Ieri, al processo Open Arms di Palermo, è stata la volta degli avvocati di alcuni dei 147 naufraghi e delle organizzazioni costituitesi parti civili (Ciss, Arci ed altre).
Hanno dichiarato che «ci sono tutte le condizioni per affermare la responsabilità penale dell’allora ministro dell’Interno» Matteo Salvini, per il quale il pubblico ministero ha già chiesto sei anni di carcere, con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.
I legali hanno domandato in più un risarcimento danni per i loro assistiti per un totale di oltre un milione di euro.
«Sulla nave c’era un carico di umanità dolente, l’imbarcazione si trovava in condizioni meteorologiche difficili – ha sostenuto l’avvocato della ong, Arturo Salerni -. Siamo di fronte all’esercizio di un potere che contrasta con i principi fondamentali del nostro ordinamento, oltre che in contrapposizione col diritto umanitario internazionale».
Per la prima volta dall’inizio del processo, cominciato tre anni fa, in aula si è presentato uno dei 147 naufraghi.
Musa, un ventenne gambiano, accompagnato dalla propria avvocata, Serena Romano, ha ricostruito la sua storia: «Sono stati 17 giorni molto difficili sulla Open Arms, avevo paura anche del mare. Non è facile per me ricordare, cercavo di dormire sulla nave per non pensare, ma era molto difficile. Ora vivo in Sicilia, ho studiato qui, lavoro. Per questo dico grazie mille ai siciliani e agli italiani».
Nessun altro, però, ha testimoniato, per paura di ritorsioni.
Nella prossima udienza del 18 ottobre si svolgerà l’arringa della difesa, avvocata Giulia Bongiorno, che ha espresso «solidarietà ai pm per le minacce» ricevute dopo la richiesta di condanna di Salvini.
Marzia Sabella e Giorgia Righi, insieme per altro al magistrato Gery Ferrara, sono state infatti violentemente insultate sui social, a partire dalla loro identità di genere, oltre che pesantemente minacciate negli scorsi giorni. A tutti i tre va il convinto appoggio dei movimenti antirazzisti e nonviolenti del Paese.
(fonti: Giornale di Sicilia e testata regionale del TG3)