In Italia solo 2 bambini su 5 della scuola primaria hanno accesso al tempo pieno, mentre meno della metà degli alunni della primaria e secondaria può utilizzare una palestra o una mensa. E il nuovo anno scolastico non sembra ripartire con il piede giusto. E’ quanto sottolinea Save the Children, la quale in occasione della riapertura delle scuole pubblica il Rapporto “Scuole disuguali. Gli interventi del PNRR su mense, tempo pieno e palestre”, che mostra le disuguaglianze territoriali nell’offerta di spazi e servizi educativi nella scuola italiana. Mensa, tempo pieno, palestre: sono questi i temi affrontati nel rapporto, insieme ad un’analisi degli investimenti PNRR, da cui emerge il rischio che molte province, con famiglie in condizioni socioeconomiche di svantaggio, continuino a rimanere indietro.
Per superare le disuguaglianze di offerta educativa tra nord e sud, tra centri urbani e aree interne, il PNRR rappresenta un’occasione unica grazie all’investimento di oltre 17 miliardi di € destinati al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Eppure, soprattutto in alcune zone più svantaggiate, le risorse e gli interventi del PNRR per l’istruzione già avviati non riescono a ridurre le disuguaglianze.
La mensa scolastica è fondamentale per garantire a studentesse e studenti, soprattutto quelli in condizioni di maggior bisogno, il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno, ma stando agli ultimi dati, poco più di un bambino su due della scuola statale primaria ha accesso alla mensa, ovvero il 55,2% e solamente il 10,5% nella secondaria di I grado, con profonde differenze territoriali. Sono le regioni del Centro e del Nord ad avere infatti province con oltre il 50% di accesso al servizio mensa per gli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado, con punte del 70% e oltre a Biella e Monza e della Brianza, e fino al 91,3% della Provincia Autonoma di Trento. Se paragoniamo questi valori con i dati del Sud, salta subito all’occhio una distribuzione disomogenea delle risorse del PNRR per mense scolastiche: alle regioni del Sud e Isole è stato destinato il 38,1% delle risorse, sebbene queste risorse finanzino circa il 50% del totale dei progetti. Quindi, il risultato dell’analisi provinciale dei fondi del PNRR investiti sino ad oggi, mostra che queste risorse, utili ad ampliare l’offerta complessiva, stanno producendo un impatto disomogeneo nella riduzione delle disuguaglianze territoriali. Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa, per esempio, sono le province dove gli studenti che usufruiscono della mensa sono meno del 10%. Queste 6 province hanno ricevuto finanziamenti per 49 interventi di costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa per un valore di circa 21 milioni 500 mila €. Invece, Trento, Biella, Monza e della Brianza, Verbano-Cusio-Ossola, Udine e Milano, che sono le province con le più alte percentuali di alunni che usufruiscono del servizio mensa a livello nazionale, cioè oltre il 65%, hanno ricevuto 30 milioni di € per 34 progetti. Inoltre, dall’analisi emerge che anche tra le stesse province più svantaggiate la distribuzione delle risorse per l’accesso al servizio mensa è disomogenea: Palermo ha ricevuto circa 2 milioni di € per la realizzazione di 6 interventi, mentre Foggia, dove gli studenti che usufruiscono del servizio mensa è simile (8,7% contro il 6,7% di Palermo), ha ricevuto quasi 6 milioni e mezzo di € per 18 interventi.
La mensa scolastica è un servizio utile essenziale anche nell’ottica estendere il tempo pieno, ma solo 2 alunni su 5 della scuola primaria beneficiano del tempo pieno. Anche in questo caso ritroviamo le percentuali più basse in Molise (9,4%), in Sicilia (11,1%) e in Puglia (18,4%). Tra le più alte, invece, si segnalano Lazio (58,4%), Toscana (55,5%) e Lombardia (55,1%), e solo poco più di un quarto delle scuole offrono il tempo prolungato: ovvero il 28,1% delle classi della primaria e secondaria di I grado. Sono ancora troppo pochi i bambini, le bambine e gli adolescenti che usufruiscono del tempo pieno e con profonde disuguaglianze territoriali che rischiano di penalizzare diverse zone d’Italia, in particolare nel Mezzogiorno. La maggior parte delle province dove la percentuale di classi a tempo pieno o prolungato è inferiore al 10% si trova infatti nelle regioni del Sud e nelle Isole: Ragusa, Catania, Palermo, Siracusa, Campobasso, Isernia. In molti casi si tratta delle stesse province dove minore è anche l’offerta del servizio mensa e, allo stesso modo, dove la percentuale di alunni che provengono da famiglie con bassi livelli socioeconomici è particolarmente elevata. Le province del Centro e del Nord, invece, mostrano percentuali di offerta superiori alla media nazionale e, in alcuni casi, come la Provincia Autonoma di Trento, Milano e Monza e della Brianza, superiori al 65%.
Per quanto riguarda poi i progetti sulle strutture sportive scolastiche avviati con il PNRR, Save the Children sottolinea come siano insufficienti a garantire la copertura di palestre in Italia e a ridurre i divari tra le province. In Italia, un minorenne su tre che proviene da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportive e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso. Tuttavia, ad oggi, meno della metà delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado) hanno una palestra. Stiamo parlando del 46,4% di queste scuole. Ebbene, su 433 interventi del PNRR per costruire o riqualificare le palestre a scuola emerge che il 62,8% è stato avviato nelle regioni del Sud e Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi. In questo caso, la distribuzione delle risorse sembra favorire soprattutto le province più svantaggiate: le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30% hanno ricevuto circa 51 milioni 330 mila euro per 72 interventi, ovvero 3 progetti ogni 100 scuole. Alle province con percentuali di palestre uguali o superiori al 65% sono stati destinati circa 17 milioni 600 mila euro per 21 interventi, ovvero 1,3 progetti ogni 100 scuole.
Come si sottolinea nel rapporto, “la scuola in Italia è attraversata da profonde disuguaglianze nell’offerta dei servizi educativi, che compromettono i percorsi di crescita di bambini e adolescenti, soprattutto al Sud e nelle Isole”. Disuguaglianze che il PNRR, stando a questi dati, rischia di non intaccare. “È un campanello di allarme, sottolinea Save the Children, che deve spingere a realizzare al più presto un’analisi di impatto sulla povertà educativa di tutti gli investimenti della missione 4 del PNRR, dedicati all’istruzione, in corso ed in programma. Nei territori più svantaggiati, è necessario integrare le risorse del PNRR con altri fondi disponibili, per garantire un’offerta di servizi educativi a tutti i minori. ”
“Chiediamo al Governo, dichiara Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children Italia, di definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) sulla mensa e il tempo pieno alla scuola primaria, assicurando il servizio mensa gratuito alle bambine e ai bambini in condizioni di povertà. È necessario agire sulle disuguaglianze territoriali che con l’autonomia differenziata rischiano di aggravarsi ancor di più.”
Qui per scaricare la pubblicazione: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/scuole-disuguali.