I limiti di velocità di 30 km/h aiutano a salvare vite umane e creano città più sane e vivibili.

A darne ulteriore conferma è un interessante studio di Giorgio Giannini e Eva Michelaraki del Dipartimento di pianificazione e ingegneria dei trasporti, Università tecnica nazionale di Atene, dal titolo: “Revisione dei vantaggi del limite di velocità di 30 km/h in tutta Europa”.

Garantire la sicurezza stradale rimane nelle città contemporanee una priorità assoluta e spinge gli enti governativi e i decisori politici ad implementare strategie volte a migliorare la sicurezza stradale e a promuovere la camminata e l’uso della bicicletta.

Sempre più città europee stanno lavorando in questi anni per espandere la quota della loro rete stradale con un limite di velocità di 30 km/h.

Non sempre però la reazione delle cittadine e dei cittadini è entusiastica, almeno in una prima fase.
E ciò accade anche perché tali politiche non sempre sono accompagnate da puntuale e corretta informazione.

Lo studio di Giannini e Michelaraki, portato avanti in 40 diverse città in tutta Europa, tra cui Bruxelles, Parigi e Zurigo, dimostra che le riduzioni dei limiti di velocità hanno innanzitutto migliorato la sicurezza stradale riducendo la probabilità di rischio di incidenti e la gravità degli incidenti che si verificano.

“In media, scrivono Giannini e Michelaraki, l’implementazione di limiti di velocità di 30 km/h nelle città europee ha dimostrato una riduzione rispettivamente del 23%, 37% e 38% di incidenti stradali, decessi e feriti.

Limiti di velocità più bassi hanno anche prodotto benefici ambientali, con emissioni in calo in media del 18%, livelli di inquinamento acustico di 2,5 dB e consumo di carburante del 7%, indicando una maggiore efficienza del carburante e un impatto ambientale ridotto.”

Risultati che stanno spingendo diverse città europee, tra cui Bruxelles e Parigi, ad aumentare sistematicamente la porzione delle loro reti stradali regolata da un limite di velocità di 30 km/h, sia in tutta la città che all’interno di regioni cittadine designate.

Molte di queste città hanno adottato un’ampia implementazione di un limite di velocità di 30 km/h come misura standard, designandolo come predefinito a meno che non sia diversamente segnalato.
L’adozione di questo approccio indica una tendenza più ampia verso la priorità della sicurezza dei pedoni e della vivibilità urbana.

Diversi studi, citati nel lavoro scientifico di Giannini e Michelaraki, hanno dimostrato anche l’efficacia dei limiti di velocità di 30 km/h in termini di consumo di energia e carburante.

“Sulla base della letteratura, scrivono i due autori, velocità inferiori comportano un consumo di carburante inferiore mentre un flusso di traffico più fluido porta a un ulteriore risparmio di carburante, ovvero eco-driving. … È stato rivelato che i progetti che richiedono ai conducenti di mantenere una velocità bassa più costante, piuttosto che accelerare e decelerare rapidamente, non erano solo migliori per la sicurezza stradale, ma anche per il consumo di carburante e le emissioni.”

Ridurre i limiti di velocità nelle città può potenzialmente salvare vite, prevenire incidenti stradali e ridurre le lesioni tra tutti gli utenti della strada, ma contribuisce anche all’aumento del benessere sociale nel suo complesso, tra cui sicurezza, salute, risparmio energetico, salvaguardia ambientale, accessibilità, uguaglianza e prosperità economica.
Benefici che hanno implicazioni economiche dirette o indirette, spesso quantificabili.

“L’implementazione di limiti di velocità di 30 km/h nelle città – scrivono Giannini e Michelaraki – può produrre benefici per la salute pubblica più ampi, che vanno oltre la semplice riduzione di decessi e feriti gravi.

Questi includono vantaggi sostanziali, come la riduzione dell’inquinamento acustico, tassi più bassi di obesità e un maggiore coinvolgimento nel trasporto attivo … L’utilizzo di modalità di trasporto attive migliora la salute mentale … il trasporto attivo è associato a un rischio ridotto di oltre 25 malattie croniche e promuove la longevità.”

Il rumore indotto dal traffico, secondo numerosi studi, è la principale fonte di inquinamento acustico nelle città, rappresentando circa l’80% di tutte le fonti di rumore comunali.

Negli ambienti urbani in cui la velocità varia da 30 a 60 km/h, ridurre il limite di velocità di soli 10 km/h può portare a una riduzione dei livelli di rumore fino al 40%.

E anche in questo i due ricercatori citando consolidate evidenze scientifiche hanno rappresentato che una valutazione comparativa del rischio a Losanna, in Svizzera, ove si sono confrontate le aree con limiti di velocità di 30 km/h con uno scenario di riferimento senza tali limiti, i risultati hanno dimostrato che 4.700 anni di vita persi erano attribuibili al rumore del traffico stradale.

È stato anche stimato che nello scenario con limite di velocità inferiore, 1 decesso cardiovascolare, 17 casi di diabete e 72 ricoveri ospedalieri per malattie cardiovascolari all’anno potrebbero essere prevenuti.

Lo studio riporta, tra i tanti altri, anche il caso di Bilbao, ove con l’introduzione dei limiti di velocità di 30 km/h i risultati hanno rivelato che c’erano meno cittadini stressati, con meno problemi di salute e, di conseguenza, è stata promossa una città più tranquilla e i viaggi in bicicletta sono aumentati di quasi sei volte, da 320.000 nel 2018 (prima dell’introduzione della misura) a 1.791.000 nel 2022.

Qui per approfondire: https://www.mdpi.com/2071-1050/16/11/4382.