La requisitoria dei pubblici ministeri – la procuratrice aggiunta Marzia Sabella e i sostituti Giorgia Righi e Calogero Ferrara – nell’ambito del processo a Matteo Salvini, accusato di “sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio” per avere impedito nell’agosto 2019 fa lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti, tra cui diversi minori, rimasti bloccati a bordo della nave Open Arms, ha offerto oggi una lezione magistrale: principi di diritto internazionale contrapposti a una retorica razzista smontata con una sola frase: “I diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini”.
E ancora: “Il principio chiave è quello del soccorso in mare, che viene dall’Odissea, da tempi ancestrali. Persino in guerra c’è l’obbligo del salvataggio in mare, a conferma dell’universalità dei beneficiari. L’Onu ha stabilito che la rotta del Mediterraneo centrale è la più pericolosa del mondo, chiede collaborazione nelle operazioni di ricerca e salvataggio e mette come priorità la tutela della vita dei naufraghi”.
“La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di esseri umani o un terrorista va salvato; poi se è il caso la giustizia fa il suo corso”.
“Siamo in presenza di persone in difficoltà in mare, uomini, donne e minori, che soffrono a cui sono stati negati i diritti fondamentali”, ha detto il pm Ferrara.
“Il pos (place of safety) doveva essere rilasciato senza indugio e subito. Il diniego consapevole e volontario ha leso la libertà di ognuna delle 147 persone e non ce n’era ragione. In questo processo non ci sono state le persone offese; la maggior parte di loro è irreperibile, ma non perché siano clandestine o criminali. Leggeremo a uno a uno i nomi di queste persone per ricordarle” ha concluso la procuratrice aggiunta Marzia Sabella alla fine della requisitoria.
Il processo riprenderà il 20 settembre, quando interverranno le parti civili. Per l’avvocato difensore di Salvini, Giulia Bongiorno, che prenderà la parola il 18 ottobre, “l’operato del ministro è corretto.”