina di salsa di pomodoro, un vaso di maionese, 5 lattine di tonno in scatola e 2 litri di olio. C’è anche, allo stesso prezzo, un cesto base di prodotti per la pulizia e la cura della persona.
Hugo Chávez e Nicolás Maduro li hanno fatti consegnare, gratuitamente, a 4,3 milioni di abitazioni. Nessun paese al mondo riconosce il valore di questi benefici per il popolo. Si prevede di raggiungere più di 5 milioni di case.
Questi successi sono il risultato di due politici attenti al malessere e alla fame del loro popolo. E niente di tutto ciò sarebbe stato possibile senza l’applicazione di un modello socialista, grazie al quale i profitti derivanti dal petrolio restano nel paese.
Il Venezuela non ha invaso alcun paese, al contrario, aiuta molti popoli con le proprie entrate petrolifere. Anche il Perù ha beneficiato delle case donate da Chávez dopo il terremoto di Ica in Perù. Qui, la ricostruzione fu piena di corruzione: 16 anni dopo (Diário El Comércio), i sindaci sostengono che la maggior parte degli abusi edilizi riguarda edifici scolastici e storici; nella provincia di Ica, solo il 30% delle scuole colpite nel 2007 è stato ricostruito, con il 70% ancora mancante; i quartieri più lontani dalla costa registrano un avanzamento del 50% nei lavori di ricostruzione del sistema fognario.
Il pacifismo e l’embargo
Il Venezuela è un paese pacifico e amichevole. Grazie alla sua grande sensibilità sociale, il governo venezuelano vende petrolio a condizioni preferenziali a molti paesi dell’America Latina, per un totale di 148 miliardi di dollari, che sono in attesa di essere riscossi. Si scatenò tuttavia un blocco, eccessivamente duro e perverso, addirittura nei confronti di bambini, anziani e persone indifese.
I prezzi speculativi aumentano irrazionalmente ogni giorno, che si tratti di medicinali, cibo, carta igienica, prodotti per la pulizia, igiene, a causa di accaparramento, contrabbando e sabotaggi. Questi speculatori vendono deliberatamente carne, formaggio e uova a prezzi irraggiungibili, realizzando profitti esorbitanti.
I prodotti agricoli come frutta e verdura non sono difficili da ottenere, tuttavia è estremamente difficile trovare medicine o prodotti per l’igiene. Ci sono due aziende che producono questi beni, le americane Procter & Gamble e Johnson & Johnson, che controllano il mercato venezuelano. Hanno il monopolio del 90% dell’offerta.
Le sanzioni unilaterali sono condannate a livello internazionale
Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato nel marzo del 2018 una risoluzione che condanna le sanzioni unilaterali imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea contro il Venezuela, che hanno un impatto spietato sulla popolazione venezuelana. Già nel 2015, il Venezuela aveva dichiarato una “emergenza nazionale” per la “minaccia insolita e straordinaria che la politica estera degli Stati Uniti rappresenta per la sicurezza della nazione bolivariana”.
Sono stati congelati e bloccati tutti i beni della PDVSA e della sua filiale negli Stati Uniti CITGO. Ora, non comprano nemmeno un litro di petrolio (prima, l’80% era destinato agli Stati Uniti); e la Banca tedesca Commerzbank ha chiuso i conti con le banche venezuelane e la PDVESA. L’Inghilterra si rifiuta di restituire 31 tonnellate d’oro, appartenenti al Venezuela, perché hanno sostenuto Guaidó ed è di loro proprietà (una misura imposta dai paesi occidentali), ecc.
Un venezuelano residente in Perù commenta: “Se rimango in Perù e ho figli, corrono il rischio di essere anemici come di solito succede in Perù, dove sono circa il 50% della popolazione, mentre in Venezuela non ce ne sono; corrono il rischio di essere cronicamente malnutriti, mentre in Venezuela il rischio è inesistente; corrono il rischio di essere analfabeti, mentre in Venezuela l’analfabetismo è zero”.
Il Venezuela possiede ricchezze straordinarie, ha il primo posto nelle riserve petrolifere mondiali, ha gas, oro, ferro, bauxite, diamanti, con un valore superiore al PIL del Paraguay o della Bolivia, carbone…e terre rare. E ha, fondamentalmente, un popolo con dignità e un patriottismo invidiabili e irraggiungibili. Anche il Perù ha immense ricchezze, ma di nessuna utilità, e non ci hanno mai aiutato; più di tre milioni di persone passano un giorno alla settimana senza mangiare.
Tutte queste ricchezze costituiscono un potenziale importante per cui nessun venezuelano ha bisogno di emigrare o soffrire. Sarebbero tutti molto felici e non mancherebbero di nulla se non fosse per le sanzioni drastiche che sono state imposte.
Maduro sta mettendo in atto molteplici strategie per restituire benessere al suo popolo, che ne uscirà vittorioso.
Traduzione dal portoghese di Cora Marchioni. Revisione di Thomas Schmid.