“Il limite minimo di 500 mila firme lo avevamo raggiunto già da martedì. Ma oggi andremo a certificare, con tutto il Comitato Promotore, la consegna di oltre 637 mila firme raccolte affinché in Italia si modifichi una vecchia e vergognosa legge sul diritto di cittadinanza per chi non ha avuto il privilegio di nascere e/o crescere nel nostro Paese da genitori italiani. In due settimane nei fatti, grazie alla piattaforma elettronica, che si è sovente fermata per sovraccarico, ma soprattutto grazie all’impegno delle associazioni di cittadine/i di origine immigrata e ad alcune associazioni e a poche forze politiche come la nostra che ci hanno creduto, è emerso un pezzo di Paese, prevalentemente giovane, pronto, aperto, che non vuole vivere nel passato ma è proiettato in un futuro di convivenza.
Dimezzare i tempi per richiedere la cittadinanza – da 10 a 5 anni – mantenendo i vincoli di una permanenza regolare, caratterizzata da reddito e residenza continuativi, conoscenza della lingua, e dal non aver ricevuto condanne penali, è un piccolo passo in avanti per una lotta di civiltà. Solo a traguardo raggiunto alcuni esponenti politici si sono espressi a favore, la destra ha sdegnosamente rifiutato ogni ragionamento in merito e anche dentro le forze progressiste c’è chi ha parlato di “Paese non ancora pronto”. Perché i cittadini stabilmente presenti in Italia sembrano dover restare nella condizione di subalternità nonostante siano ormai asse portante del Paese in termini economici, sociali e anche culturali. Rivendichiamo con orgoglio di essere dalla parte di chi vede la società plurale come una splendida potenzialità per il futuro, ma capace di agire già nel presente.
Ora il quesito dovrà superare il vaglio della Corte Costituzionale; se, come crediamo, ciò avverrà, le cittadine e i cittadini aventi diritto potranno decidere e un tema spesso ignorato diventerà di dibattito pubblico. Il primo scoglio è stato superato; ora, insieme al mondo variegato che ha compreso l’importanza di tale cambiamento e a chi si vorrà aggregare, ci sarà da continuare a discuterne. Questa raccolta di firme, una data storica per la democrazia, ha mostrato la distanza siderale fra i palazzi e la realtà quotidiana. Ora non possiamo e non vogliamo fermarci.
Stefano Galieni, Responsabile nazionale immigrazione PRC-S.E.