“Durante quest’ultima settimana, Israele ha ribadito come la sua unica soluzione sia quella militare, continuando a condannare generazioni di persone a vivere nell’incubo della guerra. In un solo giorno sono state uccise oltre cinquecento persone.

Un attacco fra i più sanguinari degli ultimi anni nella regione, che non potremmo definire che terroristico per il totale spregio delle vite umane, come tutti gli omicidi di stato mirati e no di cui fa le spese la gente comune.

Come ci insegna la tradizione ebraica, ogni vita è un universo. La nostra solidarietà va inequivocabilmente alla popolazione libanese in fuga e a quella palestinese sotto assedio e sterminata da ormai un anno.

Non ci può essere soluzione militare alla situazione della popolazione israeliana da mesi evacuata dal nord del paese, dove a pagarne il prezzo più caro è la popolazione araba in Galilea e Golan, strumentalizzata e abbandonata dallo stato.

Urge una soluzione politica per porre fine a questa carneficina: è assurdo parlare del “rischio di escalation”, la violenza è lo status quo.

Come scrive Walter Benjamin, lo stato d’emergenza è ormai la regola. Non c’è più tempo. ”

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