Ieri, venerdì 27 settembre, l’intervento di Benjamin Netanyahu all’Assemblea Generale dell’ONU a New York si è svolto in una sala semivuota: molte delegazioni si sono alzate e l’hanno abbandonata non appena ha iniziato a parlare. Il premier israeliano ha rivolto un pesantissimo attacco all’ONU, definendola una “palude antisemita” e una “società terrapiattista anti-israeliana” e ha polemizzato con la Corte Penale Internazionale, che ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti, sostenendo che “i veri criminali di guerra non solo in Israele”.

Di parere opposto le migliaia di manifestanti che già da giovedì hanno bloccato il traffico nei pressi della sede dell’ONU, chiedendo il suo arresto e la fine del genocidio a Gaza e srotolando un enorme striscione con la scritta: “NO WAR CRIMINALS IN NYC–STOP THE GENOCIDE!”, prima che la polizia cominciasse ad arrestarli. Le proteste sono continuate per tutto il giorno e la notte.

“Quello di Netanyahu è terrorismo sponsorizzato dallo Stato. Il fatto che gli sia stato permesso di atterrare in questa città, che alloggi in un hotel e che non sia stato arrestato è una vergogna per tutti coloro che sono al potere negli Stati Uniti e a New York” ha dichiarato Jodie Evans, cofondatrice di CodePink. “Da lunedì Israele ha ucciso più di 700 persone in Libano. Può farlo solo grazie ai fondi e al sostegno degli Stati Uniti” si legge in un post di denuncia nella pagina Facebook di CodePink.

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Fonti:

Anbamed
Democracy Now!
CodePink