Le misure e sottomisure del PNRR di interesse per il Terzo settore sono 54, di cui 18 sono state modificate nell’ambito del processo di revisione del piano.

Due misure sono state totalmente eliminate (si tratta della valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e della realizzazione delle infrastrutture sociali di comunità), mentre un’altra è stata commissariata (superamento degli insediamenti abusivi in agricoltura al fine di combattere il caporalato).

Alcuni investimenti poi hanno visto una significativa revisione delle risorse assegnate, tra cui gli interventi in tema di rigenerazione urbana (-1,3 miliardi circa) e per la costruzione o l’ammodernamento di asili nido e scuole dell’infanzia (-1,4 miliardi circa).

Ci sono anche alcune misure che però hanno visto un incremento dei fondi stanziati, come le politiche attive del lavoro (+1 miliardo) e l’assistenza domiciliare (+250 milioni).

Sono alcuni dei dati del report “PNRR e Terzo settore, cosa cambia e perché”, realizzato dal Forum Terzo Settore con Fondazione Openpolis e presentato in questi giorni.

Il report, grazie ai dataset pubblicati sul portale Italia domani, ha valutato il numero e il valore economico dei progetti finanziati con i fondi del PNRR e come questi si distribuiscono tra le varie regioni (https://www.italiadomani.gov.it/content/sogei-ng/it/it/home.html).

Tenendo presente che alcuni interventi sono classificati come di “ambito nazionale” e non fanno quindi riferimento a un territorio preciso, possiamo osservare che le opere localizzate in singole regioni sono in totale 35.266 e appartengono a 29 diverse misure e sottomisure di interesse per il Terzo settore.

Spesso per la realizzazione di un progetto, i soggetti attuatori hanno attinto anche ad altre fonti di finanziamento.

Per questo è utile in prima battuta valutare il valore complessivo degli interventi che, anche grazie ai fondi PNRR, è stato possibile avviare.

Da questo punto di vista, i progetti attualmente in corso hanno un importo totale di circa 30 miliardi di euro.

La regione che riporta il dato più alto è la Lombardia (circa 4 miliardi per 4.305 progetti). Seguono la Campania (3,3 miliardi per 3.849 progetti), il Lazio (3,3 miliardi per 2.716 progetti) e la Sicilia (2,5 miliardi per 2.849 progetti).

In generale possiamo osservare che il 43,7% delle risorse è andato al mezzogiorno.

A seguito della revisione del PNRR alcune misure sono state però eliminate del tutto e in molti altri casi c’è stato un significativo ridimensionamento.

Una dinamica che ha toccato anche le misure di interesse per il Terzo settore.

Per questo è interessante capire qualcosa in più sui progetti fuoriusciti dal perimetro del PNRR.

In base ai dati disponibili, i progetti che al 4 dicembre del 2023 ricevevano finanziamenti PNRR e che al 18 aprile 2024 invece sono usciti dal piano sono in totale 1.334 per un importo complessivo di circa 1,3 miliardi di euro.

Sono 3 le motivazioni principali che hanno portato allo stralcio degli interventi.

La prima, è la decisione del governo di definanziare in toto la misura di riferimento.

Il secondo motivo sono le eventuali rinunce dei soggetti attuatori che avevano vinto i bandi pubblicati dai ministeri.

Il terzo è la presenza di errori talmente rilevanti da richiedere la chiusura di un progetto e l’apertura di un nuovo fascicolo.

Dato questo contesto, possiamo osservare che le misure e sottomisure del PNRR di interesse per il Terzo settore per cui risultano progetti stralciati sono 22.

Il maggior numero di interventi eliminati rientra in una delle due misure definanziate totalmente, ovvero la realizzazione delle infrastrutture sociali di comunità nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne.

Parliamo in questo caso di 803 progetti stralciati per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro.

Al secondo posto troviamo invece la valorizzazione dei beni confiscati.

In questo caso i progetti che non rientrano più nell’ambito del PNRR sono 254 per un importo totale di circa 300 milioni di euro.

Ci sono poi 5 opere eliminate nell’ambito dei Piani urbani integrati per un valore totale di circa 260 milioni, mentre per quanto riguarda asili nido e scuole dell’infanzia gli interventi stralciati sono in totale 114 per un valore complessivo di circa 128 milioni di euro.

“Sebbene l’importo totale del “nuovo” PNRR sia salito (da 191,5 miliardi di euro) a 194,4 miliardi di euro, si legge nel report, sono davvero poche le misure di specifico interesse del Terzo settore per le quali si attesta un importante incremento di finanziamento (tra queste, gli investimenti in materia di politiche attive del lavoro e di assistenza domiciliare), mentre sono numerosi i settori definanziati del tutto o in parte e, di conseguenza, i progetti – soprattutto sociali – che hanno perso l’accesso alle risorse del PNRR.”

Permangono, intanto, rilevanti problemi di trasparenza rispetto all’andamento dell’attuazione del Piano: nonostante alcuni passi compiuti negli ultimi tempi, le informazioni disponibili non sono ancora sufficienti a ricostruire un quadro completo e la piattaforma Regis risulta ancora non accessibile per la società civile.

Qui il report: https://www.forumterzosettore.it/files/2024/09/report-24.pdf.